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Legge anti-movimenti: ora i grillini scelgano

Il nuovo ddl Finocchiaro-Zanda e il bivio dei grillini.

Udite udite! Disegno di legge Finocchiaro-Zanda per l’applicazione dell’art.49 Cost., per garantire la trasparenza e la democrazia interna dei partiti! Possibile che in Italia sia stata pensata e scritta una legge del genere, che si aspettava da tanto tempo? Ovviamente no. Per dirla in un gergo squisitamente politologico, la legge fa schifo. È chiaro che si tratta di un ddl anti-M5S (visto come era facile far fuori Silvio nel ’94, se solo si fosse voluto?), ma dobbiamo comunque analizzarlo perché potrà riguardare tutti.

Chi in passato ha un minimo studiato il problema, leggendo questo ddl si accorge che esso non contiene nulla di ciò che dovrebbe contenere, non risolve in alcun modo le degenerazioni partitocratiche che dovrebbe evitare, non risolve il rapporto con l’art.67 Cost. e con il terzo comma dell’art.72, né il problema del verticismo, dell’alternanza, del conflitto di interessi, del “catoblepismo”, del leaderismo, del “mercato elettorale”, della partecipazione e dell’isegoria interne.

L’unico meccanismo democratico che viene regolato (e che subito ha infastidito il PDL) è quello piddino-atlantico delle primarie, lo strumento lobbystico-personalistico par excellence, che recentemente Barca ha denunciato come “democrazia simulata” (ma lo sapevamo già). Per fortuna, nel ddl si parla di primarie solo per le cariche pubbliche, non anche per quelle partitiche, così che il termine si può intendere in senso lato, come generiche “elezioni interne”. Cioè al singolo partito si lascerebbe la possibilità di sperimentare forme alternative, rispetto alle primarie, di partecipazione interna (democrazia diretta, deliberativa, liquida, esecutivi assembleari, collegiali, direttoriali, doppio parlamento, sorteggi, rotazioni ecc). Vorrei ricordare che è proprio questo genere di sperimentazione che ha permesso prima a Mazzini, poi a Lenin, infine a Gramsci, di inventare di sana pianta le strutture democratiche di massa comunemente chiamate “partiti”. Oggi la sinistra, per sopravvivere, dovrebbe rinnovare quelle invenzioni, dovrebbe continuare ad inventare.

Comunque, non possiamo che giudicare allarmante il riferimento alle primarie in una legge del genere. Trovo spiacevole dover dare lezioni alla Finocchiaro e a Zanda, ma una legge applicativa di questo tipo dovrebbe essere una legge-guida, dovrebbe cioè limitarsi a garantire quelli che la cosiddetta “teoria formalistica della democrazia” chiama i requisiti minimi che un’organizzazione deve avere per essere considerata democratica. Ovvero: libera, uguale e universale partecipazione (isocrazia); libera, uguale e universale comunicazione (isegoria). Stop. Che tutto il resto sia lasciato all’autonomia di ogni singolo partito.

Il ddl invece, non solo lascia clamorosamente irrisolto il nodo dell’isegoria (art.4 comma 9), ma pretende anche di entrare nel merito includendo la regolamentazione delle primarie! Insomma, questa legge non colma assolutamente il vuoto legislativo intorno all’art.49, forse peggiora addirittura le cose. È semplicemente una legge anti-M5S, molto più drastica della scelbiana “legge truffa”. Quella sfavoriva gli avversari alle elezioni, questa ne impedisce direttamente l’accesso. Eppure, in questa sua funzione antigrillina, introduce comunque qualcosa di buono: la trasparenza.

Premetto che secondo me fanno sul serio, le legge rischia di passare (varrà l’opposizione di Renzi?), perché far fuori il M5S con un colpo basso è l’unico modo per garantire all’Italia un governo, lasciatemelo dire brutalmente, filogermanico. Se il nuovo sistema elettorale sarà proporzionale, la prossima legislatura sarà imprevedibile; se sarà maggioritario, il PD, cioè il massimo soggetto europeista, verrebbe escluso. Questa la situazione con il M5S in campo. Capite bene che sono costretti a farlo fuori.

Inoltre non capisco a che gioco vogliono giocare. Spero che D’Alema faccia qualcosa, mi sembra l’unico oligarca competente là in mezzo. Come si può soltanto pensare di escludere 9 milioni di elettori senza aspettarsi conseguenze sociali? Quello che mi preoccupa maggiormente è che loro se le aspettano queste conseguenze, e le provocano. Per fare cosa? Per reprimerle? Si provoca il provocatore (Grillo) per farlo urlare in modo da colpevolizzarlo per possibili rivolte? C’era uno che ragionava così. Si chiamava Kossiga, con la K. Ma non possiamo arrivare a tanto, dai, sono “grillini”! Possibile che non ci sia nessuno in grado di farli fuori con andreottiana, elegante maestria?

Stavo dicendo della trasparenza. Eh già, perché il M5S ora è costretto a liberarsi dall’equivoco in cui è avvolto. Cari militanti del M5S, voi siete già un partito. Un partito diverso dagli altri, ma un partito. Non siete nemmeno un partito orizzontale, perché un vertice ce l’avete: i 163 parlamentari (che decidono indipendentemente da Grillo, come dimostrato con la diaria, lo ius soli e il Mattarellum); in più c’è Grillo, che ha uno spropositato privilegio mediatico interno; e Casaleggio, che potrebbe benissimo manipolare le votazioni online.

Ora avete finalmente l’occasione di chiarire il ruolo di Grillo e Casaleggio. Il ddl non vi ingabbia affatto in una forma-partito tradizionale. Esso presenta una vaghezza terminologica sufficiente a consentire di interpretarlo con una certa liberalità. Se il testo rimarrà questo, non mi sembra impedisca la formazione di sistemi democratici diretti o liquidi. Certo non li prevede, ma non li impedisce. Se li impedisse sarebbe gravissimo, e sarebbe tutto un altro discorso. Quindi siete a un bivio e dovete scegliere: o la democrazia diretta vera e seriamente regolamentata tramite liquid feedback, come da vostro programma, o la repressione. La domanda in realtà è retorica. La vostra risposta già la conosco. E temo sia la risposta sbagliata.

Emanuele Maggio

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.86) 22 maggio 2013 19:04

    Trovo allucinante che possano esistere in Italia partiti o movimenti di proprietà di una o due persone e che questi possano decidere di come devono comportarsi interi gruppi parlamentari, tanto da farli sembrare delle marionette, vedi manifestazione di parlamentari fuori il palazzo di giustizia di Milano oppure la vicenda ridicola dei scontrini.

    Partiti o movimenti che siano la regola democratica riguarda tutti, accettare eccezioni può essere molto pericoloso

    Se la democrazia non vi sta bene è inutile che vi nascondiate dietro il dito!!!

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