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Liberia, la società civile chiede giustizia per i crimini di guerra

Settantasei organizzazioni non governative liberiane, africane e internazionali hanno lanciato un appello affinché vi sia giustizia per le vittime delle due guerre civili che dal 1989 al 2003, con una breve pausa dal 1997 al 1999, hanno distrutto la Liberia.

I 14 anni di conflitto hanno provocato centinaia di migliaia di morti, stupri, torture e altre atrocità di massa e l’arruolamento forzato dei bambini nelle varie fazioni che si facevano la guerra.

L’appello, cui hanno aderito anche la pacifista e Nobel per la pace liberiana Leymah Gbowee e il Consiglio delle chiese, chiede l’attuazione di quanto raccomandato dalla Commissione per la verità e la riconciliazione sin dal 2009, ossia la costituzione di un tribunale in grado di giudicare i responsabili dei crimini di guerra commessi in gran quantità nelle due guerre civili.

Il tribunale non è mai partito, segno che chi potrebbe essere chiamato a comparirvi oggi ha ancora ruoli di potere nel paese africano.

Gli unici processi nei confronti di responsabili di crimini di guerra si sono svolti, applicando il principio della giurisdizione universale, negli Usa e in alcuni stati europei.

(Nella foto, l’ex presidente della Liberia Charles Taylor, condannato a 50 anni di carcere dal Tribunale speciale per la Sierra Leone per il ruolo avuto nella guerra civile di quel paese)

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