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La lunga estate calda

D’estate abbiamo più tempo di osservare personaggi e avvenimenti, complice il periodo di stacco dal lavoro (per chi ancora ce l’ha) e la temperatura elevata che favorisce le sonnacchiose riflessioni. Per cosa sarà ricordata l’estate 2012? Vediamo.

L’estate delle bolle africane. Sette, per chi ama le statistiche, le aree di alta pressione dal Maghreb che si sono susseguite sull’Europa, tutte contrassegnate da nomi di truci imperatori romani per meglio rendere l’idea (Nerone, Caligola…), ci dev’essere qualcuno al Servizio Metereologico dell’aeronautica pagato per abbinare i fenomeni con i nomi, quest’anno è andato a nozze. Prima dall’Africa arrivavano solo barconi di immigranti, ora ci hanno aggiunto anche le bolle; non c’è decreto di espulsione che funzioni, ce le dobbiamo tenere tutte. Speriamo che siano finite, anche perché abbiamo finito la scorta degli imperatori dai nomi sinistri da abbinare.

L’estate del mordi e fuggi. Prima si andava in vacanza per 2/3 settimane, ora facciamo puntate nei week end. I TG si sono armai abituati a parlare di bollini rossi/neri, interviste ai gitanti in coda, spiagge affollate e discoteche straripanti; qualcuno dovrebbe dirgli che il panorama è cambiato, che registrino un nuovo format più sobrio (o almeno diverso), mi sa che lo potranno ammortizzare in un numero di edizioni più che sufficiente.

L’estate del calcio povero. Ormai ridotto al baratto, due gatti da cinquecento per un cane da mille. Il colpo dell’estate, che ci aveva abituato all’ingaggio di campioni con nomi esotici da copertina e intervista d’ordinanza in una lingua incomprensibile con bacio della maglia, è stato lo scambio Cassano/Pazzini. Cresce l’invidia per i 4/5 club di proprietà di sceicchi/magnati russi, al riparo da spread e rischio di default. Unica eccezione la Juventus, che non si sa da dove prenda i soldi e ingaggia persino l’avvocato mediatico Bongiorno per far ridurre la squalifica a Conte. Squalifica che non si sa bene in cosa consista in quanto l’allenatore lo fa come prima alla faccia della squalifica, l’unica differenza è che invece di urlare dalla panchina la domenica soffia soavemente nel cellulare dalla tribuna le sue disposizioni per quello che sta in panchina.

L’estate della Pellegrini. Attesa e osannata come una rockstar alle Olimpiadi di Londra, ha inanellato una serie di flop clamorosi. I maligni dicono che sono dovuti all’osservanza dei dettami di coiffeur e visagisti per registrare gli spot più che alla costanza negli allenamenti; ora sperimenterà la faccia negativa della popolarità. Antipatichina, la ragazza, litiga con gli allenatori e sembra che sia arrogante e maleducata con compagni di squadra e avversari. Le servirebbe un addetto all’immagine, forse potrebbe farsi consigliare dalla Minetti, o dal Trota

L’estate di Fini. Dopo la figuraccia planetaria della casa di Montecarlo, ha indignato gli italiani con i 9 uomini di scorta alloggiati per tutta l’estate in camere singole (forse qualcuno russava) a spese del contribuente. Da cosa lo dovrebbe proteggere la scorta non si sa, basterebbe un buon ombrello per proteggersi dagli sputi.

Buon rientro a tutti!

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