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La riduzione del cuneo fiscale è fondamentale

Dell’editoriale di questa settimana di Wolfgang Münchau sul Financial Times c’è un passaggio che merita di essere segnalato: l’ultimo paragrafo, quello sui cambiamenti necessari.

Scrive quindi Münchau, dopo aver stigmatizzato l’entità ridicola del taglio al cuneo fiscale (“Non sono un supply sider, ma se vi siete bloccati in una unione monetaria con una Germania competitiva, è difficile mantenere alte tasse sul lavoro”):

«Sappiamo che tali cambiamenti richiedono molto tempo. Ma l’Italia non ha quel tempo. La preferenza dell’establishment italiano per non riformare, non fare default e restare in Eurozona è incoerente. Chiarire questo punto è stato il grande fallimento dell’establishment politico italiano, incluso il signor Monti nel suo ruolo di politico»

Difficile dissentire dall’analisi. E infatti qui, che la riduzione del cuneo fiscale sia questione di vita o di morte, lo si scrive da tempi non sospetti, sfortunatamente sotto forma di predizione.

L’ennesima.

 

Foto: Newton graffiti/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.62) 21 ottobre 2013 11:44

    Riduzione del cuneo fiscale. Si ma come? Riducendo i contributi pagati dal lavoratore, o dall’azienda, si abbasserà anche la pensione del dipendente (vedi sistema pensionistico contributivo). Quindi, ciò che mi dai ora, me lo togli a quello che mi darai quando andrò in pensione.

    Secondo me sarebbe meglio ridurre le aliquote irpef. Non si può fare? Questo è proprio il motivo per cui decidere di rimanere nell’euro, non fallire, e non riformare è un comportamento incoerente (vedi botte piena e moglie ubriaca).

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