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La mano sinistra di Dio

"Ascolta. Il Santuario dei Redentori, in cima a Shotover Scarp, prende il nome da una maledetta fandonia, perché è un luogo che non dà nessun rifugio e offre ben poca redenzione. È circondato, a perdita d’occhio, da un’arida boscaglia e da erbacce striminzite e si fatica a distinguere l’estate dall’inverno. In altre parole, fa sempre un freddo cane, in qualsiasi stagione. Quelle rarissime volte in cui non è oscurato da una sudicia coltre di fuliggine, il Santuario si vede a miglia e miglia di distanza, ed è fatto di selce, calcestruzzo e farina di riso. La farina rende il calcestruzzo più duro della pietra e questo è uno dei motivi per cui il carcere - perché, in verità, è di questo che si tratta - ha resistito a numerosi tentativi di assedio; tentativi considerati così futili che da secoli, ormai, nessuno prova più ad assediare il Santuario di Shotover".

Con questo incipit inizia La mano sinistra di Dio il romanzo di ­­Paul Hoffman che è stato lanciato il 7 gennaio scorso, in contemporanea mondiale in 20 paesi, riscuotendo un successo incredibile.

Hoffman affermato sceneggiatore cinematografico, rivela in questo romanzo (il primo di una trilogia), in un’atmosfera cupa pregna di religiosa crudeltà, come il confine tra il bene il male sia molto sottile e spesso lo si varchi senza accorgersene.

La storia è ambientata in un tempo e uno spazio non reali dove vengono miscelate descrizioni crude e geniali arricchite dal tormento e a volte la disperazione dei protagonisti in ambienti dal sapore medievale.

Il ritmo narrativo è incalzante, senza respiro e non lascia molto spazio alla riflessione. I protagonisti hanno profili psicologici ben delineati e i dialoghi incisivi e a volte sorprendenti mantengono sempre una sorta di atmosfera inquieta. La storia si sviluppa in maniera originale lasciando in alcuni punti, i giusti puntini di sospensione che rendono la lettura quasi febbricitante e che sicuramente rimandano al secondo capitolo della trilogia.

Thomas Cale ha solo quattordici anni e una vita alle spalle fatta di fame, freddo e punizioni subite all’interno delle mura del Santuario dei Redentori, insieme agli oltre diecimila bambini che vengono addestrati dai Redentori per combattere contro gli Antagonisti (uomini senza Dio). Cale però è diverso. Il suo passato è stato cancellato ma il suo futuro è molto chiaro agli occhi dei Redentori. È il Prescelto, il Figlio di Dio, colui che annienterà il genere umano corrotto e peccatore e il loro obiettivo è proprio trasformare Thomas Cale in una macchina da guerra. Ma Cale non lo sa e quando uccide un Redentore per salvare Riba, capisce che deve fuggire. Insieme a Kleist e Henry il Vago si addentrano in territori a loro sconosciuti finché non vengono catturati dai Ferrazzi i Signori di quei luoghi. Da lì in poi la storia si sviluppa intorno all’animo tormentato di Cale, guerriero invincibile dalle capacità sovrumane ma anche adolescente insicuro e facile preda di istinti ed emozioni a lui finora sconosciuti, alla guerra che sta per cominciare e all’amore per la bella Arbell. L’animo di Cale appare sempre gonfio di una violenza di cui è soprattutto vittima, uccide con freddezza senza apparente rimorso, è freddo e pare incapace di umanità ed è lontano dai tipici eroi delle storie fantasy.

Vedremo se Hoffman saprà mantenere lo stesso ritmo e originalità anche nei prossimi due capitoli anche se una cosa è certa: La mano sinistra di Dio è un libro dall’impatto forte, di carattere ma che, come tutte le trilogie, rende l’attesa per il finale ancora più lunga.

www.lamanosinistradidio.com

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