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Lettera aperta al Presidente della Repubblica

Caro Presidente, nel rispetto doveroso per le sue prerogative costituzionali, mi consenta di sottoporre alla sua valutazione qualche interrogativo, dubbio e perplessità sulle iniziative istituzionali, collegate alla manifestazione del PDL davanti al tribunale di Milano.

 

Le elezioni sono prossime per il partito di Berlusconi, e puntualmente questo partito avvia la sua campagna elettorale, con la manifestazione davanti al tribunale di Milano. E quando c’è da fare campagna elettorale, il PDL non si ferma di fronte a niente e a nessuno, neppure al capo dello Stato, scomodato per l’occasione. E che cosa meglio di un'udienza al Quirinale, di un intervento del capo dello Stato sulla magistratura, per smuovere le acque e per attrarre l’attenzione dei media?

La gazzarra dei 150 parlamentari davanti al tribunale non è stata inscenata per la visita fiscale a Berlusconi, ma per fare rumore e far uscire questo partito dal cono d’ombra in cui lo ha ricacciato la contesa tra Grillo e Bersani, così da fargli rioccupare le prime pagine della stampa e dei tg.

La manifestazione è stata organizzata per rilanciare il cavaliere sulla scena politico-mediatica, e così acquisire consensi per le prossime elezioni. 

Una vicenda elettorale dunque, ma quello che sconcerta è la dimensione istituzionale in cui essa si colloca, che coinvolge Parlamento, Magistratura, Capo dello Stato.

Il PDL minaccia l’Aventino, invade il Palazzo di Giustizia e viene ricevuto al Quirinale.

Perché? La minaccia e la gazzarra non sono un titolo di merito per un'udienza così sollecita? E la concessione dell’udienza non costituisce legittimazione di una protesta ingiusta? Una legittimazione che è un precedente pericoloso, per tutti quelli che pensano di avere subito un torto dalla magistratura.

Perché i familiari delle vittime della ThyssenKrupp non dovrebbero sentirsi autorizzati a fare una manifestazione simile contro i magistrati?

In nome di quale giustizia dovrebbe essere riservato loro un trattamento diverso da quello riservato a ai signori del PDL?

In nome di quale opportunità politica, si dovrebbe negare a loro, ciò che è stato concesso ai parlamentari di Berlusconi?

Il PDL chiede al capo dello Stato un intervento sulla magistratura nell’esercizio delle sue funzioni. Una richiesta di dubbia legittimità è un titolo di merito per la convocazione del Consiglio superiore della Magistratura?

Il Presidente della Repubblica invita tutti, magistrati e politici, a non superare il limite e la misura. Il richiamo al rispetto delle reciproche funzioni è in linea teorica equidistante, ma - calato nella realtà concreta di questa vicenda - è partigiano.

Le magistrature milanese e napoletana stanno esercitando le loro funzioni nell’ambito dei confini istituzionali.

Il PDL organizza una manifestazione contro questi magistrati colpevoli di aver richiesto una visita fiscale per il capo, ed il rito abbreviato, e quindi oltrepassa questi confini.

Non si può porre sullo stesso piano Berlusconi e la magistratura. Non si può trattare allo stesso modo l’aggressore e la vittima.

Ma quali sono gli errori dei giudici per cui diventa comprensibile, per il capo dello Stato, la preoccupazione del PDL di “veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento”

Se hanno sbagliato in qualche cosa, i cittadini hanno diritto di saperlo, e non dai giornali, ma dal capo dello Stato che è capo del Consiglio superiore della magistratura.

Ma se i giudici non hanno sbagliato, questa convocazione e questa dichiarazione a ridosso di taluni processi e della manifesatzione del PDL che i magistrati di tali processi contestava non turba la serenità dei giudici?

In conclusione, un risultato lusinghiero per il PDL, che ottiene due piccioni con una fava, un altolà alla magistratura, e il rilancio di Berlusconi al centro della scena politico-mediatica.

 

 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.243) 14 marzo 2013 16:45

    Un settennato mediocre si sta concludendo nel peggiore dei modi.

    Il presidente ha cominciato a ostacolare la richiesta di verifica della fiducia parlamentare a Berlusconiu dopo l’uscita di Fini. Il mese di tempo concesso, in nome di superiori interessi nazionali, servì a Berlusconi a convincere Scilipoti e compagni a salvare la lmaggioranza. Nel novembre del 2011 invece di sciogliere le camere , come era in suo potere, si industriò a che nascesse il governo Monti, andando un pò al di là delle strette competenze sue. Oggi, convinto probabilmente della necessità di far nascere un nuovo governo similMonti con il sostegno anche del PDL, si industria a placare gli animi, invece di reagire duramente in difesa dell’indipendenza della magistratura.

    L’ultima probabilmente sarà la nascita di un "similMonti", cha aprirà al strada alla vittoria definitiva di Grillo

    Se questo accadrà potrà essere soddisfatto Presidente!?!?

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