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La legge elettorale e il doppio turno

Martedì 12 novembre la Commissione Affari costituzionali del Senato ha bocciato l’ordine del giorno di Pd, Sc e Sel che proponeva il doppio turno di coalizione nella riforma della legge elettorale. La proposta ha ricevuto 11 voti a favore, 10 contrari – Pdl e Lega - e non è passata per le decisive 4 astensioni (che al Senato valgono come un voto contrario) del M5S e del gruppo Autonomie.

Francamente dopo tanti schiamazzi da parte dei rappresentanti del M5S, alla prova dei fatti, non solo non propongono un disegno di legge per la riforma elettorale ma, naturalmente, si oppongono a qualsiasi revisione della stessa, in quanto, coerentemente con le ultime eleganti esternazioni di Grillo, la legge elettorale attuale per lui e la sua compagnia, va fin troppo bene, perché consente anche a loro, ad un eventuale prossimo ritorno alle urne, di godere dei privilegi che accomunano tutti i partiti , che il M5S tanto critica con eloquente volgarità.

Poter nominare i propri candidati, senza dar conto a nessuno, crea una clientela e un legame di subordinazioni, degli eletti nei confronti delle segreterie, che sicuramente non potrebbe esistere in un sistema elettorale dove, cittadini svegli e competenti, organizzati in Comitati elettorali, dovessero, attraverso “primarie”, indicare i propri candidati e non dei partiti! Solo così Grillo, come sta facendo da marzo, può continuare a bacchettare e portare al guinzaglio i suoi parlamentari… quest’ultimi sanno bene che la propria fortuna politica è legata esclusivamente al “consenso” del capo partito e non, certamente, dei cittadini-elettori.

Naturalmente, anche ai partiti di centro-destra, a partire da Berlusconi e dai suoi amici della Lega, che di fatto hanno voluto il “Porcellum”, non hanno mosso un dito per ridare potere decisionale ai cittadini: d’altronde “mutatis mutandis”, ma tra populisti c’è sempre poca differenza sostanziale e alla prova, anche per “coloro che dovevano aprire il parlamento come una scatola di tonno” oltre agli strilli e agli schiamazzi, per ora, non fanno vedere nulla di nuovo!

Anzi il signor Grillo, magnanimamente, ha promesso agli italiani che prima conquisterà il potere con questo sistema elettorale e poi, bontà sua, concederà una nuova legge elettorale a sua immagine e somiglianza….. cioè tutta da scoprire. Evviva la sua “democrazia diretta” e di coloro che si sono lasciati ipnotizzare!

Invece per la neodemocrazia sociale, che programmaticamente vuole l’attuazione della vera democrazia diretta cioè dal basso, partendo dai Comitati spontanei dei liberi cittadini, ribadisce la necessità di un legame stretto tra cittadini e candidati, quest’ultimi esclusivamente residenti nei collegi dei propri elettori, per poi giungere ai ballottaggi come per le elezioni dei sindaci, in caso di una mancata vittoria al primo turno, per garantire fino in fondo il potere decisionale dei cittadini e, nel contempo, la governabilità.

Una legge elettorale del genere, avrebbe evitato le tanto criticate “larghe intese”, facendo scegliere agli italiani, magari al ballottaggio, un’unica maggioranza sicura nei due rami del Parlamento e, nel contempo, senza tante promiscuità, il ruolo delle opposizioni per i prossimi cinque anni. Spero che gli italiani, tra i fumi dell’alcol, del tabacco, degli strepitii dei mass-media che inducono solo al dissennato consumismo, irriverente per tutti coloro che sono angosciati per i reali bisogni, sappiano comprendere certe sostanziali posizioni politiche e sappiano, soprattutto, trasformarsi da cittadini passivi a elettori attivi.

Foto: Wikimedia

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