La fabbrica del consenso prosegue il suo cammino. Si vogliono censurare i manuali di Storia
La proposta di cinque parlamentari del PDL di censurare i libri di testo, nella fattispecie i manuali di Storia, è l’ennesima dimostrazione della volontà eversiva e delle mire dittatoriali del Premier Silvio Berlusconi.
La censura dei libri di Storia è una pratica tipica dei Totalitarismi ed oggi solamente la Cina, tra le grandi potenze, continua in maniera sistematica ad insegnare mistificazioni storiche ai propri studenti, come la distorta versione della questione Tibetana.
Ora, già che un ammasso informe di semianalfabeti si permetta di dare giudizi sulla metodologia Storica, è cosa inquietante, ma che si voglia dar vita sin dalla Scuola alla gioventù Berlusconiana, mi sembra davvero troppo.
Non sembra più esserci limite alla follia in questa strana Nazione, ma soprattutto non sembra che la popolazione si renda conto della pericolosissima deriva verso cui stiamo scivolando.
L’Italia si sta trasformando lentamente in un’azienda privata del Premier, sotto il suo totale controllo, in poco meno di dieci anni stiamo perdendo diritti conquistati in un secolo e mezzo di dure lotte.
I Cittadini si formano nella scuola Pubblica i cui valori sono, o meglio dovrebbero essere, l’eterogeneità degli studenti, fattore determinante per la formazione, la libertà di accesso a tutti i livelli basata unicamente sul merito e la totale indipendenza dalle correnti politiche in corso.
L’Intento del Premier è distruggere la Scuola Pubblica e l’Università Pubblica in modo da poter gestire la fase più importante della formazione dei Cittadini, imponendo bizzarre Scuole Private dell’ignoranza, della mistificazione, anti-meritocratiche e propedeutiche alla formazione di una società di lobotomizzati assolutamente controllabili dal regime.
Tante marionette disposte a divenire bravi consumatori, disposte ad alimentare l’illusione della crescita infinita basata sul debito infinito, ed ecco il bravo popolo italico assoggettato ad una folle visione di neo-schiavismo della popolazione. Una popolazione sciocca e frivola dedita all’indebitamento sistematico finalizzato al continuo acquisto di inutili oggetti pubblicizzati e direttamente venduti dal nostro Premier e dai suoi compagni di avventura.
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