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Le speranze (inutili) del SuperEnalotto

In un momento di grave crisi economica gli italiani si rivolgono all’ Enalotto con un aumento di spesa, ad ottobre, di circa il 230% rispetto alla media mensile degli ultimi due anni.

LOTTERIE!

Cinquanta miliardi di euro! Cinquanta miliardi di euro sono quelli previsti come incasso totale alla fine del 2009, 39 miliardi previsti per la fine dell’anno in corso.

Sono esattamente i soldi che le famiglie italiane hanno speso e spenderanno per il SuperEnalotto, quello con il numero Jolly, con il Superstar, quello che regala milioni di euro ai giocatori sorridenti che brindano nella ricevitoria per la vincita milionaria.

In effetti quelli che brindano hanno ben poco da festeggiare perché sono i loro soldi, fra un sorriso e l’altro, che sono andati al vincitore. L’unico che ha ben ragione di sorridere, oltre naturalmente al fortunato possessore della schedina vincente, è il gestore della ricevitoria a cui vanno le percentuali sulle giocate, l’unico che ci guadagna sempre, che vince sempre anche se non gioca.

Perché se lo stato ci guadagna, se la ricevitoria incassa la percentuale sulle giocate, se il vincitore si mette in tasca dei bei soldi, qualcuno questi soldi li deve pur aver tirati fuori. Non è beneficenza illuminata di qualche ricco pazzo o di uno stato diventato improvvisamente benefattore, bensì piccole somme uscite dalle tasche di migliaia di normali cittadini con un normale reddito, con un normale lavoro (si spera), accomunati dalla speranza di una vita migliore, magari con il desiderio di un piccolo aiuto per un loro problema o la speranza di un cambiamento significativo della loro vita mediocre migliorabile con un po’ di denaro a disposizione.

Per alcuni di loro credo che una vincita può rappresentare veramente un cambiamento in meglio, la speranza di un futuro migliore per loro e per i loro figli. Penso ai disoccupati, a chi ha perso il lavoro, ai precari senza futuro, alle donne senza prospettive specie nel sud Italia, ai pensionati al minimo, come si dice, che fanno la fila per una Card quantitativamente e qualitativamente ridicola, accettabile solo applicando il concetto del “meglio di niente!”.

Per altri ho meno comprensione, per coloro cioè che nutrono la speranza di risolvere i loro problemi o migliorare la loro vita senza nessuno sforzo, se non quello della compilazione di una schedina. Operazione in cui manca l’attributo fondamentale che rende tutto nobile, e cioè l’impegno e il sacrificio, la lotta e la ricerca di un miglioramento per nostro merito, attraverso il sudore della nostra fronte, mediante le nostre forze, mentre ci si appella semplicemente alla fortuna, alla cabala dei numeri, a qualcosa di estraneo, che non dipende da noi ma solo dalla combinazione difficile e illusoria di un’estrazione.

Il discorso non vale solo per questa lotteria nazionale ma vale per tutti i giochi a premi, i giochi cosiddetti d’azzardo, che stanno avendo un grande incremento in volume di gioco e in numero di giocatori (chiamati erroneamente e subdolamente appassionati) che fa somigliare il nostro paese sempre di più ai paesi sudamericani.

E’ il segno di un grande disagio sociale, il preciso segnale di un peggioramento delle condizioni generali del paese, soprattutto delle fasce più deboli, che dopo aver ridotto drasticamente i consumi non trovano altro rimedio che appellarsi alla fortuna per poter tirare avanti. Purtroppo così facendo non fanno altro che peggiorare le loro condizioni economiche perché il gioco non può mai essere in perdita per il gestore (lo Stato) ma è sempre in perdita per i giocatori. Sono soldi che escono dalle famiglie, che vengono dirottati verso una aspettativa effimera, improbabile ma forse e proprio quella che si vuol comprare: la speranza di una vincita, di una mano che ti solleva, di un respiro tranquillo in un momento di affanno.

Poi ci sono i malati del gioco. Una malattia in costante e preoccupante aumento. Disgraziati che non giocano per risolvere un problema, per innocuo divertimento, per noia o indifferenza, ma malati che non possono farne a meno di giocare e lo fanno dilapidando i loro averi, distruggendo le loro famiglie, annientando le proprie menti indifferenti a tutto e a tutti con l’unico e desolante scopo del giocare. Un percorso perverso in cui il gioco diventa il fine e non più il mezzo. Non giocano oramai più per vincere, e sono perfettamente consapevoli di perdere, ma non possono più farne a meno: giocano solo per giocare.

Tutto questo non fa che impoverire un paese già in difficoltà e le facce sorridenti che si vedono, i cartelloni pubblicitari pieni di promesse e di ottimismo, gli stessi dirigenti delle lotterie che espongono con soddisfazione i risultati raggiunti… mentono. Non c’è niente di cui poter sorridere, non ci sono risultati da vantare, non ci può essere soddisfazione per questo segnale di scadimento delle condizioni generali del paese e se da questo aumento di interesse e di capitali lo stato trae maggiori risorse, ebbene quelle risorse sono strappate alle famiglie più deboli, rubate alle menti più disperate, sottratte a beni più essenziali delle famiglie in difficoltà.

