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La rivoluzione sessuale nel mondo arabo

La rivoluzione del piacere è il titolo dell'ultimo libro di Shereen el Feki, autrice e giornalista britannica, che ha trascorso parte della sua vita in Egitto, dove ha condotto alcune ricerche sull'universo della sessualità nei paesi arabi, studiando gli approcci di uomini e donne verso un argomento considrato tabù.

Questo suo libro, dal titolo provocatorio, riprende infatti le tematiche che l'autrice aveva già affrontato nell'ultimo (e acclamatissimo) testo: "Sex and the Citadel: Intimate Life in a Changing Arab World". E se in “Sex and the Citadel” era stato molto difficile per Shereen el Feki interrogare gli arabi sui dettagli della loro vita sessuale, ancora più difficile sarà stato parlare di una “rivoluzione del piacere”, che va di pari passo con l'idea di “rivoluzione sessuale”, così come con quella di “rivoluzione sociale”.


Per capire a fondo il legame tra queste “rivoluzioni” bisogna partire dall'idea di un rinnovamento di costumi nella cultura e nella società araba. Cambiamento lento, senza dubbio, ma attualmente in corso e percettibile tanto nella rinnovata visione della donna, quanto nei provvedimenti governativi di alcuni paesi per salvaguardarne i diritti. In Libano, ad esempio, la violenza domestica è finalmente considerata un reato; in Tunisia dei poliziotti sono stati arrestati e condannati a sette anni di prigione per aver violentato una ragazza, 

e si tratta del primo caso di condanna di poliziotti per violenza sessuale; inoltre le donne hanno dimostrato una nuova coscienza politica e sociale prendendo attivamente parte agli scontri armati avvenuti durante la Primavera Araba in Siria e in Libia. 

In un'intervista pubblicata su le Figaro, Shereen el Feki afferma:

“I comportamenti sessuali sono intemamente legati alla religione, alla cultura, alla tradizione, alla politica e all'economia, che sono tutti parametri che investono in qualche modo la sessualità […] Se vogliamo veramente conoscere un popolo bisogna cominciare a guardare nella sua stanza da letto”.

Partendo da questa riflessione l'autrice s'interroga su come le donne possano esprimersi nello spazio pubblico quando non sono neppure padrone della loro intimità, quando il loro corpo (imene compreso) sfugge al loro controllo, per diventare piuttosto un affare di famiglia.

In effetti nei paesi arabi la sessualità è utilizzata anche come arma intimidatoria, come strumento di controllo sociale tanto che, in Egitto, durante la rivoluzione i militari vennero autorizzati ad effettuare dei test di verginità sulla popolazione. Ma Shereen el Feki ribatte:

“La sessualità è impossibile da controllare, anche se esistono delle leggi sulla carta, nella pratica esse non vengono sempre rispettate”.

 

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