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Leggende Azzurre: seconda puntata

76 GAETANO SCIREA (1953) CALCIO

È riconosciuto dovunque come il miglior interprete di sempre del ruolo di “libero” unitamente a Franz Beckenbauer ed a Franco Baresi. Autentico Signore della propria area (in cui esibiva tutta la sua classe immensa coniugata ad una correttezza ineguagliabile), il suo notevole senso tattico, reminiscenza dei suoi esordi da centrocampista, lo portava altresì dare il “la” a repentini ribaltamenti di gioco, assumendosi in prima persona il compito di impostare l'azione e magari di concluderla. Dopo un paio di stagioni all’Atalanta (48-2) s’ergerà ad emblema della Juventus, con la quale in 14 anni giocherà 552 volte (record in bianconero superato negli anni 2000 da Alessandro Del Piero, 705) segnando 32 reti e vincendo tutto: 7 Scudetti (il primo nel ’75, l’ultimo nel 1986), 1 Coppa UEFA, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa dei Campioni 1985 ed 1 Intercontinenatale (85 - 3 gol - sono i suoi gettoni europei). Formò — assieme al portiere Dino Zoff e ai terzini Claudio Gentile e Antonio Cabrini, tutti e tre compagni di club e nazionale — una delle migliori linee difensive nella storia del calcio. Si ritirò a 35 anni. Nella sua lunga carriera in campo, segnata da educazione e signorilità, spicca la completa assenza di espulsioni e quasi totale carenza di ammonizioni, fatto più unico che raro per un calciatore del suo ruolo. Morì tragicamente, a causa di un incidente stradale, nell’89, a soli 36 anni.

In Nazionale Scirea totalizzò complessivamente 78 presenze e 2 gol, vincendo il Mondiale ’82.

 

75 GABRIELLA DORIO (1957) ATLETICA

La più grande mezzofondista che abbia mai avuto l'Italia, fu Oro nei 1500 ai Giochi di Los Angeles '84 e Bronzo agli Europei '82. Si ritirò nel '92.

 

74 VINCENZO MAENZA (1962) LOTTA GRECO-ROMANA

Prese parte a quattro edizioni dei Giochi olimpici, vincendo due medaglie d'Oro (Los Angeles 1984 e Seoul 1988) e una d'Argento (Barcellona 1992). Stesso bottino anche ai Mondiali. Vanta anche un Oro e 3 Bronzi continentali. Nel 1994, dopo essersi infortunato gravemente al ginocchio procurandosi una lesione del legamento, decise di chiudere la carriera.

 

73 STEFANO TEMPESTI (1979) PALLANUOTO

Eccellente portiere anni 2000-2010, s'è distinto in particolare per le sue grandiose prestazioni con il Settebello, che nel 2011 issò sul tetto del Mondo grazie alle sue straordinarie parate compiute nell'arco della manifestazione, Finale compresa (in cui parò 2 rigori). Con la Nazionale (326 caps, sinora) vanta altresì un Argento iridato nonchè 1 Argento ed 1 Bronzo olimpici, stesso computo di medaglie ottenute anche agli Europei (0-1-1). Coi club (Pro Recco) è stato ben 14 volte Campione d'Italia e 5 volte Campione d'Europa (anche 1 Coppa delle Coppe). È tuttora in attività.

 

72 FIONA MAY (1969) ATLETICA

Fortissima lunghista di livello internazionale, ha vinto 2 Ori iridati (1995 e 2001), 2 Argenti olimpici, 1 Argento ed 1 Bronzo continentali. È tuttora la detentrice del record italiano di salto in lungo (7.11). Avendo conquistato 4 medaglie ai Campionati del Mondo (vanta infatti anche un Argento ed un Bronzo; a questi allori andrebbe aggiunto anche un oro indoor), Fiona è tuttoggi l'atleta azzurra con più podi iridati. Nata nel Regno Unito da genitori giamaicani, divenne cittadina italiana per naturalizzazione dopo il matrimonio con Gianni Iapichino, astista e multiplista toscano, avvenuto nel 1994. E' madre di Larissa Iapichino.

 

71 MAURIZIO DAMILANO (1957) ATLETICA

E' da ritenersi forse il più grande marciatore azzurro di sempre, in grado di aggiudicarsi nella 20 km 2 Ori iridati, un Argento continentale e soprattutto un Oro (1980) e 2 Bronzi olimpici.

