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Lettera aperta dalla rete a tutti i sindaci italiani

Una grande iniziativa proposta da uno dei gruppi più attivi del web la "rete di cittadini liberi" informare tutti i sindaci e tutti i cittadini italiani che esiste una legge che prevede la partecipazione attiva delle associazioni e dei cittadini e che nel caso non venga applicata, un qualsiasi cittadino può far decadere il sindaco.

Ora immaginiamo settori strategici della vita di una comunità, scelte energetiche, rifiuti, scelte ambientali, cementificazioni, speculazioni, settori dove il solito gruppetto di predatori affaristi si muove nell’ombra e in maniera sotterranea, cosa farebbero questi signori se dei cittadini puntualmente stessero a verificare e a controllare gli atti? E continuamente chiedessero spiegazioni sulle scelte amministrative strane?

E nel caso qualcuno faccia il furbo pronti a chiedere petizioni e referendum? Sicuramente gli illeciti e gli abusi si limiterebbero e si avrebbe una maggiore trasparenza. La vera domanda che occorre porsi è questa: "Come mai questa legge è stata volutamente ignorata in questi anni? Ripeto volutamente ignorata. Ma grazie agli amici della rete di cittadini liberi tutto questo è venuto a galla ed è venuta questa bella iniziativa di informare tutti i comuni italiani di questa legge e chiedere a tutti i comuni italiani di applicarla. Allego la lettera integrale che sta per essere mandata a tutti i sindaci italiani.

“Egregio Signor Sindaco,
siamo un gruppo di cittadini che operano nel web con l’obiettivo di rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono, a tutt’oggi, la presa di coscienza dei diritti e dei doveri che regolano e tutelano lo svolgimento della vita sociale nella comunità.
 
Ci siamo accorti che la maggioranza dei cittadini italiani ignora che c’è una legge dove l’art. 70 contempla che i cittadini possono pretendere che i sindaci decadono se non attuano l’art. 8 della legge 267/2000. Ora l’applicazione di questa legge, ignota a tutti, consentirebbe di poter partecipare attivamente alla vita del proprio Comune e della propria circoscrizione, e soprattutto evitare che decisioni importanti le prendano in pochi soprattutto in settori strategici della vita di una comunità, rifiuti, urbanistica, inceneritori, trasporti, servizi, occupazione.
 
L’oscuramento delle regole democratiche è il primo passo verso la criminalizzazione delle regole amministrative poi viene il resto. I soliti noti e i soliti ignoti che controllano tutto e tutti. Lei certamente conoscerà l’art. 8 succitato e, sulla partecipazione popolare, si dice che i Comuni valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale.
 
I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto. Nel procedimento relativo all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati, dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame.
 
Possono essere anche previsti referendum su richiesta di un adeguato numero di cittadini. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali.
 
Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione Europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti. Noi pensiamo che ora bisogna pretendere che i Comuni inseriscano nei regolamenti e negli statuti gli strumenti di attuazione dell’ art. 8:
 
- per promuovere le libere forme associative,
- per promuovere alla gestione del Comune la partecipazione dei cittadini,
- prevedere le procedure per l’ammissione di proposte petizioni e istanze da parte dei
 cittadini,
- consentire i controlli e l’accesso agli atti da parte dei cittadini,
- prevedere regole per referendum,
- prevedere i tempi per le petizioni e istanze, con sanzioni in caso di inadempimento.
 
Questa lettera verrà inviata a tutti i comuni italiani per conoscere l’applicazione di tale art. 8. Se Lei è fra quei comuni dove questo articolo è applicato, non avrà niente in contrario a farci pervenire la sua posizione e consentirci, così, di analizzare la situazione a livello nazionale, onde poter procedere alla mappatura della stessa. Certi che collaborerà a questa ns. richiesta, restiamo in attesa di un Suo gradito riscontro e La salutiamo distintamente”.
 
Rete di cittadini liberi.

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