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La ’ndrangheta (nona parte, capitolo 1): roma, capitale mafiosa

Regolamenti di conti, omicidi alla luce del sole, suicidi strani, attività nuove che vengono bruciate, estorsioni, appalti pilotati e tanti negozi, ristoranti, alberghi in odoro di mafia. E non sto parlando di Napoli o Reggio Calabria, e nemmeno di Palermo, ma della nostra Capitale. Una "Roma città aperta" da molto tempo alle tre principali organizzazioni mafiose e in particolar modo alla ’ndrangheta.

E’ notizia di domenica l’esecuzione a Roma di Carmine Gallo, uomo appartenente al clan camorristico più potente di Torre Annunziata. E come al solito oggi i mass media "scoprono" che a Roma esiste la Mafia. Purtroppo scoprono l’acqua calda visto che basterebbe andare a leggere la relazione della DDA di Roma:

“Particolarmente radicata è anche la presenza in Roma di elementi collegati alla ‘Ndrangheta calabrese. Si tratta di gruppi attivi in varie attività delittuose, che hanno alla loro base stretti vincoli familiari e che si muovono sul territorio con estrema cautela, mantenendo forti collegamenti con i territori di origine. Sono particolarmente attivi nel riciclaggio di disponibilità economiche, in particolare negli investimenti immobiliari, nel settore alberghiero e nella ristorazione nonché nel settore degli stupefacenti e nell’usura. Rappresentano inoltre un punto
di collegamento tra gruppi di origine calabrese collocati in altre aree territoriali,nei cui confronti svolgono anche opera di “attenzione” sui procedimenti giudiziari che li vedono interessati.
Recenti analisi hanno segnalato a Roma la presenza di interessi di alcune famiglie della ‘ndrangheta che hanno riciclato i loro capitali, derivanti da attività delittuose, costituendo molteplici società fittizie, aventi per oggetto la gestione di bar, paninoteche, pasticcerie e

ristoranti. Uno dei compiti più importanti dei gruppi mafiosi presenti sul territorio è
quello di offrire rifugio ai latitanti appartenenti all’organizzazione madre o ad organizzazioni
collegate. In tal modo si sono create delle strutture logistiche permanenti, che sfruttano le dimensioni della Capitale per nascondere sul territorio i latitanti o le persone di cui si teme l’arresto".

Ormai è sbagliato parlare di infiltrazione mafiosa a Roma, in realtà la criminalità organizzata è ben radicata e hanno diviso la Capitale in sei grandi zone, e tutte suddivise in clan. La ’ndrangheta, rispetto alla camorra che controlla la periferia, ha il controllo totale del centro. Proprio vicino ai Palazzi del Potere, e non a caso gestisce locali molto prestigiosi e frequentati dai Politici, ma anche da faccendieri e Servizi Segreti.

Per farvi capire quanto Roma sia "mafiosizzata" vi riporto un dato del 2005 : ci sono stati ben 205 procedimenti per droga,tratta e associazione mafiosa, addirittura maggiore rispetto a Reggio Calabria che ne ha avute "solo" 189.

Questo è solo un assaggio, l’inchiesta continua. A breve il prossimo capitolo!

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