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La guerra dei talebani contro le donne afgane

Le gravi limitazioni e l’illegale repressione dei diritti delle donne e delle ragazze da parte dei talebani in Afghanistan devono essere indagate come possibili crimini di diritto internazionale, tra i quali il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere.

È quanto hanno dichiarato ieri Amnesty International e la Commissione internazionale dei giuristi, in un rapporto intitolato “La guerra dei talebani contro le donne: il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere in Afghanistan”.

Il rapporto contiene una dettagliata analisi giuridica delle drastiche limitazioni imposte dai talebani nei confronti delle donne e delle ragazza afgane che, insieme all’imprigionamento, alle sparizioni forzate, alle torture e ai maltrattamenti, potrebbero costituire il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere, ai sensi dell’articolo 7.1.h dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

Da quando, nell’agosto 2021, i talebani hanno preso il potere in Afghanistan, le donne sono state escluse dai ruoli politici e dalla maggior parte degli impieghi nel settore pubblico. Attraverso una serie di annunci e provvedimenti, le donne e le ragazze sono state escluse dall’istruzione dopo la scuola primaria e dunque non hanno potuto proseguire i loro studi all’università, subendo così un’ulteriore limitazione alle opportunità professionali.

Lo smantellamento dei programmi istituzionali di sostegno alle sopravvissute alla violenza di genere ha ulteriormente compromesso i diritti delle donne e delle ragazze afgane.

I decreti del 24 dicembre 2022 e del 4 aprile 2023 sul divieto di lavorare per le organizzazioni non governative e le Nazioni Unite hanno fornito ulteriori prove della discriminazione di genere. L’obbligo imposto alle donne di essere accompagnate da un mahram (un guardiano) nei viaggi a lunga distanza, il decreto che obbliga le donne a stare a casa se non quando strettamente necessario e i rigidi codici di abbigliamento imposti dai talebani violano i diritti delle donne alla libertà di movimento e di scegliere come vogliono vestirsi in pubblico.

Le discriminatorie restrizioni imposte dai talebani alle donne e alle ragazze violano i diritti umani riconosciuti da numerosi trattati internazionali dei quali l’Afghanistan è stato parte, tra i quali il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti dell’infanzia.

Donne e ragazze subiscono arresti arbitrari per cosiddetti “reati morali”, per aver infranto le norme discriminatorie sul mahram o aver preso parte a manifestazioni pacifiche. Le donne che protestano contro le politiche repressive dei talebani subiscono forza eccessiva, arresti illegali, torture e maltrattamenti in violazione dei loro diritti alla libertà di espressione, di associazione, di protesta pacifica e di partecipazione pubblica.

La campagna talebana di persecuzione si abbatte sulle donne e sulle ragazze in tutto il paese e potenzialmente colpisce ognuna di loro.

Le limitazioni nei loro confronti derivano da direttive, decisioni e norme adottate dalla leadership talebana. Queste politiche vengono attuate attraverso un lungo catalogo di azioni repressive, tra le quali le sparizioni forzate, il sistematico uso del carcere, la tortura e i maltrattamento, utilizzando l’apparato di sicurezza del precedente governo, comprese le strutture che si occupavano di ordine pubblico e i centri di detenzione.

I talebani prendono sistematicamente di mira le donne che partecipano alle proteste pacifiche attraverso arresti arbitrari, imprigionamenti e sparizioni forzate. Nel corso della detenzione, le donne subiscono torture e maltrattamenti e sono costrette a sottoscrivere “confessioni” o impegni a non scendere più in piazza.

Amnesty International e la Commissione internazionale dei giuristi ritengono che la procura della Corte penale internazionale dovrebbe aggiungere il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere nell’indagine in corso sulla situazione in Afghanistan e che gli stati, attraverso la giurisdizione universale o altre vie giudiziarie, dovrebbero processare i talebani sospettati di crimini di diritto internazionale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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