Le Monde: il problema dell’Italia? Silvio Berlusconi
Crisi, debito pubblico, conti da risanare, fondamenti economici saldi, complotto dei mercati contro l'Italia... Sembra una questione molto complicata, quella della crisi econimica italiana, ma l'editorialista di Le Monde taglia corto: il vostro problema reale è Silvio Berlusconi.
Tutta la stampa italiana parla della nostra situazione economica, ma quando anche gran parte della stampa esterna ne parla... allora vuol dire che ci troviamo davanti a un problema reale.
Il discorso del Presidente non ha tranquillizzato i mercati, che oggi registrano in apertura i Bpt a quota 400 e tutte le borse in calo. La crisi fa paura in tutto il mondo e il mercato non è pronto a rischiare con investimenti azzardati sui paesi che non dimostrino solidità politica e piani immediati di cambiamento per ottemperare al pagamento del proprio debito pubblico.
L’editorialista di Le Monde non contesta il fatto che le “fondamenta economiche” dell’economia italiana siano solide (come li ha definiti il Premier), ma spiega come ci siano tre grandi problemi: l’Italia ha un deficit del budget che raggiunge i 2000 miliardi di euro, cioè il 120% del PIL dell'eurozona. Inoltre, l’economia italiana è stagnante con una crescita del solo lo 0,8% nel 2011. Ma il problema, che non è da sottovalutare, è la poca fiducia che sembra persistere tra i mercati per la capacità di agire e l’autorità politica di Silvio Berlusconi, del suo Governo e della Maggioranza in generale.
Ma non è finita qui. A pagina 4 e 5 si trovano diversi articoli che commentano la nostra situazione. Dalle colonne del corrispondente di Le Monde a Roma, Salvatore Aloise, dopo una breve e chiara esposizione dell’evoluzione dei fatti, si leggono pesanti osservazioni sulla linea di governo del Presidente. Se da una parte spiega come tutto sia preposto a spostare il problema in avanti e lasciare la patata bollente al prossimo governo che si insedierà nel 2013, dall’altra accusa che il Premier sia rimasto impelagato nei suoi problemi legali. Anzi, si legge che “la sua priorità sembra essere soprattutto quella di evitare i propri processi".
Il gesto più coraggioso, conclude, sarebbe quello di anticipare le principali questioni del piano di austerità, prima cioè del 2014. Tuttavia la coalizione di maggioranza, che rimane unita solamente “grazie a dei parlamentali detti ‘trasformisti’”, non dimostra una coesione tale da permettere un’immediata azione di risanamento. Infatti, non solo le regioni, ma anche la Lega Nord si oppongono alle misure proposte. Tuttavia, Benedetta Marzinotto, economista italiana intervistata da Claire Gatinois, afferma che è impensabile un'uscita dell'Italia dall'euro: a livello politico, sarebbe un gesto che rovinerebbe troppo l'immagine dell'Europa.
In un trafiletto che arriva direttamente dalla Commissione europea di Bruxelles si legge un invito all’Italia, e alla Spagna, ad agire seriamente sulle economie del proprio paese. L’italia, precisa, “deve intervenire da oggi al 2014 sui salari affinché riflettano meglio la produttività. intensifichi la concorrenza sui servizi e incoraggi l’accesso dei PME ai capitali.”
Per chi non si intendesse, infine, di economia e di termini troppo specialistici, in prima pagina si trova uno schema chiarissimo, che mette in risalto, con colori e grandezze differenti, a che punto sia il debito pubblico italiano rispetto agli altri paesi che sono stati colpiti maggiormente dalla crisi. Brevemente appare che l’Italia ha il primato su tutti con il 1916 miliardi di euro, cioè il 15,9% del debito pubblico dell’eurozona. Poi segue la Spagna con 693 miliardi di euro. Poi a seguire i tre stati che hanno già ricevuto gli aiuti: Grecia, Irlanda e Portogallo.
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