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La vergogna della Sanità siciliana

Questa sanità è totalmente spregiudicata che ignora i reali problemi del cittadino, ponendo al centro di tutto la questione politica dei fatti.

Sanità in Sicilia è da anni un binomio che si completa con politica, un binomio indissolubile e inapprensibile, che non smetterà di coesistere sinché le retini e le decisioni saranno confuse tra privato e pubblico e sinché le azienda sanitarie non saranno altro che un ricco e appetibile contenitore di voti a cui far riferimento.

Il cittadino non nota e spesso nemmeno immagina quanto avviene, ma si rende conto dei problemi solo quando arriva in un pronto soccorso e non trova i medici, oppure quando arriva al pronto soccorso e lo trova "inspiegabilmente chiuso", o quando al pronto soccorso trova un medico schizzato da un turno durato eccessivamente e con i mezzi e le risorse dimezzate. Il cittadino inizierà a far populismo, ad imprecare, a prendersela con il medico o con l’infermiere, chiedendo la testimonianza di presenti e di ausiliari e più è ridicola la questione più andrà in escandescenza.

E quando il problema non passa dal pronto soccorso, ma si tratta di un ricovero, di un controllo di routine o di qualsiasi questione medico-chirurgica gestibile ambulatorialmente, allora è li che si vedono le falle di un sistema sanitario siciliano, e temiamo italiano, molto superficiale, inadeguato e di favoritismi e nepotismo. Una reale vergogna che mette di fronte a situazioni impensabili, ma che realmente accadono quotidianamente.


Senza andare troppo lontani, vogliamo tralasciare i frequenti errori medici dettati da contesti spesso invivibili e da medici poco attenti, ma vogliamo addentrarci nella nuova riforma sanitaria, scopiazzata un po’ qua e un po’ la dalla politica siciliana. Nonostante personaggi di spicco del mondo giornalistico ed opinionistico abbiano definito la riforma di Massimo Russo una delle migliori in assoluto degli ultimi anni in Sicilia e forse in Italia, la realtà dei fatti è molto lontana. Il progetto su carta è veramente bello, è veramente funzionale, ma tralascia i particolari fondamentali, dove bisognerebbe fare un passo indietro e migliorare i pronto soccorsi, dove bisognerebbe migliorare gli organici, organizzare al meglio le strutture sanitarie in base alle necessità del territorio, e alla geografia dei distretti sanitari, senza tagliare e spaccare aree geografiche per delle volontà spesso inimmaginabili per la società civile che difficilmente percepisce certe scelte, forse perché a farle non è la logica ma l’interesse politico di pochi eletti.

E mentre si progetta la divisione tra grandi poli medico-chirurgo centrali e poli medici periferici (costituiti dai piccoli e medi ospedali del territorio siciliano). Si parla spropositatamente di "casa della salute" e nel mentre si deteriorano servizi e strutture, che morendo saranno riqualificate in PTA. Ancor più si evidenzia come siano state ridotte vistosamente il numero di aziende sanitarie sul territorio, con unificazione e fusione tra ospedali piccoli e medi vicini sul territorio. Ogni manager è stato scelto da un Albo, ogni manager è competente ed ogni manager ha un’auto blu ed un’autista e uno stipendio da paura, tanto per rimanere nell’ottica di risparmiare e di investire al meglio sulla sanità.

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