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Le ultime ruote stridono

Posso premettere alcune cose. Intanto, io non sono qui per rispondere al consigliere perché può dire quello che vuole, sinceramente, non è che m'interessi più di tanto...

Dalla trasmissione di approfondimento “Link”, in onda su una emittente locale, il preambolo del presidente della Provincia di Teramo, Walter Catarra, al consigliere regionale Carlo Costantini, dell'Italia dei Valori.

E allora, ecco un paio di consigli per risalire dall'ultimo posto per i consensi pubblicata da Il Sole 24 Ore (Governance Poll 2011). Credo che "l'ultimo in classifica" abbia sbagliato trasmissione. Di certo sapeva chi avrebbe avuto di fronte nel contraddittorio e se, come ha dichiarato, non era interessato alle opinioni del suo interlocutore, poteva starsene a casa, al calduccio, in attesa che qualcuno confezionasse una trasmissione ad hoc, in un contesto appropriato alla levatura politica che rappresenta e per le aspettative disattese. 

Intanto, "gli amministrati" sperano che la situazione in cui versa, quella “dell'ultima ruota del carro, del gradimento”, secondo quanto riportato da tutti i media nazionali e anche da quelli internazionali, possa essere uno stimolo per fare meglio. Per il peggio, ci ha già pensato l'altra “ruota appaiata”, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, anch'esso ultimo in classifica, il cui leader “invincibile”, di un paese che grazie a Dio non governa più, lo ha precisato essere “un paese di merda”.


“In a low guttural he cautioned the others to silence” ("In un basso gutturale ha ammonito gli altri al silenzio") Edgar Rice Burroughs. Questo quanto percepito da alcuni spettatori allibiti di un "varietà" televisivo dove i partecipanti, che spingevano dietro la porta degli studi, non portavano stampato in fronte: “Different people have different approaches”, ("Persone diverse hanno approcci diversi). E meno male che non se ne accorgono.

Più facile per gli altri, di chiara e diversa provenienza culturale, evitarle.
Epiteti poco gradevoli e ingiurie da salotto, involontarie, come il comportamento farsesco di “Borat”, un giornalista immaginario kazako inventato e interpretato, in un film del 2006, da Sacha Baron Cohen.

Si sa che gli “ambasciatori non portano pene”, ma le “palle” per raccontare nefandezze coperte da certi media ed evidenziati da altri con un pennarello scolorito, c'è chi le ha ancora. Raccontare di un'intervista “in ginocchio” a un moderno Don Chisciotte, la cui tendenza è antica come l'eroe di Miguel de Cervantes, di intervenire violentemente in questioni che non lo riguardano, l'abitudine di non “pagare” per le promesse “non mantenute”, ottenendo l'effetto di molte privazioni, guasti e umiliazioni, prima di essere persuaso a tornare al suo “villaggio natale”.

Come nel romanzo, l'intervista è stata, all'insaputa dei protagonisti e deuteragonisti, maldestramente suddivisa in una parte quasi farsesca, la seconda più seria e filosofica, sul tema dell'inganno. Le ultime ruote del carro, se quelle di un autotreno, sono di riserva, vanno a coppie e sollevate dall'asfalto. Raramente si consumano, si riciclano, perché comunque è sempre meglio sostituirle. Una rondine, strano a dirsi, potrebbe fare primavera. In molti, e concordi, si può quel che non si potrebbe da soli e divisi.

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