I ricchi hanno sempre giocato, i molto poveri non hanno denaro per giocare. Nei momenti di difficoltà economica del paese sono i ceti medio-bassi che vi si rivolgono con la speranza di una vincita che permetta loro di mantenere il livello di vita precedente. E’ per questo che un aumento del gioco o del numero di “appassionati” rappresenta un indicatore abbastanza fedele del disagio sociale ed economico di una classe media che sta progressivamente scivolando verso il basso trascinando con se quei consumi che il Presidente continua a sollecitare ma che non possono arrivare. Un autentico segnale di crisi che dovrebbe far riflettere.

 

 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di http//illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.218) 8 dicembre 2008 23:47

    A parte la cantonata presa dal matematico Roberto Vacca,che affermò l’impossibilità di indovinare il 6, poco prima che si indovinasse e che distribuisse circa 12 o 14 miliardi di vecchie lire (con un sistema di sei quote salvo errore: e non con una giocata come spesso si sente dire).In realtà a volte si giocano decine di euro. Ci sono società che raccolgono giocate per migliaia di euro: per alcuni, non solo per i tabaccai , è una professione. Solo che non è ,a mio avviso, onesta. Come non lo è lo stato che, di fatto, vince sempre. Se non sbaglio l’unico gioco d’azzardo che è regolare nelle possibilità è la roulette, dove si gioca ad armi pari con il banco. E’ come con il gratta e vinci. Poi da quando c’è l’invasione di cinesi le giocate sono aumentate. Sono appassionati (o malati come lo siamo noi) dei giochi d’azzardo, sono patiti delle scommesse (in giro è pieno di locali dove ormai si scommette su diversi sport,anche quelli considerati minori ma che,per chi ha la febbre del gioco, sono una panacea e un pozzo senza fine dove buttare i soldi). Il tragico è vedere anziani e giovani giocare: a volte sono persone senza speranza. E uno stato che vive sulle delusioni altrui, sulle sofferenze dei propri cittadini, è da condannare. Hanno anche inventato la percentuale che va destinata al ripristino di opere d’arte, un po’ come quelli che donano dei centesimi per opere pie e li prelevano dagli acquisti su alcune marche di detersivi. Si specula sul dolore e sulla sensibilità delle persone. 

    • Di DEEDY (---.---.---.141) 13 dicembre 2008 10:58

      SE NON SBAGLIO DA PARTE DI UN’ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI E’ STATA CONTINUAMENTE ADOMBRATA UN’EVENTUALITA’ SOSPETTA CHE LE VINCITE SOSTANZIOSE, QUELLE MILIARDARIE SIANO STATE " MANIPOLATE" . IL SOSPETTO VIENE DAL FATTO CHE QUESTE SIANO AVVENUTE IN SICILIA. NON VIENE DA PENSARE CHE HACKER INFORMATICI SONO AL LAVORO PER CREARE VINCITE DA ESSERE DISTRIBUITE A "SOCIETA" DI CA/OSA NOSTRA ? E’ BENE RIFLETTERE, PERCHE’ L’ING. VACCA CON I SUOI CALCOLI NON E’ FUORI DI TESTA. LE POSSIBILITA’ SONO MILIONI ANCHE SE QUALCHE VOLTA POTREBBERO ANCHE ESSERE AZZECCATE, MA NON COSI’ FREQUENTEMENTE. SI SAPPIA CHE SISTEMI MATEMATICI COSTEREBBERO MILIARDI PER POTER ESSERE PLAUSIBILI. RICORDIAMO CHE LA PRIMA VINCITA MILIARDARIA AVVENNE A GROTTAGLIE (TARANTO). PER UN SISTEMA VENNERO RACCOLTE UNA CIFRA SPAVENTOSA TRA GLI SCOMMETTITORI TRA CUI IL SOTTOSCRITTO CHE IN FAMIGLIA CI RIMISE 500MILA LIRE. SI SCOPRI’ POI CHE IL SISTEMA COME ERA STATO FATTO NON FU ACCETTATO DALL’ENALOTTO E QUINDI NON SI SEPPE MAI SE SAREBBE STATO IN GRADO DI VINCERE. 

  • Di Gattu-gattu (---.---.---.2) 9 dicembre 2008 11:09

     

    Quanta ipocrisia, non si trovano le risorse per contrastare la fame nel mondo ma in un battibaleno si trovano miliardi di euro per salvare un sistema bancario che è causa prima del dissesto economico mondiale.

    Forse fra i ricchi da sempre, qualcuno lo sarà un po’ meno a favore di altri appartenenti alla stessa cerchia - mentre per compensare le stravaganze e i costi di questo “GLOBAL-MONOPOLI” le fila dei poveracci si allungheranno a dismisura.  

    Ha profondamente ragione - è un’inquietante fotografia dell’attuale Italia che viene invitata a spendere per compensare i miliardi andati in fumo della crisi mondiale. Si gioca senza chiedersi chi ha bruciato tutti quei soldi .....o meglio ancora chi da cositanto falò ha avuto benefici! 

