Le mani sul Sannio: piani regolatori, housing sociale e riciclaggio di denaro. Intervista a Gabriele Corona
“Viviamo un momento storico per il Sannio, e per Benevento in particolare. C’è il rischio che la nostra diventi definitivamente e organicamente un’economia assistita dalla Mafia”. A parlare è Gabriele Corona, 56 anni, attivista politico e ambientale, sindacalista. Anche dipendente comunale, negli ultimi giorni a rischio di trasferimento dal Settore Urbanistica in cui lavora da anni, e per cui è “molto temuto, specie da imprese e politici. Temono il mio approccio critico”, dice, sorridendo. Ma la notizia, comunicata proprio alcuni minuti prima del nostro colloquio, è che Corona non sarà più trasferito. Il tema, però, dell’intreccio possibile tra mafie e appalti resta molto attuale: “Attuale anche se poggia su un retaggio antico. Qui i piani regolatori e l’urbanistica sono sempre stati il terreno decisivo per alleanze politiche, conflitti tra fazioni, cambi di casacca”. Il problema è capire quanto il “lavaggio” del denaro della criminalità stia diventando frequente. E quanto sia contrastabile.
Temo che c’entri con l’avvio del Piano Comunale Urbanistico, così come dell’housing sociale e del Piano Case. In ballo, ci sono circa 3500 alloggi da appaltare e costruire. Giustificano questa colata di cemento con la previsione di un forte innalzamento di popolazione della città, previsione non confortata da alcuno studio serio. Secondo l’analisi della mia associazione “Altrabenevento”, valorizzando alcune strutture tuttora non utilizzate, anche per l’housing sociale, basterebbero 1500 alloggi. Allora significa che gli interessi a costruire sono molti. E non me ne stupisco: l’edilizia è da sempre la prima fonte di economia di questa città, se non di tutta la zona.
Io dico che ci sarebbe il modo di contrastare ogni sospetto che questi collegamenti esistono. Attraverso leggi e protocolli di legalità; ma che queste misure non vengono prese sempre. E questo è sospetto. Si poteva evitare, ad esempio, di concedere il certificato antimafia a Vincenzo Perdono, condannato a cinque anni per la costruzione di ville abusive a Casalnuovo.
Le intelligenze non avvengono più tramite appalti pubblici. L’ultimo caso risale alla società “Archè” di Antonio Cavaliere, tra l’altro cognato di Cosentino, nel 2006. Adesso il riciclaggio avviene per terreni privati, attraverso molte forme. Per frammentare e nascondere la fonte originaria: e allora, oltre le imprese di costruzione, vengono coinvolte finanziarie, agenzie di mutui, mediatori, ditte civetta. Un gioco di scatole cinesi piuttosto complesso. I magistrati ammettono che diventa molto difficile riconoscere le origini di flussi di capitale, diviso in molti rivoli, che stanno investendo nel Sannio, come ha recentemente ribadito il capo della DDA di Napoli Cafiero De Raho.
Una vera e propria svolta per la nostra economia. La normativa recente ha impedito facili trasferimenti di capitale, perciò le mafie investono in zone lontane da quelle di provenienza. Oramai è chiaro a tutti: la camorra va in Toscana ed Emilia, la Ndrangheta in Lombardia. Il Sannio può diventare molto appetibile, come già succede da tempo. Quello di cui parlo è la definitiva e strutturale trasformazione del territorio in un sistema assistito dalla criminalità, come spiega bene Mario Centorrino nel volume “Economia assistita da Mafia”, edito da Rubbettino, in cui si rovescia il cliché che ritiene la mafia come effetto dell’economia assistita.
Potenzialmente, è il centro di questa trasformazione. I segnali ci sono tutti: il Puc, l’housing sociale sono stati al centro delle campagne elettorali. E quando ci sono in vista tante costruzioni, c’è pure chi ha tanto denaro da spendere.
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