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La triste storia del paese che doveva adeguare i sistemi

Di come una "punta di diamante" del nostro socialismo municipale si sia incartata bloccando l'emissione delle bollette a causa del cambio transitorio di aliquota Iva

 

Oggi vi racconto un fatto personale ma che racchiude il senso di farsa permanente che avvolge questo paese, che si sciacqua la bocca con innovazione e digitalizzazione ma che affoga in una semplice modifica ad un programma di fatturazione. E la cosa non riguarda la pizzeria da Ciccio, quella che pensosi accademici e fattivi politici vorrebbero trasformare in una startup con i soldi di risparmiatori e contribuenti a botte di garanzie pubbliche bensì una di quelle cosiddette multiutility, pure quotata in borsa, presunto gioiello di quel socialismo municipale e localistico che è tra i pilastri del fallimento di una comunità nazionale.

Dunque, capita che io sia utente di un servizio di teleriscaldamento. La cosa non mi entusiasma, visto che mi pone in condizione di dipendenza tecnico-funzionale prima ancora che commerciale da un solo fornitore, ma tant’è. Lo scorso novembre ricevo regolare bolletta via mail, con indicazione di addebito (domiciliato) per il successivo 7 dicembre. E fin qui, tutto procede senza intoppi.

ALLA RICERCA DI UNA BOLLETTA MAI EMESSA

La bolletta, che ambisce a rendersi comprensibile e informativa, segnala che la successiva fattura verrà emessa entro il 16 gennaio. “Salvo cause di forza maggiore”. Capita tuttavia che quella scadenza trascorra senza che nulla accada. In quel momento, mi si accende una lampadina alimentata da una fonte non rinnovabile ma che mi tengo stretta: il mio cinismo. O forse la mia bizzarra capacità di comprendere come (non) funziona questo paese.

Mi dico, quindi: il primo gennaio è scattato il dimezzamento Iva, dal 10% al 5%, previsto dal governo per i servizi di teleriscaldamento e valido sino al 31 marzo. Hai visto mai che questi hanno sistemi che si sono incartati e non riescono ad applicare la nuova e temporanea aliquota? È arrivata la “forza maggiore”, temo.

Passano altri giorni, senza novità. A fine gennaio, chiamo il call center della multiutility quotata, mi rispondono cortesemente che “può capitare”, e promettono un non meglio specificato sollecito. Dopo una settimana, nuova chiamata e nuova promessa di questo misterioso sollecito a una non meglio identificata entità superiore.

Passano altre settimane, e curiosamente delle mie due “interlocuzioni” non c’è traccia nella mia area personale sul sito della multiutility. Né c’è traccia di comunicazioni erga omnes sul perché di questa mancata fatturazione. Al che, mi decido al passo formale: cerco l’indirizzo Pec dedicato ai clienti, scritto ben in piccolo sulla bolletta, e invio un reclamo.

ATTENDA, STIAMO CALCOLANDO L’IVA

Dopo quattro giorni, una chiamata da numero coperto: “volevamo informarla che, poiché è stata ridotta l’Iva, dobbiamo ricalcolarla per poter emettere la bolletta. Ma non si preoccupi, sono tutti bloccati“. A pensar male faccio peccato ma continuo ad azzeccarci, si direbbe. Al che, faccio notare che mi pare demenziale che una simile operazione sia causa di un blocco di due mesi nel ciclo di fatturazione, che l’utenza non sia stata informata e che delle mie segnalazioni non ci sia traccia, mentre di solito è tutto rigorosamente annotato in area personale, inframmezzato dai soliti “dicci come stiamo andando, sei soddisfatto di noi, vero?”, con faccine sorridenti alla moda dei social che stanno definitivamente mandando in pappa dei cervelli già di loro non troppo solidi.

Soprattutto, replico alla sventurata incaricata di informarmi, e che nel frattempo balbetta una cosa del tipo “non so che dirle, io faccio solo il mio lavoro”, che la scadenza al 31 marzo dell’agevolazione rischia di regalarci un altro blocco di tre mesi al ciclo di fatturazione. Chiudo chiedendo non una telefonata da numero coperto di cui non resterà traccia né produrrà richiesta di “dare un voto” per la leggendaria customer satisfaction, ma una replica formale alla mia Pec, che utilizzerò per una segnalazione all’Autorità per le reti di energia. La supercazzola risposta Pec è arrivata, la riporto qui in caso vi fosse qualche mediatore culturale alla lettura:

[…] con riferimento alla sua richiesta avente ad oggetto il mancato ricevimento della bolletta del servizio Teleriscaldamento, la informiamo che tra le misure previste dal Governo per contenere i prezzi è prevista anche l’applicazione dell’aliquota IVA al 5% per i consumi del primo trimestre 2023 relativamente a tale servizio. Si tratta di una misura simile a quella già prevista per il Gas nel 2022.

In attesa dell’adeguamento dei nostri sistemi per la corretta applicazione dell’IVA (previsto tra il 15 ed il 22 febbraio 2023), abbiamo inserito un blocco al calcolo ai contratti coinvolti per evitare la fatturazione di competenze oltre il 31 dicembre 2022. I contratti mensili sono stati fatturati regolarmente mentre, a causa del blocco, hanno subito un ritardo i clienti con fatturazione periodica per le emissioni con competenze che comprendono gennaio 2023.

Siamo spiacenti di averle creato un disguido ma tale blocco si è reso necessario per la motivazione sopra indicata.

“Per evitare la fatturazione di competenze oltre il 31 dicembre 2022” che vorrebbe dire, esattamente? Pensate quanto sono pretenzioso: credevo fosse possibile calcolare un pro-rata nei due regimi Iva, e fatturarlo senza soluzione di continuità. Devo smetterla di leggere libri di fantascienza.

Voglio quindi esprimere la mia solidarietà agli sviluppatori software che da settimane stanno indefessamente lottando per venire a capo di questa devastante innovazione: cambiare il campo Iva e ricalcolare il tutto. E solidarietà anche al personale di interfaccia con l’utenza, che si trova a gestire e comunicare un così audace esperimento tecnologico, al cui confronto la fusione nucleare è una scatola di Lego della fascia di età 3-5 anni.

Morale della vicenda: se un cosiddetto “gioiello” del socialismo municipale di questo paese sghembo riesce a incartarsi su una ridicola riduzione transitoria Iva, dove pensiamo di andare con questi mirabolanti investimenti in digitalizzazione e innovazione di cui fantastichiamo mentre invochiamo altro spazio europeo al nostro debito e scorpori assortiti di deficit? Ah, saperlo. Anzi no, lo sappiamo. E ora, via ai convegni su come “adeguare i sistemi”. Il catering verrà offerto dal PNRR.

 

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