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La "strana correlazione" tra l’S&P500 ed il rendimento del BTP italiano

Tutti sappiamo come negli ultimi 12 mesi il rendimento del nostro BTP a 10 anni sia schizzato alle stelle con il deteriorarsi della posizione dell'Italia sia nei suoi dati macro-economici che nel giudizio dei mercati.

Siamo arrivati fino a sfiorare la "fatidica" soglia del 7% (per molti analisti il punto di rottura). Ieri Berlusconi ha detto che darà le dimissioni solo dopo la Legge di Stabilità e così il mercato non considerava più affidabile il nostro Presidente del Consiglio ed il suo Governo, chissà poi perché.

Il problema è che tutto si sta complicando di nuovo: si parla di elezioni anticipate con gran dispendio di tempo (che non abbiamo), si parla di candidare quella marionetta di Alfano ed altre cosette del genere che ai mercati non piacciono per nulla. Infatti il BTP 10y rimane al 6,75% di rendimento e lo spread BTP-Bund sempre a livelli record.

La cosa interessante è come l'S&P500 americano abbia continuato il suo Rally al rialzo, fregandosene della "pericolosa mina" italiana che, se saltasse per aria, farebbe apparire il crack Lehman come una passeggiata. Vedi il grafico che mette in correlazione negli ultimi 3 mesi la salita del rendimento del nostro BTP con la salita dell'S&P500.
Possiamo trane alcune deduzioni:

1- I mercati scommettono che prima o poi la BCE diventerà come la FED, stamperà 2.000 miliardi e comprerà tutti i PIIGS-bonds che ci sono da comprare (non risolvendo i problemi ma tamponando e rimandando il collasso nel breve). Ergo i mercati hanno escluso lo scenario peggiore (collasso) e stanno scontando solo una Recessione/debolezza europea della quale non si conosce durata e profondità

2- C'è una disconnessione da parte dei mercati tra la realtà e la sua percezione: è già successo in questi ultimi tempi e ci sono stati velocissimi e traumatici aggiustamenti.

3- Gli USA, nel giochino a chi collassa per primo in questo mondo di debiti, vengono dopo l'Eurozona grazie al fatto che la FED ha stampato di tutto e di più e grazie al fatto che può ancora farlo (come diceva un Hedge americano, l'unica differenza tra gli USA e la Grecia è una stampante). Dunque l'equity USA con le sue potenti multinazionali viene visto come un provvisorio safe haven (in attesa delle prossime mosse)

4- Infine le multinazionali USA continuano a fare paccate di utili (grazie alla loro de-localizzazione sempre più estrema) sulle macerie del loro "paese di origine" e sulle macerie del 99%. Ed addirittura vengono aiutate in patria da scandalosi sistemi di tassazione agevolata. (Non perdere in questo Blog I veri vincitori della Grande Crisi)

Difficile dire se la manna per le multinazionali potrà durare grazie allo switch progressivo sui consumatori emergenti che stanno andando a rimpiazzare i consumatori impoveriti delle ex-economie avanzate. In ogni caso, finché tengono gli utili (vicini a nuovi record storici) delle multinazionali made in USA ti tiene anche l'S&P500. Anzi, se non ci fossero tutti questi trascurabili problemi di debiti pubblici alle stelle, Default sovrani, banche zombies piene di voragini oscure, debiti privati, disoccupazione, food stamps ecc, beh l'S&P500 potrebbe stare tranquillamente anche a 1.800 punti e fischia.

 

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