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La dispersione scolastica

La dispersione scolastica, così come la disoccupazione, è ben più ampia di quella rappresentata dalle statistiche stilate in questo periodo.

Questo perché la statistica si basa sul numero di bocciati che vengono comunicati al MIUR dalle varie scuole. La dispersione così rappresentata è già indegna di un paese civile ma è molto più alta poiché non la si può ridurre al numero dei bocciati in una scuola che valuta secondo parametri che nulla hanno a che vedere con la preparazione degli studenti.

Il test INVALSI, che pure presenta ancora qualche problema, è entrato come un cuneo in una scuola nella quale non esistono parametri di valutazione condivisi e quindi, in sostanza, ognuno fa quello che gli pare.

Capita così che nella stessa scuola uno studente venga promosso o bocciato a seconda della classe che gli è capitata di frequentare. Gli insegnanti che hanno due sezioni assistono sempre impotenti a questo pasticcio che gli studenti vivono come un'ingiustizia.

Sono insegnante per cui, mentre scrivo, sento tutto il disagio che provo sempre in occasione degli scrutini finali. Il motivo per il quale uno studente da bocciare viene promosso sono i seguenti: è un maleducato ed arrogante per cui lo si promuove per rimuovere; viene considerato limitato e quindi non ce la può fare; i genitori farebbero ricorso se venisse bocciato; il numero di alunni per formare una nuova classe è più che sufficiente per cui la sua promozione non si ripercuoterà sull'organico dell'anno prossimo.

I motivi per cui, invece, uno studente viene bocciato: è abbastanza educato; ha genitori poco reattivi; ha fatto un gran numero di assenze; la sua presenza è necessaria per salvare l'organico dell'anno successivo.

La questione del'organico, nonostante sia stata piazzata all'ultimo posto, è in realtà preminente. Gli alunni in difficoltà vengono quindi trattati come jolly a seconda delle esigenze della scuola.

Bisogna dire che sia gli alunni che i genitori ormai hanno capito questo meccanismo e, quindi, sanno che ci sono buone possibilità di essre promossi per essere rimossi.

Si spiega così l'altissima percentuale di studenti bocciati in prima superiore: anche volendo, non hanno proprio gli strumenti per affrontare il nuovo corso di studi.

Questo vergognoso modo di procedere va avanti ormai da un ventina d'anni alla faccia del POF nel quale si promettono corsi di recupero per gli studenti in difficoltà.

Va detto, comunque, che molto spesso i corsi di recupero non vengono frequentati poichè molti genitori, sostanzialmente, non hanno ben chiare le difficoltà dei propri figli e non si fidano degli insegnanti.

Al numero dei bocciati ufficiali, quindi, va aggiunto quello dei promossi grazie ai meccanismi sopra esposti. Avendo la terza media in tasca, si iscriveranno alle superiori senza la minima speranza di andare avanti. Si trascineranno così qualche anno perdendo del tempo prezioso e disabituandosi al minimo impegno perchè nè la scuola nè la famiglia glielo ha mai chiesto.

Sono loro l'esercito di quelli che "non studiano e non lavorano": due milioni di dispersi che vivono alle spalle di genitori e di nonni che hanno considerato la scuola alla stregua di un posto dove parcheggiarli al mattino. La sera poi li hanno sistemati nell'ordine: nella strada; davanti al televisore; in qualche palestra; in un campo di calcio; in una scuola di ballo ecc...

Per i loro progressi come calciatori, pugili e ballerini verrano sempre festeggiati e gratificati. D'altra parte questi sono i modelli che la società oggi propone.

Con questo sistema la possibilità di diventare dei campioni è molto remota: come giocare al lotto, più o meno.

Di sicuro, invece, si diventa degli sbandati senz'arte nè parte. La scuola ha le sue colpe ma, onestamente, se la famiglia non collabora non si ottiene niente. Se la scuola fosse percepita come la sanità le cose cambierebbero rapidamente.

Se non provvedo a somministrare una medicina che è stata prescritta a mio figlio rischio anche delle conseguenze penali, giustamente. Se, invece, parcheggio mio figlio a scuola senza curarmi minimamente del suo profitto scolastico non rischio niente.

Questo alla faccia delle spese inutilmente sostenute dallo stato, e pagate da tutti i cittadini, per garantire un'adeguata istruzione a tutti.

La prossima "invasione" sarà quella degli studenti del Terzo mondo che di giorno lavorano e di notte studiano e che occuperanno i posti lasciati vuoti da chi ha sprecato l'opportunità di studiare, che fa parte dei diritti umani garantiti dalle democrazie.

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