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La riforma del sistema elettorale: un cambiamento necessario

Lo scorso anno, con il voto del 25 settembre 2022, lo schieramento vincente ha conquistato la maggioranza assoluta in entrambe le Camere e ha indicato al Presidente della Repubblica la deputata Giorgia Meloni come candidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Vista l'ampia maggioranza parlamentare a sostegno del Governo, tutto lascia pensare che il nuovo esecutivo, se non ci sarà un’implosione della stessa maggioranza, durerà per l’intera legislatura. 

La formazione del governo Meloni conferma, quindi, che il sistema elettorale vigente non ha ostacolato la formazione di coalizioni pre-voto, favorendo nei collegi uninominali la vittoria di quella più solida, almeno dal punto di vista elettorale. 

La legge elettorale presenta, però, evidenti elementi di criticità.

1) Essa non permette ad elettrici ed elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e presenta alcuni profili di incostituzionalità: vi è un evidente problema rispetto agli artt. 48, 49 e 67 Cost. In sostanza, in assenza di meccanismi democratici di selezione delle candidature, il parlamentare risponde solamente a chi l’ha posizionato più in alto in lista, consentendone, per l’appunto, l’elezione. L’effetto è che ci si trova in presenza più di una cooptazione che di una vera e propria elezione: perfino i leader di partito, per non compromettere la loro elezione, si sono candidati nelle “liste bloccate” e non nei collegi uninominali (o, comunque, in entrambi i tipi di collegi).

2) Per dare un coefficiente di stabilità ai governi della Repubblica, è opportuno anche dare un maggiore impulso alla formazione di coalizioni pre-elettorali su basi programmatiche e, dunque, non concepite soltanto per la conquista dei collegi uninominali. 

3) In sintesi, il vigente sistema elettorale è in contrasto perfino con i principi costituzionali (il principio del voto “uguale”); esso inoltre non favorisce una più stretta correlazione fra persone e programmi, riducendo le potenzialità degli accordi partitici pre-elettorali e la formazione di maggioranze stabili e – soprattutto – omogenee. 

Per le ragioni suddette è necessario modificare, auspicabilmente nella prima parte della legislatura, il sistema elettorale con una larga convergenza tra forze politiche di governo e quelle di opposizione. Si tratta di una convergenza opportuna, perché la legge elettorale ha una natura materialmente costituzionale. 

Come ho avuto modo anche di recente di approfondire, la nuova legge elettorale dovrà contemperare esigenze di rappresentanza, auspici di governabilità e indicazioni della Corte costituzionale. 

Foto governo.it

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