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Le bandiere sgualcite delle Olimpiadi

Quando il tris delle bandiere italiane s’innalzava nel cielo di Londra, frutto della leggendaria vittoria, tutta italiana, messa a segno dalle nostre brave e belle fiorettiste, la gioia è stata immensa, indescrivibile. Le note dell’inno di Mameli, la felicità e la commozione delle nostre atlete ci stavano regalando uno dei momenti rarissimi in cui vien fuori prepotentemente l’orgoglio di vederci tutti accomunati sotto quei tre tricolori che contemporaneamente sovrastavano, non solo lo stadio olimpico ma anche i nostri cuori.

Quello che in un certo qual modo, secondo il mio personale avviso, è stata una nota sgradevole e per certi versi anche “indecorosa” è stato lo stupore e l’irritazione nel vedere che le tre bandiere italiane, rappresentative dei tre splendidi piazzamenti da podio, erano disgustosamente sgualcite.

Ho notato che anche in altre premiazioni, alcuni vessilli di altre nazioni venivano alzate al cielo della gloria, stropicciate. Non ditemi che sono alla ricerca del pelo nell’uovo, solo che appartenendo a quella schiera in cui crede in certi ideali, ritengo che l’organizzazione dei giochi olimpici avrebbe dovuto dedicare qualche decina di sterline in più alla cura e presentazione dignitosa delle bandiere. Troppi i miliardi spesi, troppe le teste pensanti in gioco e nessuno invece ha pensato che issare delle bandiere sgualcite poteva essere interpretato come mancanza di rispetto e di sensibilità dovuta, anzi necessaria, nell’organizzazione di eventi di così alto spessore.

Una dimenticanza, una superficialità, una vera caduta di stile che cozza mostruosamente con il classico cerimoniale inglese. Una disattenzione che qualcuno potrebbe anche interpretare o meglio annoverare tra la solita arrogante superficialità anglosassone.

Sta di fatto che questo a me ha dato molto fastidio. M’irrita ulteriormente che anche questa mattina, terzo giorno di Olimpiadi, la bandiera australiana si presentava come un panno appena uscito dalla lavatrice.

Spero che gli organizzatori se ne accorgano, che pongano i necessari rimedi e, soprattutto, sempre che ciò non sia troppo per la flemma inglese, sappiano chiedere scusa, sempre che ciò non appartenga ai protocolli comportamentali inglesi. 

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