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La programmazione cinese e il vertice dello sport mondiale da mantenere

A caldo, tutte le analisi hanno pochi filtri razionali ed eccessive spinte amplificatrici. Cerchiamo in una serie di articoli di tirare le somme di un’Olimpiade come tutte le altre stupenda per sensazioni provate.

In tutte le discipline gli atleti cinesi hanno avuto enormi miglioramenti, frutto di una programmazione decennale proiettata verso questo appuntamento. I signori dello sport cinese hanno preso in mano il medagliere delle Olimpiadi di Sidney 2000 e da quel momento hanno selezionato dove era giusto insistere con fondi e maestranze per scalare la vetta della disciplina considerata. Negli sport dove erano già al vertice (tennistavolo, badminton, tuffi, ginnastica) hanno fatto crescere attraverso una lunga serie di gare internazionali gli atleti giovani, portandoli a Pechino con una grande esperienza di gare importanti. È potuto succedere poi che nella piattaforma 10 metri Luxin Zhou sia stato inopportunamente battuto dall’australiano Mattew Mitcham, oppure che, invece del campione designato Wang Hao, la prova del singolare uomini del tennistavolo sia stata vinta dall’outsider Ma Lin, ma la messe di medaglie in questi sport è stata quasi totale. Negli sport di forza e di lotta, la Cina appena dieci anni fa non esisteva. Sono stati accuratamente scelti giovani atleti dotati di grande forza di volontà e sottoposti ad allenamenti estenuanti con coach locali. In questo modo sono sbocciati proprio a Pechino grandi sollevatori di pesi, come le ragazze Xixia Chen vincitrice della categoria 48 kg e Yanging Chen, dominatrice della 58 kg, oppure fenomeni come il diciassettenne Qinqquan Long per la categoria 56 kg o Yong Lu per quella 85 kg, fino ad oggi dominata dagli atleti della ex Unione Sovietica. Ottime prove anche nel taekwondo, con l’oro di Jingyu Wu (categoria -49 kg donne) e altri piazzamenti in una disciplina appannaggio di altre culture sportive. E tra gli sport di lotta, la più grande impressione gli atleti cinesi l’hanno fatta proprio nella boxe. Gli ori di Shiming Zou nei mosca e di Xiaoping Zhang nei massimi leggeri sono due imprese incredibili. Negli sport di tiro poi, la tradizione è stata sovvenzionata dallo Stato con ingenti aiuti economici per queste federazioni povere e con la costruzione di impianti in diverse parti del Paese. In quest’ottica, le coreane sconfitte dalla Juan Juan Zhang nella prova singolare femminile di tiro con l’arco e le 5 medaglie d’oro nelle diverse specialità del tiro a segno sono l’evidente segnale di un’attenta e seguita programmazione. In sport dove si era indietro, ci si è affidati a tecnici stranieri in passato già vincitori di medaglie olimpiche con i propri atleti. Il caso più eclatante è sicuramente quello di Christopher Bauer, vecchio allenatore del Montano di Atene e nuovo allenatore del campione olimpico di sciabola maschile Man Zhong e della squadra di sciabola femminile argento a Pechino.

Diversi tecnici statunitensi hanno poi dato nuova linfa al nuoto cinese, soprattutto femminile, che si è distinto con la meravigliosa accoppiata vincente Zige Liu e Liuyang Jiao nei 200 farfalla donne e l’impensabile argento della staffetta 4x200 stile libero donne.

Allenatori centroeuropei invece hanno dato smalto al canottaggio e alla canoa, con i due vertici assoluti toccati nella vittoria del 4 di coppia donne davanti alle inglesi e alle tedesche e nella C2 500 metri uomini di Guanliang Meng e Wenjun Yang. Dove non è stato possibile costruire dalla base per presentarsi già pronti e lavorare di cesello in profondità è stato negli sport di squadra. Troppo difficile in meno di dieci anni mettere su squadre attrezzate per combattere contro nazionali di grande tradizione e vivaio. Belle prove però ci sono state tra le donne della pallanuoto (squadra con età media di 20 anni), della pallavolo (squadra già tradizionalmente tra le migliori) e dell’hockey su prato. A questo punto però sorge una domanda. Dopo la rincorsa dello sport cinese all’appuntamento olimpico in casa, il potere politico continuerà a programmare il futuro con questa abnegazione e decisione oppure vivrà dei fasti di questa Olimpiade e arretrerà, puntando sulle discipline di tradizione? Rispondere adesso a questa domanda è prematuro. Molto dipenderà in primo luogo dallo Stato cinese, che deve continuare a devolvere enormi fondi allo sport e creare attrezzature adatte alla sua evoluzione. Molto dipende anche dalla volontà dei cinesi di continuare a praticare sport con assiduità. In Cina tutti gli scolari ogni mattina fanno un’ora di educazione fisica. Il popolo intero partecipa con le proprie energie alla costruzione della piramide. Infine tutto dipenderà anche dalla sopportazione di metodiche di allenamento quasi violente. Finché reggerà il senso di obbedienza e di rispetto di fronte al maestro che in Cina è fortissimo, allora lo sport cinese continuerà a costruire atleti fisicamente superiori soprattutto in alcune discipline di forza ed elasticità. Se inizierà a respirarsi in Cina il sapore della piena libertà individuale e dell’autogestione delle proprie risorse fisiche e mentali, allora lo sport avrà sicuramente un contraccolpo per fortuna benefico in tutti gli altri campi del lavoro e dell’esistenza.

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