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La lunga marcia del fotovoltaico

Cosa sta succedendo nel fotovoltaico ?

Dal 2005 mi occupo di "fotovoltaico". Possono sembrare pochi anni certo ma vi assicuro che siamo passati dal "pionierismo" (perlomeno per quanto riguarda la diffusione) ad una fase in cui anche "la massaia" (senza alcuna offesa) parla di "fotovoltaico". E si sa che quando si giunge a questo punto di solito iniziano i rischi per chi investe senza preoccuparsi troppo di capire bene cosa sta facendo e qual è il reale contesto in cui sta facendo l'operazione.

Oggi, ma lo sarà ancora per pochi mesi a questo livello, effettivamente è un bell'affare realizzare un impianto fotovoltaico. Che si tratti di un impiantino per uso domestico o di un più grande impianto per soddisfare ben più ampie esigenze di un artigiano, azienda agricola o industria o semplicemente per fare un investimento, la resa economica è sicuramente vantaggiosa. La rapida discesa dei costi dei moduli fotovoltaici e le tariffe decise nel 2007 danno la possibilità di rientrare dall'investimento in pochi anni (per esempio per un'azienda agricola possono bastare anche 5/7 anni) oppure di risparmiare i costi della bolletta elettrica (in tutto o in parte) senza "spendere un euro" facendosi finanziare completamente dalla banca.

Il rialzo dei prezzi dei moduli di questi ultimi mesi e la speculazione vergognosa sugli inverter (gli introvabili inverter) sta causando molte tensioni nel settore. Anche la comparsa di numerosi "personaggi" di dubbia etica e pochi scrupoli stanno intorbidendo la filiera distributiva complicando la vita a chi vorrebbe operare con serietà e serenità. Questi problemi si riflettono via via lungo tutta la catena degli operatori fino al cliente finale che talvolta rischia di non essere soddisfatto del servizio reso dal fornitore.

La riduzione delle tariffe del "Conto Energia" previste nel 2011 lascia aperti molti dubbi sulla reazione del mercato e quindi in definitiva sulla sopravvivenza dei numerosi operatori del settore. La speranza è che ci sia una nuova virata al ribasso dei prezzi dei materiali anche grazie alle nuove tecnologie (CIS e CIGS in primis) che, a quanto dicono i produttori, costano meno alla fonte.

Commenti all'articolo

  • Di vituzzo (---.---.---.177) 13 settembre 2010 11:59

    Ciao, cerco di fare un po’ di critica costruttiva dell’articolo, a mo’ di opinione personale.

    E’ un articolo molto breve e troppo criptico. Come se fosse scritto per chi già sa di cosa si parli. E’ la differenza tra lo scrivere «Barack Obama» e scrivere «Barack Obama, presidente degli Stati Uniti» che permette ai lettori di capire i concetti di cui si parla. Che cos’è un modulo fotovoltaico? E un inverter? Chi sono questi personaggi che hanno pochi scrupoli? Cosa hanno fatto di male? A cosa è dovuta la riduzione del conto energia prevista? Cosa sono CIS e CIGS?

    E’ vero che molte di queste informazioni possono essere ricavate facendo ricerche su Internet, però un articolo scritto in modo più divulgativo può essere letto in cinque minuti, mentre le ricerche ti possono portare via mezz’ora.

    Spero di leggerti presto di nuovo qui, vituzzo

  • Di (---.---.---.152) 14 settembre 2010 09:03

    Molto utile. E’ però vero che anche dal 2007 a oggi non è così scontata la fattibilità diun impianto-un po’ di soldi ci vogliono comunque e ora ne gira pochi, di soldi....( insomma, mi piacerebbe ma non posso...)

