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Legittimo impedimento, knock out

Lancio ANSA delle 17.05, ‘Bocciato legittimo impedimento’. Deo gratias. Una buona notizia per la Repubblica. L’ennesima legge salva-premier (questa volta dai processi Mediaset per frode fiscale, Mediatrade per appropriazione indebita e frode fiscale e Mills per corruzione giudiziaria) è stata respinta dalla Consulta con dodici no e tre sì. Il premier e la sua impunità, per ora, come tra l’altro era già successo nel 2006 con l’ex Cirielli, nel 2007 con la Pecorella e nel 2008 per il lodo Alfano, hanno perso. Vediamo come il Palazzo della Consulta ha giudicato il legittimo impedimento.

Dai giudici è stato lasciato intonso il Comma 1, dove sono indicati dettagliatamente gli impegni del Premier e dei Ministri e le attività preparatorie, consequenziali e coessenziali di questi ultimi, che si possono definire “legittimo impedimento”. La formula interpretativa dei giudici ha però definito che sta comunque al giudice dire l’ultima parola se l’impedimento sia stato legittimo o no.

E’ stato cancellato del tutto il Comma 4 che prevedeva l’obbligo per il giudice di rinviare l’udienza non oltre i sei mesi per un impegno “continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni” certificato dalla stessa Presidenza del Consiglio.

Durante il rinvio la prescrizione resterà sospesa.

Lo scudo varrà comunque fino a che non si varerà una legge costituzionale, entro 18 mesi (fino all’ottobre prossimo).

Tutti i commi bocciati, completamente o in parte (perché reinterpretati dai giudici), violano gli articoli 3 (legge uguale per tutti) e 138 (legge costituzionale) della Costituzione italiana.

Ora, grazie al referendum presentato dall’IdV, la patata bollente passa all’Ufficio Referendum della Cassazione, che si dovrà autoconvocare per deliberare sul referendum per eliminare completamente lo scudo al Premier e, possibilmente, indire le votazioni.

Sdegnate e furiose quasi tutte le risposte del mondo politico. MariaStella Gelmini parla di “una prosecuzione di persecuzioni contro il presidente del consiglio “, i capigruppo alla Camera e al Senato della Lega, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo inviano un nota congiunta dove dichiarano che “dalla Corte Costituzionale non c’era da aspettarsi altro: sapevamo benissimo che la maggioranza dei giudici della Corte ha un atteggiamento ostile nei confronti dei provvedimenti voluti da questo governo”, Angelino Alfano e gli on.avv. Niccolò Ghedini e Piero Longo si pronunciano con melliflue dichiarazioni di un non meglio precisato “motivo evidente di soddisfazione”. Meraviglioso Sandro Bondi: “E’ un attacco alla democrazia”. Berlusconi, per bocca dei collaboratori ha detto che è “un compromesso accettabile”. Ma ufficialmente tace. Sarà che dopo essersi sfogato a Berlino con l’ultimo, ennesimo, folle, feroce attacco alla magistratura si stia contenendo. Sarà che ha già in mente qualcos’altro, chi lo sa. Per ora tace.

Per ora tace. Knock out.

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