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La strage di Bologna del 2 agosto 1980 non deve essere dimenticata

Il 2 agosto 1980, l’esplosione di una bomba alla stazione ferroviaria di Bologna, causò la morte di 85 persone. I due terroristi neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro sono stati riconosciuti, definitivamente, colpevoli di essere stati gli autori della strage.

 

Io credo che la strage di Bologna, soprattutto il 2 agosto, non debba essere dimenticata.

Pertanto ho ritenuto opportuno riportare una parte di quanto scritto su “Wikipedia”, relativamente a quanto avvenuto quel 2 agosto 1980.

“ll 2 agosto 1980 alle 10,25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala ovest dell’edificio.

La bomba era composta da 23 kg di esplosivo una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta ‘compound B’, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile).

L’esplosivo, di fabbricazione militare, era posto nella valigia, sistemata a circa 50 centimetri d’altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell’ala ovest, allo scopo di aumentarne l’effetto.

L’onda d’urto, insieme ai detriti provocati dallo scoppio, investì anche il treno Ancona-Chiasso, che al momento si trovava in sosta sul primo binario, distruggendo circa 30 metri di pensilina, ed il parcheggio dei taxi antistante l’edificio.

L’esplosione causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di oltre 200.

La città reagì con orgoglio e prontezza: molti cittadini, insieme ai viaggiatori presenti, prestarono i primi soccorsi alle vittime e contribuirono ad estrarre le persone sepolte dalle macerie e, immediatamente dopo l’esplosione, la corsia di destra dei viali di circonvallazione del centro storico di Bologna, su cui si trova la stazione, fu riservata alle ambulanze e ai mezzi di soccorso. Dato il grande numero di feriti, non essendo tali mezzi sufficienti al loro trasporto verso gli ospedali cittadini, i vigili impiegarono anche autobus, in particolare quello della linea 37, auto private e taxi.

Al fine di prestare le cure alle vittime dell’attentato, i medici e il personale ospedaliero fecero ritorno dalle ferie, così come i reparti, chiusi per le festività estive, furono riaperti per consentire il ricovero di tutti i pazienti. L’autobus 37 divenne, insieme all’orologio fermo alle 10,25 (anche se fu rimesso in funzione, e fermato successivamente), uno dei simboli della strage .

Di una delle vittime (la ventiquattrenne Maria Fresu) non venne ritrovato il corpo. Soltanto il 29 dicembre 1980, fu accertato che alcuni resti ritrovati sotto il treno diretto a Basilea appartenevano a lei. Evidentemente ella si era trovata così vicino alla bomba che il suo corpo fu completamente disintegrato dall’esplosione.

Nei giorni successivi, la centrale piazza Maggiore ospitò imponenti manifestazioni di sdegno e di protesta da parte della popolazione e non furono risparmiate accese critiche e proteste rivolte ai rappresentanti del governo, intervenuti il giorno 6 ai funerali delle vittime celebrati nella basilica di San Petronio.

Gli unici applausi furono riservati al presidente Sandro Pertini, giunto con un elicottero a Bologna alle 17,30 del giorno della strage, che in lacrime affermò di fronte ai giornalisti: ‘Non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia’”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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