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La menzogna politica: Berlusconi, Grillo, Bersani e altri, chi batterà la reputazione del Diavolo?

Nel 1710 un tale di nome Jonathan Swift pubblicò un lungo articolo dal titolo “L’arte della menzogna politica”. Nell’introdurre il contenuto del pezzo, espresse il seguente concetto: “…benché il Diavolo sia il padre delle menzogne, sembra che, al pari di tanti grandi inventori, abbia perso buona parte della sua reputazione per via dei continui miglioramenti apportati alla sua opera”.

A dirla tutta, nei trecento anni trascorsi dal citato articolo a oggi, di balle, in politica, se ne son viste e sentite di ogni colore come di ogni livello di cottura con un incremento direttamente proporzionale alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, sino ad arrivare a Internet, capace di far esplodere il fenomeno con progressione geometrica. Qualora Mr. Swift tornasse tra noi e volesse nuovamente approcciare l’argomento, ebbene, ne ricaverebbe qualcosa che, in qualità e in quantità, farebbe apparire la voluminosa Enciclopedia Treccani una produzione lillipuziana. L’avvento di Grillo sulla scena politica, poi, incrementerebbe l’opera all’infinito, costringendo il povero Mr. Swift a massicci aggiornamenti con cadenza giornaliera.

Il podio, in questo frangente, se lo aggiudica Bersani a furor di popolo. Il neo-ex segretario del PD, pur con i noti limiti e nonostante la perseveranza nel tentar di fare ancor peggio, vince le elezioni politiche con l’impegno di non ripetere operazioni del tipo Governo minestrone, alla Monti (leggasi Governo delle larghe intese), nel quale i vari componenti non si amalgamano neppure dopo lunga cottura; anzi, più cuociono più irrancidiscono. 

Ebbene, l’epilogo dell’illuminata azione del nostro eroe sta nell’elezione del “nuovo” presidente della Repubblica, impegnato a sponsorizzare un altro Governo minestrone con l’aggravante, per giunta, di un ulteriore ingrediente tossico denominato Lega Nord. Bene, anzi, male. Non sarà la più eclatante menzogna politica dall’inizio del nuovo millennio, ma ci si avvicina, ancor più in quanto dissimulata dietro un discutibile, contestabile “senso di responsabilità”, sue dimissioni comprese.

Se Bersani si aggiudica i 100 ad ostacoli, il podio della maratona è conteso, non da oggi, dai due comici della politica nazionale, Berlusconi e Grillo, i quali giustamente si sollazzano nell’assistere alla caduta del loro emulo del PD capace solo di produrre battutine utilissime a Crozza, ma non di inscenare vere e proprie “opere” quali loro e solo loro sanno recitare alla perfezione, tonificati dalle reti tv di Mediaset e dai “canali” internet, col concorso determinante della RAI. Lo spazio di un articolo impedisce di rendere un elenco pur approssimativo della bontà menzognera dei due citati maratoneti; riguardo al Berlusca, poi, non limitata al solo ambito trattato nell’articolo.

Circoscrivendo l’attenzione agli ultimi avvenimenti, si chieda a Grillo la ragione per la quale un uomo, Rodotà, diviene in poche settimane, per lui e suoi porta-candela, un onesto professore e quanto di meglio il dizionario sappia riportare, quando sino a qualche tempo fa, non remoto, la persona veniva classificata tra gli appartenenti alla casta, con tutta la malevolenza annessa e connessa. Insomma, Grillo fa il paio con Berlusconi per il quale il “comunista” Napolitano diviene oggi, guarda caso, ma non a caso, il garante di chissà che, meritevole del suo voto, dell’applauso e di un infido sorriso ad elezione avvenuta. Si sorvola, per ovvie ragioni di spazio, su Monti, Casini, Fornero e chi più ne ha più ne metta.

Ora, i pasdaran grillini, tra cui si annoverano coloro i quali non perdono tempo a leggere gli articoli limitandosi al titolo (per costoro deve già costituire una faticaccia), interverranno con cialtronerie da manuale riconducibili agli insegnamenti del loro guru Grillo, e si scateneranno senza neppure approfondire le “prove provate” di difficile contestazione recuperabili in rete, quella non soggetta alla censura dei blog grillini, s’intende, mentre i sostenitori di Berlusconi continueranno a sorridere e a bearsi dei danni procurati all’Italia sia da loro, sia dai grillini e, purtroppo bisogna rilevarlo, anche da quelli del PD.

Insomma, sinistra cercasi disperatamente, di quella che non menta e sappia guidare la barca (barca?) col timone fermo, dritto verso quei valori di giustizia sociale che da troppo tempo vengono evocati, ma mai concretizzati.

Il Diavolo di Jonathan Swift avrebbe tanto e tanto da divertirsi (forse lo starà facendo, chissà) nel dare uno sguardo all’Italia attuale; non così gli italiani, per i quali la situazione peggiora giorno dopo giorno, ora dopo ora, al netto dei privilegiati i quali continuano a guadagnare proprio sulla crisi, con un gran sorriso stampato in faccia, all’animaccia di tutti gli altri.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.102) 23 aprile 2013 12:05
    Damiano Mazzotti

    Il vero problema è che le donne sono masochiste e continuano a votare contro i loro interessi.

    Del resto è dall’inizio della storia dell’umanità che sono trattate da schiave e da serve o quando va male gestite come animali da sesso e da riproduzione o semplicemente vendute come sacchi di patate per tutti i servizi che possono offrire.

    Quello che non capisco è perchè i giovani continuino a fare i masochisti e a votare contro i loro interessi. I giovani sono sempre stati gli attivatori dei veri cambiamenti epocali, ma in Italia i giovani sembrano seguire solo il precetto paracristiano di perdonare sempre e comunque, anche se il vero pentimento lo può dimostrare solo Dio.

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