 

70 PRIMO CARNERA (1906) PUGILATO

Considerato da molti fra i più grandi pugili di tutti i tempi, la sua Boxe era molto primitiva, basata essenzialmente sulla fisicità piuttosto che sulla classe. Carnera, infatti, aveva un fisico che ancora oggi suscita stupore. Era alto 2 metri e pesava 120 kg: davvero straordinario se il tutto viene commisurato allo stato di povertà cui versavano lui e la sua famiglia, perdipiù in un' epoca in cui l'altezza media si aggirava sui 1.65 m. proprio a causa della malnutrizione che attanagliava la popolazione. In carriera vincerà 1 Mondiale (1933, difendendolo un paio di volte) ed 1 Europeo, per un totale di 103 incontri disputati di cui 89 vinti (76 per k.o.). Il Duce Mussolini ne fece un’icona della superiorità della razza italica, dell’orgoglio nazionale, emblema dello sportivo azzurro che si fa onore umiliando ogni avversario. Era il 29 giugno 1933 quando Primo salì sul ring per affrontare lo statunitense Jack Sharkey campione uscente. Poiché i pugni di Carnera erano devastanti, il team di Sharkey insistette nel controllare i guantoni di Carnera, convinti che fossero pieni di oggetti di metallo, ma si resero ben presto conto che non c'era trucco nella forza del gigante. Per gli italiani immigrati presenti negli USA la vittoria fu una grossa soddisfazione e motivo di orgoglio. Carnera, infatti, era il primo Campione Mondiale dei Pesi Massimi di nazionalità italiana. Dopo il ritiro dal Pugilato (1946) seppe trovare fortuna anche nel mondo del cinema e del wrestling. Morirà nel 1967 di cirrosi epatica.

 

Incontri disputati

Totali

103

Vinti (KO)

89 (76)

Persi (KO)

14 (5)

Pareggiati

0

 

 

69 MARIO CIPOLLINI (1967) CICLISMO

Ritenuto dagli esperti il più grande velocista puro di sempre prima dell'avvento del ciclone M. Cavendish, Mario Cipollini vanta il record di successi parziali in una grande corsa a tappe, ben 42 frazioni al Giro d’Italia (in cui è stato 6 volte maglia rosa), corsa che lo ha reso leggendario. Ma i suoi exploit non si sono naturalmente limitati al Giro: Re Leone, infatti, assieme a Gino Bartali, è l'italiano con più successi di tappa al Tour de France: 12 (indossando 6 volte la maglia gialla), ponendosi davanti a Raffaele Di Paco 11, Fausto Coppi ed Ottavio Bottecchia 9, Marco Pantani e Learco Guerra 8. È stato altresì Campione del Mondo 2002, anno in cui vinse la sua unica classica: la Milano-Sanremo. Campione Nazionale 1996, in totale ha racimolato 199 vittorie (20 nel ’99), sempre in volata, spesso con più di mezza bicicletta di vantaggio. Ai 3 grandi Giri vanta 57 vittorie (il più “prolifico” fra gli azzurri, davanti a Petacchi, 53), e si attesta a pochi passi dal recordman Eddy Merckx. Il suo apice lo raggiunse al Tour nel 1999, quando trionfò in ben quattro tappe consecutive sfiorando il record assoluto del lussemburghese F. Faber, che nel 1909 arrivò a cinque. Il Tour gli riservò anche delle delusioni, come l'esclusione della sua squadra dall'elenco delle squadre partecipanti per le edizioni del 2001, 2002 e 2003. Si è ritirato dall’attività nel 2005 (salvo una brevissima parentesi nel 2008).

 

68 ALBERTO COVA (1958) ATLETICA

E' stato il più grande mezzofondista italiano d'ogni era, vincitotre dei 10000 metri ai Giochi dell'84. Vanta altresì un Titolo iridato (con soli 14 centesimi di vantaggio sul tedesco Schildhauer ) ed un Oro Europeo (anche un Argento). Le caratteristiche che lo porteranno in molte occasioni al successo erano la capacità di resistere durante la gara ai cambi di ritmo - anche frequenti - imposti dagli avversari e l'incredibile velocità che riusciva a raggiungere nei rush finali. Cova è stato il primo atleta nella storia dei 10000 m ad aver conquistato la medaglia d'oro ai Giochi olimpici, ai Campionati del Mondo ed ai Campionati Europei (28 anni dopo vi sarebbe riuscito anche il britannico Mohamed Farah).

 

67 GIACINTO FACCHETTI (1942) CALCIO

È stato probabilmente il più grande terzino fluidificante di sempre. Costruì la sua leggenda non solo per le spiccate qualità difensive ma altresì per le sue memorabili sgroppate sulla fascia, che ai suoi tempi rappresentavano una rivoluzione per il ruolo, che raramente prevedeva azioni d'attacco. Noto per la sua correttezza e signorilità, verso la fine della carriera sarà schierato anche come libero o stopper. Facchetti legò il suo nome a quello dell'Inter, della quale fu giocatore dal 1960 al 1978, collezionando in totale 634 presenze e ben 75 reti, vincendo 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Intercontinentali, quasi tutti trofei conseguiti all'epoca della mitica Grande Inter di Helenio Herrera.

In Nazionale fu Campione Europeo nel 1968 e vice-Campione Mondiale nel 1970, disputando in totale 94 partite (3 gol).

 

66 ALBERTO ASCARI (1918) AUTOMOBILISMO

Alberto Ascari è stato un pilota automobilistico, vincitore a bordo della Ferrari del Titolo iridato di Formula 1 nel 1952 e nel 1953. Nella massima serie automobilistica disputò un totale di 32 Gran Premi, vincendone 13 ed ottenendo 14 pole position. È l'ultimo pilota italiano ad aver vinto il Mondiale piloti nonchè l'unico ad averlo conquistato due volte. Morirà nel '55 a soli 37 anni in un incidente di pista mentre collaudava un'auto.

