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Le ragioni di un successo

In questi, che sono i suoi giorni del barcollo “ma non mollo”, viene spontaneo porsi dei quesiti su Berlusconi, sul suo successo e su quello che identifica.

Nella serata di martedi mi è capitato di vedere, in TV, un sondaggio che lo dava ancora come il candidato premier preferito in numeri percentuali, una percentuale non immensa, il 17%, ma la migliore tra una mezza dozzina di candidati.

Berlusconi, moralmente, date per vere tutte le sue amoralità (ma questo per chi lo ama è un dettaglio insignificante), è un uomo mediocre, disposto ad aiutare le Ruby, frequentatore di party in salsa “bunga bunga”, rappresentante di quella categoria per i quali con i soldi si fa tutto.

Dettagli, questi e magari altri, dicevo, insignificanti agli occhi dei suoi fan. Essi infatti sono null’altro che i requisiti necessari per essere il Berlusconi presente o sognato (scegliete voi il conio) in ognuno di loro e son certo che anche tra chi non lo vota qualcuno si morde le labbra dalla rabbia di non avere il coraggio, intimo, di votarlo e sostenerlo.

In questi anni ho speso molte energie diffondendo un certo verbo politico, antipartitocratico innanzitutto, tempo e fatiche inutili probabilmente visto lo scenario è questo… Gente che si riconosce in chi si beffa in sostanza di ogni regola, in chi interpreta l’atteggiamento scellerato ed immorale, completo di ogni piccolo difetto, dell’italiano medio, cioè di colui che (come minimo) fischia alle ragazze che passano per le strade,se può evade, sorridendo, le tasse e tira sempre fuori la battuta anche quando sarebbe meglio tacere.

Berlusconi in natura probabilmente non era tutto questo, ma da persona furba ed intelligente, scoperto il DNA italico ha saputo interpretarlo al meglio, tirandone fuori il massimo risultato.

Passeranno gli anni, gli italiani resteranno, Berlusconi (lo impone la natura) no, chi voteranno poi gli italiani?

Coloro che si affacciano alla finestra dell’area di appartenenza di “Sua Emittenza” mi sembrano di tutt’altra pasta…

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