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Le risorse della Terra? Esaurite il 29 luglio

INFOGRAFICA Earth Overshoot Day 2021 – L’effetto pandemia è durato poco. Il ricorso al business as usual per fare ripartire l’economia ha riportato la data dell’Earth Overshoot Day, il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra, al 29 luglio.

Un arretramento rispetto al 22 agosto del 2020 quando la crisi sanitaria aveva favorito la riduzione dell’impronta ecologica dell’uomo sul Pianeta. Un dato, quello rilevato da Global Footprint Network per l’anno in corso, che anticipa di 154 giorni la naturale scadenza (31 dicembre) di quando la Terra è in grado di rigenerare le risorse consumate in 12 mesi e vicino al record del 25 luglio raggiunto nel 2018. Un risultato negativo reso ancora più grave se si considera che l’emergenza Covid è ancora in atto e ha rallentato le attività economiche anche nei primi mesi del 2021, fattore che avrebbe dovuto rendere meno gravoso il consumo delle risorse naturali. Un andamento che conferma l’incapacità dell’uomo a perseguire soluzioni capaci di garantire un benessere diffuso nel rispetto della natura, inettitudine grave in tempi di elevato degrado ambientale che mette a rischio gli equilibri dell’ecosistema Terra con pesanti conseguenze per l’uomo e le altre specie viventi.

Cresce l’impronta di carbonio

A fare anticipare nuovamente l’Overshoot Day mondiale sono l’aumento dell’impronta di carbonio del 6,6% rispetto al 2020, nonché la diminuzione dello 0,5% della biocapacità forestale globale dovuta in gran parte al picco della deforestazione in Amazzonia: solo in Brasile, nel 2020 sono stati persi 1,1 milioni di ettari e le stime per il 2021 indicano un aumento della deforestazione fino al 43% su base annua. Preoccupano anche le emissioni globali di CO2 legate all’energia, attese in crescita del 4,8% rispetto allo scorso anno a causa della ripresa economica. In particolare, si prevede che l’uso globale del carbone aumenterà nel 2021 e si stima che quest’anno contribuirà al 40% dell’impronta di carbonio totale. Per contro, l’impronta di carbonio dei trasporti rimane inferiore ai livelli pre-pandemia. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), le emissioni di CO2 derivanti dai viaggi aerei nazionali e dal trasporto su strada dovrebbero essere inferiori del 5% rispetto ai livelli del 2019, mentre il calo dell’aviazione internazionale dovrebbe attestarsi a -33%.

Il mondo diviso tra Quatar e São Tomé

La data del 29 luglio significa che l’umanità utilizza il 74% in più di ciò che gli ecosistemi del pianeta sono in grado di rigenerare. Per soddisfare questa brama di risorse naturale avremmo bisogno di 1,7 Terre, 5 se tutti gli abitanti del pianeta avessero le stesse abitudini degli statunitensi, 2,8 se fossero tutti “italiani”. Un risultato, quello del Bel Paese, che porta Overshoot Day nazionale al 13 maggio (qui l’articolo dedicato), data che condivide con il Portogallo e non troppo lontano da quella di Svizzera (11 maggio) e Nuova Zelanda (15 maggio). Il record negativo rimane saldamente in mano al Qatar, capace di esaurire le proprie risorse naturali il 9 febbraio, ossia in appena 40 giorni. Male anche Lussemburgo (15 febbraio), Emirati Arabi Uniti (7 marzo), Bahrain (9 marzo), Trinidad and Tobago (12 marzo), Mongolia, Bermuda, Kuwait, Canada e Stati Uniti (14 marzo). In Europa salgono sul podio dei “cattivi” accanto al Lussemburgo anche Estonia (23 marzo) e Danimarca (26 marzo) che precede di poco il Belgio (30 marzo). Per contro, le più virtuose sono Albania (12 ottobre), Georgia (25 settembre) e Ucraina (8 agosto). A livello mondiale, l’impronta ecologica minore l’hanno il piccolo arcipelago São Tomé e Príncipe (27 dicembre), l’Indonesia (18 dicembre) e il Chad (16 dicembre).

 
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