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Le evasioni (fiscali) che hanno creato i nuovi poveri

Il sessanta per cento delle famiglie italiane, per riuscire a pagare le tasse e per comperare da mangiare, ha già da qualche tempo iniziato a mettere mano ai propri risparmi. Crisi economica, aumenti di ogni genere hanno costretto il “popolo di risparmiatori” a ricorrere alle riserve. 

E per fortuna che qualcuno è riuscito a mettere da parte qualcosa. Infatti in tempi passati era possibile in modo più facile ed agevole risparmiare, nel senso che tutti, ma proprio tutti potevamo evadere il fisco in modo condiviso e con la complicità di terzi, scegliendo arbitrariamente se pagare o meno l’IVA durante i nostri acquisti. È facile risparmiare rubando. I nostri “compagni di evasione” di sempre sono stati: dentisti, meccanici, parrucchiere, idraulici, falegnami, elettricisti, impresari edili, notai, avvocati, veterinari. Tutti!

Anzi il più delle volte eravamo tratti in tentazione proprio dai professionisti cui ci rivolgevamo per i servigi, i quali ci sventolavano sotto il naso la possibilità di risparmiare tantissimi soldi se non richiedevamo la famosa fattura. Per non parlare poi di quelle aziende che erano definite in modo anomalo “sane”, le quali pagavano le ore straordinarie tutte in nero e se si chiedeva di riversarne almeno il 20% in busta paga per aumentare il potere d’acquisto verso le banche, la minaccia era quella che non avresti potuto farne più e che altri ne avrebbero fatte al tuo posto senza creare troppi problemi. Non trascurando chi “assumeva” in nero la gente con tutti i rischi correlati.

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Povertà Oggi
Povertà dilagante

Qualcuno si ricorderà quel periodo di austerity a cavallo tra il 1973 e il 1974 quando molti governi europei furono costretti ad emanare provvedimenti restrittivi per contenere il consumo energetico. Si parlava di crisi ma di fatto fa sorridere rispetto a quella cui stiamo assistendo oggi. A quei tempi non si andava a mangiare alla Caritas o a rubare nei supermercati. A quel tempo gli scaffali dei supermercati erano vuoti a causa della crisi energetica ma c’erano i soldi per comperare il mangiare, oggi non ci sono i soldi ma i supermercati sono strapieni di cibo.

Diciamo che si viveva dignitosamente, senza troppi grilli per la testa e senza troppe rinunce. Ogni estate la gente si faceva le vacanze e non come oggi un fine settimana o al massimo una settimana per i più fortunati, ma un mese, quindici giorni a giugno e poi magari una settimana o dieci giorni in montagna a settembre. Forse è vero che le cose costavano meno rispetto ad oggi ma io ho sempre sentito la gente lamentarsi degli stipendi inadeguati e che faceva da ago della bilancia era appunto la possibilità di un’evasione del fisco arbitraria.

Per anni abbiamo continuato a votare un manipolo di “politicanti” che ci avrebbe permesso e garantito di continuare a “risparmiare” anche se si era consapevoli che si sarebbero ingrassati come porci alimentando e facendo crescere quella classe dirigente che oggi abbiamo definito “casta”.

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Anziano Povero
Lo specchio del Paese

Così oggi i tempi sono radicalmente e drasticamente cambiati e gioco forza dobbiamo farcene una sacrosanta ragione. Non solo le banche e la crisi globale ma anche noi nel nostro piccolo abbiamo favorito il disastro nazionale, conniventi di quanto stava accadendo, colpevoli quanto i politici che avevamo scelto, di fare il nostro sporco interesse. Correre ai ripari per tentare di porre rimedio è l’unica cosa che, a questo punto, possiamo fare.

Si può iniziare a comporre il 117 e denunciare tutte quelle forme di evasione fiscale cui assistiamo inermi. Dalle vetture di grossa cilindrata con targa straniera i cui proprietari non pagano mai le multe che vengono loro contestate. Denunciare tutti gli esercenti pubblici che non producono lo scontrino fiscale. Porsi qualche domanda su chi conduce una vita al di sopra del reddito prodotto e magari infilare qualche pulce nell’orecchio alla finanza penso che sia diventato un dovere civico. 

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