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La prefazione di Berlusconi al libro di Scilipoti e l’uso errato del termine Peòn

Scilipoti chiama, Berlusconi risponde. Dopo aver presenziato, seppur telefonicamente, ad un convegno dei responsabili in cui non ha risparmiato le ormai solite frasi ad effetto, ecco che oggi Libero svela e pubblica l’ennesimo regalo del Premier all’ex IdV.

Una cambiale a vita quella che Berlusconi ha firmato col gruppo dei cosiddetti "Responsabili", ovvero quel manipolo di parlamentari che il 14 dicembre hanno fatto sì che non si approvasse la sfiducia al Premier e che da quel momento battono cassa (Romano nel frattempo ha ottenuto un Ministero, la Siliquini era stata nominata per il Cda di Poste italiane – nomina alla quale, in seguito a molte polemiche, l’ex finiana aveva rinunciato, e vari Responsabili aspettano, perché no, ruoli nel governo).
 
Libero pubblica per intero la prefazione al libro “Perché Berlusconi – Scilipoti re dei Peones”, in cui il Premier incensa colui che ad oggi è visto come il traditore per antonomasia e capovolge il senso di quell’accusa. Con una prosa quantomeno discutibile (ma sono gusti), Berlusconi ripropone i suoi cavalli di battaglia, solo che questa volta le orecchie sono risparmiate e a farne le spese sono gli occhi.
 
Già dall’incipit si capisce la neutralità della prefazione: “Questo libro è un sasso gettato nello stagno dell’ipocrisia politica, oggi alimentata da quell’egemonia culturale della Sinistra che non cambia mai i suoi metodi e si culla nell’illusione di una sua pretesa superiorità etica”. Insomma si parte, non con Scilipoti, ma con l’"egemonia culturale della Sinistra”, “ipocrisia politica”, “pretesa superiorità etica” (questo cavallo di battaglia di un certo vittimismo di destra). Poche righe che ci danno un bignami di quello che da anni siamo abituati a sentire. C’è da dire che non sono citati i Magistrati (lì ci ha pensato il Lassini a invedere la vista con gli ormai famigerati manifesti), ma nientepopodimenoche l’informazione, quella che ha attivato contro il Responsabile Scilipoti la “macchina del fango” (sic!), loro, “i professionisti della disinformazione” che hanno “trasformato il mondo dell’informazione (...) in un mostro senza limiti con “licenza” di insultare, calunniare e demonizzare l’avversario”; no non crediamo parli del Giornale. Scilipoti, sempre secondo il Premier, sarebbe, in pratica, vittima di “pericolose liste di proscrizione”.
 
Poi arriva al termine Peòn, cardine, immaginiamo, del libro, che dice significare “infaticabile, pragmatico lavoratore al servizio della democrazia”: ci chiediamo dove il Premier abbia preso questa definizione. Il termine Peòn, stando alla Treccani indica all’origine un “Bracciante agricolo, lavoratore a giornata non qualificato; il termine fu per secoli applicato soprattutto a indiani e meticci dell’America Centr. e Merid. costretti a una specie di lavoro forzato (v. peonaggio)” ma attualmente indica “il termine indica quei militanti o deputati di grandi partiti che, privi di peso politico e senza cariche importanti, vengono esclusi dalle scelte più rilevanti e destinati a eseguire le decisioni degli organi dirigenti alla cui formulazione non hanno preso parte”. Non si parla di democrazia.
 
Poi la prefazione si fa più tecnica e il Premier (critico letterario) ci dice che questo testo è scritto con uno “stile asciutto, veloce e distaccato” (cosa vorranno mai dire questi aggettivi, chi lo sa!) spiegandoci che il libro “illustra la vita professionale, i risultatio ottenuti nel settore dell’agopuntura, le tecniche di medicina alternative applicate, le onoreficenze ottenute a livelli internazionale (sic, ndr), nonché le battaglie a sostegno delle vittime dell’usura bancaria”. La chiusa è al benvenuto dato a questo “uomo coerente e forte”.
 
Insomma a leggere la prefazione, al netto delle solite boutade contro la stampa comunista e una sinistra che si crede eticamente superiore, dovremmo acquistare il libro, una biografia sembra, che ci racconterebbe la vita politica e professionale di Scilipoti. Aspettiamo con impazienza i dati di vendita.

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