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Le armi che Leonardo Italia ha venduto alle forze armate del Qatar

Sistemi di guerra per 6 miliardi e 144 milioni di euro. Ammonta a tanto il valore complessivo delle autorizzazioni governative all’esportazioni di armamenti italiani al Qatar nel solo biennio 2017-2018. L’emirato sin troppo condiscendente con le fazioni e milizie jihadiste salafite è uno dei partner commerciali di punta del complesso militare-industriale nazionale.

 Cacciabombardieri ed elicotteri pesanti; corvette, navi d’assalto e sottomarini; missili aria-terra e anti-nave; cannoni e mitragliatori; sistemi radar e sofisticate apparecchiature di telecomunicazione. L’Italia vende di tutto e di più al Qatar con la benedizione del ministero della Difesa e dei vertici delle forze armate. In pole position nell’indigesta classifica dei produttori e mercanti di morte la maggiore holding del comparto, Leonardo (ex Finmeccanica), controllata per il 30,2% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. A Doha, Leonardo è di casa da decenni e i suoi manager hanno anche fatto da testa di ponte per la penetrazione nel mercato qatarino di altre importanti aziende produttrici di armi, nazionali e internazionali. L’11 settembre 2018, MBDA, il principale consorzio europeo nella realizzazione di sistemi missilistici (tra gli azionisti i colossi Airbus, BAE Systems e per il restante 25% Leonardo) Antonio Perfetti e l’ammiraglio Ibrahim Saad Al Kubaisi, vicecapo di Stato maggiore dell’emirato.
Khalid Bin Muhammad Al-Attiyah.
 
14 marzo 2018 la Barzan Holdings, società intermante controllata dal Ministero della Difesa del Qatar, firmava un ordine del valore di 3 miliardi di euro con il consorzio NHIndustries’azienda italiana è fortemente presente anche nel mercato elicotteristico privato e commerciale: un numero notevole di velivoli sono stati venduti in particolare alla società Gulf Helicopters che svolge attività di trasporto, eliambulanza e supporto alle operazioni offshore e, per conto della stessa Leonardo, anche funzioni di tipo addestrativo. Il 29 gennaio 2020 la Gulf Helicopters ha annunciato di aver acquistato dall’holding italiana la nuova variante dell’elicottero bimotore AW189K che a partire dalla seconda metà dell’anno sarà impiegata per il trasporto offshore, la ricerca e il soccorso, l’impiego antincendio, ecc.. Sempre in ambito “civile”, Leonardo ha fornito recentemente il radar per il controllo del traffico aereo dell’aeroporto internazionale di Doha.
 
Nell’ambito della commessa per la progettazione e costruzione dello stadio Al Bayt di Al Khor City in vista dei Mondiali di calcio 2022, il general contractor (Galfar Misnad Engineering di Doha e le italiane Salini-Impregilo S.p.A. e Cimolai S.p.A.), ha affidato nel settembre 2016 l’intero pacchetto relativo alle componenti elettroniche e meccaniche dell’infrastruttura e ai sistemi di sorveglianza e comunicazioni ad una joint venture costituita da Leonardo e dalla PSC S.p.A. di Roma, società controllata dalla famiglia Pesce e, per il restante 40%, da Fincantieri e dalla Cassa Depositi e Prestiti del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
 

Articolo pubblicato in Africa Express il 27 maggio 2020 (“Dossier Silvia Romano”)

Foto: Enrico Strocchi/Flickr

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