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La stampa europea scrive Parlamento europeo pulito (e quella italiana si mette il bavaglio)

Mentre la stampa italiana continua a snobbare l’iniziativa (a riprova di come sia libera l’informazione nel nostro paese) ieri l’Irish Times, principale quotidiano irlandese, pubblica un articolo su Parlamento europeo pulito a firma del corrispondente a Bruxelles Arthur Beesley.

Non sarà un caso se l’Irlanda è prima nella classifica di Reporters Sans Frontières sulla libertà di stampa nel mondo.

Qui di seguito l’articolo tradotto in Italiano.

UN ITALIANO CHIEDE L’ESCLUSIONE DEI CONDANNATI DAL PARLAMENTO EUROPEO

Un attivista italiano sta guadagnando consensi nella sua campagna per vietare il Parlamento Europeo alle persone condannate, una misura che impedirebbe tra gli altri al francese di estrema destra Jean Marie Le Pen nonché al leader inglese del BNP Nick Griffin di restare europarlamentari.
Adirato per il fallimento delle autorità italiane nel prendere misure per chiudere il parlamento nazionale agli autori di reati penali, Andrea D’Ambra sta gradualmente guadagnando il supporto per il suo sforzo che mira ad escluderli dall’assemblea europea.
La sua campagna è ispirata dagli sforzi compiuti da uno dei blogger più famosi d’Italia, Beppe Grillo, di ottenere sostegno per un’iniziativa analoga per il parlamento italiano. “È un mio amico” dice D’Ambra del Sig. Grillo.
E’ preoccupato che due europarlamentari italiani del Popolo della Libertà (PDL), partito di Silvio Berlusconi hanno condanne per corruzione, mentre un altro, della Lega Nord, ha una condanna per incendio doloso.
Quattro europarlamentari hanno chiesto le firme dei loro colleghi per una dichiarazione scritta su un “parlamento pulito”, in cui è scritto: “i candidati per le elezioni europee non devono essere stati condannati per corruzione, abuso d’ufficio, incitamento al razzismo o ad azioni criminose connesse al coinvolgimento con la mafia, la criminalità organizzata o al terrorismo “.
Inoltre, la presidenza di turno belga dell’Unione Europea si è impegnata in una corrispondenza privata con il signor D’Ambra per garantire che il Consiglio dei governi dell’Unione europea è pronto ad esaminare ogni proposta di modifica della legge del 1976 che disciplina le elezioni europee.


I sostenitori del Sig. D’Ambra, hanno inviato centinaia di e-mail ai membri della commissione petizioni e affari costituzionali del Parlamento europeo.
L’e-mail in questione chiede di vietare ai deputati condannati di partecipare alle elezioni del Parlamento Europeo nel quadro di una prossima revisione delle norme sull’età minima per elettori e candidati.
L’e-mail richiama l’attenzione sulla presenza in parlamento di Jean-Marie Le Pen, condannato per aver fatto commenti sprezzanti circa i crimini del regime nazista, e del signor Griffin, condannato per la pubblicazione di una lettera minatoria.
Essa ricorda la condanna nei primi anni 90 del deputato europeo Pdl Aldo Patriciello per aver pagato l’equivalente di 8.000 € per un politico e prende atto che un collega di partito l’europarlamentare Pdl Vito Bonsignore ha ricevuto una sentenza “definitiva” di due anni per il suo ruolo in un contratto truffa ad Asti per dividere una tangente di 1.500.000 € tra la Democrazia cristiana e il Partito socialista.
L’e-mail osserva anche che l’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio ha una condanna per aver dato fuoco, durante un raid, ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte a Torino.
La dichiarazione scritta del Parlamento è “sponsorizzata” dall’attivista anti-corruzione franco-norvegese Eva Joly, deputata europea dei verdi, così come dall’europarlamentare liberale italiana Sonia Alfano e dagli eurodeputati socialisti italiani Rosario Crocetta e Rita Borsellino.
La dichiarazione afferma che la funzione legislativa del Parlamento “non dovrebbe essere effettuata da persone che sono state condannate, anche in primo grado ed anche se la sentenza non include l’esclusione dalle cariche pubbliche”. Se firmata dalla maggioranza semplice dei 736 deputati del parlamento, sarebbe pubblicata nel registro. Questa dichiarazione non sono vincolante, ma rappresenterebbe un segnale forte in quanto solo il Parlamento Europeo può prendere l’iniziativa di modificare l’atto del 1976.

Arthur BEESLEY, Corrispondente Europeo
IRISH TIMES
29 Luglio 2010

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