 

65 ROBERTO BAGGIO (1967) CALCIO

Soprannominato “Il Divin Codino”, R. Baggio è ritenuto dalla maggior parte degli esperti uno dei più forti numeri dieci di sempre. Era dotato d’incredibile fantasia e spiccato senso del gol, ma era nello sfornare assist che dava il meglio di sè. Abile come pochi nel dribbling stretto ed in velocità, riusciva altresì ad eseguire magistralmente i calci di punizione – specialità in cui è stato fra i più grandi d'ogni era – ed i calci di rigori (68 in A, un record che qualche anno dopo gli avrebbe sottratto F. Totti). Roberto iniziò la sua carriera in C1 col Vicenza, giocandovi 3 stagioni con 47 presenze e 16 gol. Il 5 maggio 1985 contro il Rimini subì un grave infortunio al ginocchio destro (furono compromessi legamento crociato anteriore e menisco), il primo di una lunga serie, che lo costrinse ad un periodo di oltre un anno di assenza dai campi di gioco. Durante questa fase di riposo forzato, e quindi di incertezza sulla propria carriera di calciatore, visse una profonda crisi personale e spirituale, che lo convinse ad abbracciare definitivamente la fede buddhista. Nel 1986, a pochissimi giorni dal gravissimo infortunio, avverrà il passaggio alla Fiorentina, in A.

Esordì in Serie A il 21 settembre 1986 contro la Sampdoria. Il 28 settembre seguente subì una lesione al menisco del ginocchio destro che lo costrinse ad una nuova operazione. Rientrò in campo a fine stagione, a distanza di quasi due anni dal primo infortunio. Il suo primo di 205 gol (su 452 caps, 45% di media realizzativa) nella massima divisione arrivò su punizione il 10 maggio 1987 contro il Napoli (1-1). Con la squadra viola metterà a segno 55 reti totali su 136 gettoni. Rimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato dalla Juventus per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire. La tifoseria viola, consapevole di perdere il proprio simbolo, scese in piazza protestando contro la dirigenza ed il Presidente Pontello; i disordini causarono anche diversi feriti ed arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri in preparazione per i Mondiali e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni esagitati. Sarà tuttavia proprio alla Juventus che Baggio troverà la consacrazione leggendaria che tutti si attendevano, vincendo lo Scudetto 1995, la Coppa Uefa 1993 (unico trofeo internazionale per Baggio) e - a livello individuale – il Pallone d’Oro, quarto italiano ad aggiudicarselo dopo Sivori, P. Rossi e Rivera.

Nel 1995-’96 la Juventus (200 presenze e 115 gol complessivi), avendo trovato nel giovane talento Del Piero il suo erede, decide di liberarsene e venderlo al Milan. Per Baggio saranno due anni tribolati, fatti d’incomprensioni con i vari allenatori. Vincerà comunque uno Scudetto da comprimario, prendendo parte a 67 match (19 gol). Dopodiché tenterà l’avventura in provincia, al Bologna. Quello in Emilia fu uno dei suoi migliori campionati, siglando addirittura 22 gol (record personale) su 30 partite di A. L’anno seguente decise di tornare in una grande, l’Inter, ma anche lì non trovò grande considerazione, ed in un paio d’anni giocherà 59 partite (17 gol), partendo perlopiù dalla panchina. A 33 anni, dato da molti per finito, decide di rituffarsi in provincia, al Brescia, rimanendovi quattro anni: saranno fra i migliori della sua carriera (101 presenze e 46 gol totali). Nel pieno dell’efficienza Baggio, a causa di dolori fisici, decise di appendere le scarpe al chiodo a 37 anni.

Roby ha complessivamente totalizzato nella sua carriera 699 presenze e 318 gol (di cui 108 su rigore!), 45% di media-gol, che ne fanno al momento il 6° marcatore italiano all time, dopo Piola 364, Del Piero 344, Meazza 338, Toni 324 e Totti 319. Vanta altresì un record particolare: in una partita (Juventus-Udinese 5-1 del ’92-‘93) segnò 4 gol: l’ultimo poker era stato realizzato ben 15 anni prima da Giuseppe Savoldi (in Napoli-Foggia 5-0).

In Nazionale Baggio ha impresso il suo nome nella storia, prendendo parte a 3 Mondiali (’90, ’94, ’98, 16 caps e 9 gol - 2 in Semifinale -, il più prolifico fra gli azzurri assieme a Rossi e Vieri), andando sempre a segno (unico italiano a segnare in 3 Mondiali), perdendo ai rigori la Finale 1994 a Pasadena contro il Brasile (celebre, in negativo, il suo erroraccio dal dischetto). In tutto giocò 56 match siglando 27 gol.

Foto di Sammy-Williams da Pixabay 

 

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