    • Di (---.---.---.229) 13 dicembre 2008 07:16

      gentili signori , ma gli ipocriti siete voi e le vostre convinzioni .
      Ma anziani , poveri giovani , persone che lavorano ma sono per voi tutte divente malate di mente...chi gioca avrà il diritto di spendere i propi soldi come vuole o abbiamo bisogno che qualcuno che c’è lo insegni. Quanti si ubriacano ,vietiamo il vino, quanti danneggiano la loro salute fumando, vietiamo le sigarette, quanti si procurano traumi a fare sport , vietiamo lo sport visto che come assistenza sanitaria al cittadino costa un sacco di soldi.
      Ma in quale mondo vivete sulla Luna ....

    • Di P.G. (---.---.---.191) 13 dicembre 2008 15:26

      ...dispiace che lei non sia d’accordo sull’articolo. Io penso che gli anziani dovrebbero essere meglio assistiti, i giovani avere più opportunità di lavoro, i lavoratori spendere meglio i pochi soldi che ricevono come stipendio. Coltivare la soluzione di un problema col gioco non è solo inutile, viste le statistiche, ma anche "da coglioni" come si dice da noi in Toscana. Il fumo è considerato al pari di una malattia cronica, il vino è ottimo in dosi moderate. Nella vita bisogna scegliere, chi sceglie bene si trova meglio di chi sceglie male, è ovvio, ma ha le stesse possibilità di scelta. Ognuno pagherà, alla fine i suoi conti. Saluti G.P.

    • Di Bugatti (---.---.---.22) 15 dicembre 2008 14:15

      Passare una vita di lavoro triste e ripetitiva ed imparare dalla cassa integrazione a sciupare il tempo inutilmente libero è...!? E’ dura, dura veramente a spiegarla all’uiniverso mondo.  A.R.C.I. Associazione Ricreativa Culturale Italiana. In quanti e soprattutto i frequentatori odierni di tale luogo sa cosè o dov’è lui stesso quando è all’interno di tale locale? Quando ero presidente del Circolo ARCI del mio paese, esisteva solo un flipper, il gestore del circolo lo teneva quasi sempre spento come un qualsiasi altro strumento non indispesabile ( erano gli anni ’80, gli ultimi della non dipendenza) Ora se si guasta una di quelle "macchinette infernali mangiasoldi" si rischia la chiusura del locale per fallimento. I’infernale tintinnio su quella lastra d’acciaio degli euro che cadono in caso di vincita è deflagrante per un povero cervello (basterebbe metterci un ovatta sotto ed il richiamo strumentale al gioco sarebbe attutito) Non voglio chiamarli coglioni, ma se si ha la tendenza a rimanere poveri in tutti i sensi , oltre coglioni sono anche dei bischeri. Ma come, stai tutto il giorno a mettere un mattone sopra l’altro, al freddo, magari su di un tetto, esposto all’acqua ed al pericolo e se fai l’imbianchino non corri a casa tua a farti una meritata doccia calda ma... vai a mettere in quelle macchinette infernali più della metà dei tuoi soldi? Un gionale ed un "grattino" disse quella dopo di me, dopo un po... tre "grattini" ed il giornale sbirciava il mio. Quanta povertà si manifesta in un paese impoverito e gli appelli a spendere fatti dal più ricco di tutti noi è una nefandezza per non dire peggio. Buona fortuna . ma di quella vera e reale.

    • Di DD (---.---.---.140) 17 dicembre 2008 11:35

      Penso che il problema principale oggi é che con certa gente non si ^puo’ ragionare. Se uno non ci arriva alle cose non c’é niente da fare. Quindi la prossima volta faremmo meglio a ignorare commenti tipo quelli dell’anonimo 81. Alla fine la crisi e i problemi hanno un senso proprio perché danneggiano i poveri fessi che non capiscono le cose. Tutti non le capiamo ovviamente, chi piu’ chi meno, ma alcuni é meglio lasciarli nelle condizioni spirituali in cui vivono.

  • Di michelangelo (---.---.---.100) 21 dicembre 2008 17:54

     Svendesi cittadineanza italiana.
    Lo stato che produce e vende le sigarette per attentare alla salute dei suoi cittadini per poi affidarli , quelli che restono in vita, alla malasanità che a sua volta non riesce a debellare.
    Lo stato che consente, per sua incapacità, lo spaccio del 90% della droga che entra in italia con tutto ciò che ne consegue.
    Lo stato che permette, per sua inettitudine, che mafia e camorra insanguinano le nostre strade.
    Lo stato è il calcio ...
    Lo stato è le morti bianche ...
    Lo stato dei pochi ricchi sempre più ricchi ....
    Lo stato della maggioranza di poveri sempre più poveri ...
    Lo stato che ha consentito alle banche di delapidare i risparmi dei suoi pensionati ...
    Lo stato che istiga, solamente per suo interesse, gli italiani a sperperare i loro soldi rimasti all’enalotto là dove è più facile fare un buco nel pavimento e trovare il petrolio che vincere le utopistiche fortune.
    Che stato è? Mi dimetto.

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