    Paolo

    • Di maurizio (---.---.---.47) 14 settembre 2010 21:11

      Sinceramente con i prezzi che circolavano fino a qualche mese fa si poteva veramente fare un impianto a "costo zero" abbattendo di fatto i costi della bolletta elettrica.
      Per "costo zero" intendo che la banca ti finanzia il 100% del costo (compresa assicurazione) e tu non paghi di fatto più la bolletta per l’energia elettrica perlomeno per i 20 anni della durata degli incentivi. Queste affermazioni sono dimostrabili sia mediante simulazioni "matematico/finanziarie" che dai risultati dei primi anni di avvio di questo meccanismo che in termine tecnico viene denominato "conto energia". Negli ultimi mesi i costi sono aumentati e quindi per fare si che si possa ancora parlare di "costo zero" bisogna realizzare almeno un impiantino di circa 4 kW che sia ben posizionato (esempio su tetto con falda esposta circa a Sud).
      E’ proprio perchè è "troppo conveniente" investire nel fotovoltaico che hanno deciso di abbassare le tariffe dal 2011.
      Cordiali saluti.
      Maurizio

  • Di (---.---.---.187) 15 settembre 2010 18:45

    Una questione alla quale non riesco ad ottenere risposta: la rete distributiva in Italia è strutturata secondo una architettura che, partendo dalle centrali di produzione, immette energia elettrica ad alto o altissimo voltaggio sulla rete primaria di distribuzione.


    Successivamente, presso gli utilizzatori principali, si trovano centrali di trasformazione da alta a media, poi da media a bassa ed infine la rete finale a 1 kv che alimenta - nell’ultimo miglio a 380 v - le utenze a 380 v o a 220 v.

    Come si farà ad utilizzare una rete così concepita, se il fotovoltaico a produzione diffusa dovesse svilupparsi secondo i migliori auspici, per trasferire dalla produzione in bt alla rete a media e at tutta l’energia prodotta, peraltro secondo picchi produttivi non in linea con quelli dell’utilizzazione, senza interferire con gli attuali equilibri del sistema? Do per scontato nel caso la necessaria dotazione di una rete di trasformatori di livello industriale che lavorino da bt a at ecc.

    +++

    O non sarebbe necessario, a quel punto, pensare ad una rete parallela dedicata al fotovoltaico che si interfacci con quella tradizionale solo per compensare eventuali richieste energetiche non in fase con la possibile produzione solare?

    e in questo caso quali sarebbero i costi? sarebbero compatibili, se oggi, il solo fatto di dover disporre di piccoli inverters sta creando problemi?

    +++

    Non si ritiene che il fotovoltaico diffuso sarebbe meglio che restasse confinato in ambiti marginalissimi di percentuale del mix energetico complessivo?

    Grazie.

    Prof. Gabriele Bariletti
  • Di maurizio (---.---.---.47) 17 settembre 2010 20:50

    Egregio Prof. Bariletti,
    lei espone in modo chiaro e con spunti tecnici precisi alcune osservazioni, a mio modesto avviso, corrette. E’ vero che la rete elettrica non è stata concepita per una generazione diffusa come quella che potrebbe realizzarsi mediante il fotovoltaico.
    Aggiungo però alcune mie considerazioni:

    1) Il fotovoltaico permette la realizzazione di centrali anche di dimensioni "significative" (es: 30/40 MW). In questi casi è possibile ipotizzare la parallela realizzazione di rami di rete in mt idonei all’uso.
    2) E’ vero che la produzione di energia elettrica non è del tutto sincrona con la domanda ma anche nella migliore delle ipotesi sarà difficile che l’energia prodotta non trovi consumo praticamente immediato. Inoltre nessuno immagina che il fotovoltaco sarà l’unica fonte di produzione di energia elettrica. Da seguire, infine, l’evoluzione del fotovoltaico a concentrazione che permette di superare il problema del disaccoppiamento tra domanda e offerta (vedi progetto di Rubbia in Sicilia).
    3) Posso garantire per esperienza che l’Enel sta cogliendo l’occasione delle installazioni fotovoltaiche per ammodernare la rete (spesso obsoleta) facendo talvolta adirittura realizzare cabine elettriche in bt in compartecipazione di costo con i clienti finali (ricordo che solo sopra i 200 kwp tale costo è a carico dell’utente che richiede la connessione).
    4) Concordo con l’idea del mix energetico ma con il fotovoltaico che abbia un ruolo importante e non marginalissimo.
    Cordiali saluti.
    Maurizio

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 18 settembre 2010 14:55
    Renzo Riva

    4) Concordo con l’idea del mix energetico ma con il fotovoltaico che abbia un ruolo importante e non marginalissimo.

    Pia illusione

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