Lavoro minorile: le mani innocenti dei bambini
Si definisce lavoro minorile, o sfruttamento dei minori, tutte quelle attività lavorative, che coinvolgono le persone con un’età inferiore a quella predisposta per legge, fissata solitamente ai 18 anni. Attualmente nel mondo ci sono ben 160 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni che svolgono lavori da adulti.
In Italia
Si stima che in Italia 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni abbiano avuto esperienze di lavoro, quasi 1 minore su 15. Tra i 14-15enni che dichiarano di svolgere o aver svolto un’attività, il 27,8% ha svolto lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico, perché percepiti dagli stessi intervistati come pericolosi, perché svolti in orari notturni o perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico.
I settori più coinvolti
Molti settori sono coinvolti nel lavoro minorile: dall’agricoltura alla manifattura, dal lavoro nelle miniere e nelle cave a quello in ambiente domestico.
Spesso si tratta di lavori che si nascondono alla vista, come nel caso dei 15,5 milioni di bambini e adolescenti (per lo più ragazze) che si stima svolgano lavori domestici, poco visibili ma che a volte li espongono a gravi rischi di infortuni o violenze.
E le famose multinazionali?
Nike, Adidas, Reebok e Puma sono le aziende più accusate. il problema riguarda soprattutto i paesi più poveri ed in via di sviluppo, come Asia, Oceania, America e Europa dell’ est. Poi la Coca Cola, il colosso americano, o la Apple, la casa madre degli iPod, iPad e iPhone, nelle fabbriche dislocate in Cina.
Nell’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, prevede di sradicare il lavoro minorile entro il 2025. Voglio ben sperare che questa vergogna abbia fine, anche se ne dubito molto, visto che non si riesce nemmeno ad avere un salario minimo in Italia.
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