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Gli irriducibili

Come si fa a non voler lottare per la propria vita? È una domanda che si pongono gli stessi medici curanti negli ospedali di come si possa rischiare e affrontare la morte per un assurdo rispetto di un principio, di una propria e malsana idea.

È veramente difficile capire da parte nostra, di cittadini normali responsabili e vaccinati, i motivi che spingono molti no-vax in reale pericolo di vita a rifiutare le cure che potrebbero salvarli. Difficile e frustrante deve essere soprattutto per quei medici che si trovano in prima linea contro questo flagello sanitario economico e sociale e che si vedono rifiutare con ostinazione il loro aiuto.

Non sono la maggior parte dei cittadini, diciamolo subito, e i giornali sono pieni di interviste a negazionisti del vaccino ricoverati in terapia intensiva che riconoscono di aver sbagliato e fatto una sciocchezza a non vaccinarsi. Talvolta con dichiarazioni fatte volutamente dai loro luoghi di cura in ospedale, appena stanno meglio e possono parlare senza affanno e liberi da quelle orrende maschere per ossigenare il loro sangue.

Non sarebbe corretto, dice qualcuno, evidenziare queste dichiarazioni perché sembra esserci una evidente nota di ipocrisia in chi legge, una forma di rivalsa tipo “te la sei cercata” o anche “ben gli sta” fino a “li curiamo con i nostri soldi”. Anche perché sembra che questo non serva a convincere gli altri no vax che di solito attribuiscono la colpa della morte non alla mancanza di anticorpi vaccinali diretti contro il virus ma alle cure sbagliate, ai medici incompetenti e magari prezzolati dalle multinazionali del farmaco.

Riferiscono i medici che ci sono persone che addirittura rifiutano le cure anche quando sono in grande carenza di ossigeno in seguito a gravi infezioni polmonari, qualcuno già con le unghie blu dalla cianosi. Le unghie sono normalmente rossastre perché il sangue che traspare al di sotto contiene la normale quantità di ossigeno, quando questo invece manca il sangue perde il suo normale colore rosso (rosso sangue) e le unghie prendono una sfumatura bluastra, segno evidente di una grave mancanza di ossigeno che può mettere in pericolo la stessa vita del paziente.

Come si può spiegare questa posizione così drasticamente illogica, così chiaramente pericolosa, così in contrasto con la necessità e la sicurezza del vaccino, così distante da quell’istinto di conservazione presente in ognuno di noi che ci portiamo fino alla morte?

Basta pensare a chi deve lottare contro malattie gravi come il cancro e deve sopportare nel lungo calvario un’infinità di interventi operatori, di terapie invalidanti odiose e pericolose, periodi di letto e dolori, di un continuo peregrinare da e per luoghi di cura che impegna paziente e familiari. Un calvario che lo proietta in un mondo a parte fatto solo di preoccupazioni timori e speranze. Ebbene in tutti questi non manca mai una lotta strenua per la sopravvivenza, il desiderio fortissimo di vivere, magari non per molto e magari non nelle condizioni di una vita precedente, ma il desiderio di continuare a vivere non manca mai e supera ogni altro interesse, ogni altro obbiettivo. Continuare a vivere diventa l’obbiettivo primario e ogni sforzo, ogni sacrificio non viene lesinato per raggiungerlo.

Come possono, questi personaggi, porsi in maniera così lontana dalla evidenza? Per non parlare di quelli che oltre a rifiutare le cure (e spesso pagare con la vita a loro scelta) si scagliano contro gli stessi sanitari con minacce e anche aggressioni per evitare le terapie che potrebbero salvarli. Gli stessi medici sono stupiti increduli e sconvolti perché il medico ha fatto il solenne giuramento di curare tutti coloro che ne hanno bisogno e cercare di guarire è il suo compito primario. Non solo per ufficio ma anche per predisposizione personale, per scelta di vita, e vedere morire davanti a sé persone che egli poteva salvare solo per un’assurda paura o un incomprensibile principio li lascia addolorati, interdetti e pieni di rabbia.

Forse per capire bisognerebbe tornare al medioevo, ai tempi delle streghe, dei dogmi assoluti da rispettare pena la morte, dei bruciati sul rogo. Quella è stata la fase dell’umanità più oscura di sempre, tempi lontani dal sapere, dalla scienza, dalla minima condizione e cognizione di socialità, di giustizia, di responsabilità civile. Questi individui sembrano venire e appartenere a quel passato remoto. Hanno tutti i confort moderni, usano i social e Internet per i loro proclami, sono integrati in una società avanzata di cui usano e conoscono tutto ma hanno acquisto, usando canali non riconosciuti e spesso devianti, una generale sfiducia in tutto quello che è ufficiale, rigoroso, in questo caso scienza, governo, dati, evidenza pratica, chiesa.

Ognuno di noi ha conoscenti che rifiutano il vaccino e sono persone che abbiamo sempre definito e considerato normali. Ma dentro di loro forse alberga una insoddisfazione di fondo, un humus sottile che questa pandemia può aver evidenziato e ampliato. Un sentimento di sfiducia che a causa della radicalizzazione dello scontro fra si e no vax si è accentuato al punto di diventare ineludibile, insopprimibile, inderogabile talvolta anche a costo della propria vita.

Fra i no vax bisogna, purtroppo, anche contare alcuni medici, irresponsabili e sicuramente pericolosi, come quello balzato ultimamente alle cronache giudiziarie: falso in atto pubblico per 150 false attestazioni di avvenuta somministrazione di vaccino con regolare rilascio di Green Pass, peculato per 120 dosi di vaccino ritirate dalla Asl e distrutte sono le pesanti accuse per cui un medico di medicina generale convenzionato con l’ASUR di Ascoli.

I primi dell’anno è stato arrestato dai Carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno dopo una lunga serie di accertamenti, pedinamenti, riprese video e per una evidente e sospetta sproporzione nel ritiro di vaccini in confronto al numero degli assistiti. Assistiti anche di altri medici meno compiacenti o, più correttamente, più ligi al loro giuramento di operare con scienza e coscienza.
Una prece e un augurio per i suoi sfortunati 475 assistiti, ora liberi di farsi finalmente curare.
 

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