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La società USA tribalizzata

Ciò che è successo negli USA con l’assalto al Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump non ha nulla che vedere con il fascismo. Una tale lettura appare quanto meno superficiale e non aderente ai cambiamenti epocali ai quali stiamo assistendo. 

Per capire ciò che sta succedendo negli USA bisogna partire dalla crisi finanziaria del 2007 – 08 e dal movimento Occupy Wall Street che risale al 2011. Movimento di contestazione del capitalismo finanziario ispirato dalla “Primavera Araba” che interessò non solo gli Usa ma anche altri paesi determinando la nascita, fuori dagli USA, di nuovi soggetti politici. Negli Usa il movimento venne massacrato come si evince dagli stessi documenti della F.B.I. pubblicati dal sito “ Partnership for Civil Justice Fund” con azioni persecutorie e con l’infiltrazione di provocatori.

La contestazione del capitalismo finanziario, in Italia ha portato alla nascita del M5S ma anche la crescita della Lega, in Spagna di Podemos, in Francia di Insoumise e la crescita del Fronte Nationale. Negli Usa nonostante Presidente fosse Obama le istanze del movimento non trovarono cittadinanza e gli ispiratori del movimento non furono in grado di trasformarlo in un soggetto politico alternativo a Repubblicani e Democratici. Su Il Fatto quotidiano del 2 novembre 2011 il prof. Beltramini, docente presso l’università della California, a proposito di Occupy Wall Street, si esprimeva in questo modo "una considerazione va fatta: il tasso di populismo in America sta aumentando raggiungendo livelli importanti e imprevedibili".

 Kalle Lasn fondatore di Adbusters, la rivista canadese no profit che promosse l’occupazione di Wall Street, intervistato dalla rivista Altreconomia si esprimeva in questo modo: "A me sembra che la vera richiesta di Occupy Wall Street sia un’inversione di rotta del sistema capitalista. La gente in America non vuole liberarsi del capitalismo, ma vuole un soft regime change, ossia cambiare il cuore del sistema in maniera morbida e non violenta. (…) E la mia previsione è che il movimento riuscirà a smantellare il casinò globale per ritornare a un sistema sensato, basato su regole chiare".

L’auspicio di Kalle Lesn non si è affatto realizzato determinando frustrazione e conflitto sociale. A distanza di un anno dalla nascita del movimento su Global Project Angel Luis Lara così scriveva: "Durante le settimane precedenti all'evento, molti media locali si sono chiesti quale sorpresa avrebbero preparato "i ragazzi e le ragazze di Zuccotti Plaza" per commemorare il loro anniversario. La città, però, ha dimostrato una notevole mancanza di interesse per la questione. (…) Come se il riferimento Occupy si fosse disconesso rapidamente dal comune. Quello che nacque come una sorpresa inaspettata capace per settimane di strappare possibilità al potere percorre già il cammino della norma. Occupy ha fatto parte del paesaggio". Il movimento Occupy Wall Street era un movimento eterogeneo che aveva al proprio interno non solo pezzi di sinistra ma anche di destra, sia Libertariani che Conservatori, come chiariscono i documenti della F.B.I. Nell’intervista rilasciata a LINKIESTA, nel 2017, Micah White, riconosciuto come promotore del movimento, dichiara che il movimento è stato sostanzialmente un fallimento come tanti altri movimenti e che lui guarda con attenzione al M5S in Italia. Dichiarava di aver incontrato Casaleggio e lo stesso Grillo e di volersi ispirare al M5S. Sempre in quella intervista dichiarava: "Trump, come pure Sanders, rappresenta un sintomo di Occupy Wall Street. Entrambi esistono perché le persone chiedono disperatamente un cambiamento sociale. Senza altre alternative, gli elettori sono tornati ad affidare le proprie speranze in leader forti e carismatici. La verità è che da entrambe le parti, l’enfasi su Sanders e Trump mette in luce una regressione politica negativa. Dobbiamo ricordarci che noi, il popolo come movimento sociale, abbiamo creato Occupy Wall Street. Non abbiamo bisogno di questi Trump e Sanders, ma di capire come costruire un movimento che vinca le elezioni". 

Negli USA non è sorto nessun movimento politico che richiamasse in qualche modo esperienze come il M5S o Podemos per cui essendo i movimenti populisti fenomeni sociali eterogenei nulla di più strano che una parte del movimento protestatario, rappresentato da Occupy Wall Street, abbia visto in Trump il veicolo politico per portare avanti le proprie istanze. Non bisogna mai dimenticare che la contestazione della globalizzazione e del capitalismo finanziario non è una sola prerogativa dei movimenti, per così dire, progressisti.

Non è un caso che i movimenti populisti nati in questi anni si pongono oltre la destra e la sinistra. Dalle elezioni presidenziali Trump esce sconfitto grazie al voto per posta ma nel contempo vede crescere il proprio consenso, la prova questa che le istanze delle “tribù” che vedono in Trump il leader sono più solide di quanto si possa immaginare. Se la vittoria di Biden è da leggere come normalizzazione in senso neoliberale e globalista dell' ondata populista, la reazione dei sostenitori di Trump è da ascrivere al rifiuto del modello sociale proposto dall'establishment ma anche all’alternativa rappresentata da movimenti schierati a difesa delle minoranze.

La società Usa più che spaccata in due è frantumata e tribalizzata. Per cui da una parte abbiamo Biden che tenta di tenere insieme una società destrutturata e fluida all’insegna del pluralismo tribale, dall' altra una parte della società americana che tenta di recuperare il senso di appartenenza alla comunità nazionale e quindi le radici originarie. Il confronto è tra una parte della società Usa legata all' identità e alla tradizione e dall' altra un insieme di minoranze di diverso tipo che tentano di costruire un nuovo senso comune riscrivendo la Storia. L' establishment americano da tutto questo è favorito perché gli consente di costruire di volta in volta maggioranze elettorali variabili utilizzando il conflitto tra minoranze per distrarre il popolo dalle questioni materiali che attengono la distribuzione della ricchezza. Ciò che sta succedendo negli USA è il risultato delle trasformazioni innescate dalla Globalizzazione e dal Capitalismo finanziario che non solo hanno favorito la crescita della disuguaglianza sociale ma hanno determinato una disgregazione del tessuto sociale al punto tale che oggi che oggi siamo, appunto, di fronte alla tribalizzazione della società. Ed è questo il significato delle manifestazioni di questi giorni negli USA ben presenti anche in Europa. 

 

Commenti all'articolo

  • Di Antonello Laiso (---.---.---.77) 13 gennaio 2021 12:32

    Ciò che è successo è vergognoso non c’è bisogno di sofismi o paroloni per tentare di giustificare chi è cosi legato al potere più di ogni altra cosa ,gli estremisti esistono ovunque ,chi li aizza sono i dittatori giocando su uno pseudopopulismo ,sul nazionalismo,il peggior presidente volutamente con la p piccola degli Stati Uniti, alla fine servirebbe solo uno psichiatra.

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