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La festa della Repubblica che spende miliardi in prestigio che affama

Ambizioni della “Nazione Militare” che vuole acquistare prestigio spendendo miliardi in ottica datata di un pensiero di “potenza” non in linea con la sofferenza del Paese.

Il “tono” della Festa della Repubblica è sempre di milioni di euro che fanno eco ai miliardi delle spese militari italiani dell’anno in corso. Sono quasi 11mld di euro per spese personale e manutenzione attrezzature e mezzi e attorno ai 6mld di euro per le missioni all’estero e acquisto di nuove navi, aerei e carri pesanti. È la festa della Repubblica interpretata come prestigio militare da accrescere e non in visione di nuovi interventi che colmino le manchevolezze politiche e di strategia comportamentale di tutti quelli che hanno diretto le vicende del Paese in ottica di sprechi.

È la "difesa" del territorio confusa nell’idea di prestigio nazionale degli ufficiali più alto in grado e animati dagli interessi dell’industria del settore. Ambizioni nazionali di prestigio militare che in tempi di crisi sono fuori luogo e denotano rigidità d’intenti formulati con datato pensiero di “potenza” che non è in linea con le attuali necessità del Paese che stenta a sopravvivere in questo tempo di depressione economica.

“Badare a spese” è oggi più di prima prioritario e necessario e la “quantità e l’operatività del Paese”, dipende dalle ambizioni della Nazione di risorgere come Repubblica rifondata sul lavoro e sull’equilibrio delle azioni delle sue “risorse” che animeranno in futuro lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia. È fondamentale sviluppare un nuovo pensiero di crescita che ponga amarsi insieme nel bene collettivo e non armarsi per spingersi in formule dispendiose di soldi pubblici e missioni che portano fuori dal risanamento del bilancio dello Stato e dal rientro dall’abnorme debito pubblico.

Aerei Eurofighter Typhoon, acquistati per oltre 1mld di euro, una spesa analoga per successivi acquisti nei prossimi due anni (il programma di acquisto durerà fino al 2022). Acquisto di navi multi-missione e polifunzionali da combattimento per un costo di oltre 5mld di euro. Gli altri programmi di riarmo prevedono l’acquisto di bombe di precisione, carri armati, elicotteri, caccia di addestramento, programma “e-forze armate” e altro, con un conto attorno a qualche centinaio di milioni di euro solo per quest’anno.

La responsabilità del Paese è per il benessere sociale dei suoi cittadini e non è la proiezione delle intenzioni di alcuni di “farsi grandi” agli occhi degli altri con conti in dissesto e carenze sociali a limite di richiami dell’UE. Anche da qui si deve partire per ridisegnare il futuro dell’Italia che se non interviene con prontezza non avrà un altro tempo che non sia l’annientamento di tutto ciò che oggi si affanna a comprare a debito o ad accrescere per un’idea di prestigio che non serve per la sopravvivenza dell’intera Italia in sofferenza economica, sociale e formativa.

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