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La dignità non solo dei detenuti con il decreto Cancellieri

La dignità di una nazione si legge anche nei suoi metodi di contrasto della criminalità, ma soprattutto nel modo in cui affronta la riabilitazione di chi ha commesso un reato. La speranza è che il decreto Cancellieri possa costituire un passo in tal senso.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto inerente il sovraffollamento delle carceri presentato dal Ministro Cancellieri. Era doveroso per la nostra Nazione approvare norme in tal senso che permettono di dare una prima efficace risposta a quel sovraffollamento cronico endemico delle nostre carceri, ed alla relativa invibilità delle stessi.

Il diritto ad una dignità in primis dei detenuti oltre ad un diritto alla vivibilità degli stessi in una struttura carceraria imponevano da tempo soluzioni a tale problema di antica data.

L’emergenza carceraria si è fatta persino più incombente in ragione della reiterata condanna ai danni del nostro Paese da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ma di certo non era questa la motivazione per la quale si è intervenuto ed alla quale si doveva intervenire già da tempo per l 'alleggerimento del sistema penitenziario nostrano.

La manovra di riforma ricalca la linea a favore dell’adozione di significativi dispositivi di de-carcerizzazione con riguardo esclusivo a quei soggetti considerati di non elevata pericolosità, ferma restando però l’obbligatorietà dell’ingresso in carcere per i condannati a pena definitiva giudicati colpevoli per reati di elevato allarme sociale. La non pericolosità degli idonei a misure di prevenzione e/o di carcerazione non in strutture carcerarie non puo' far gridare quell'"al lupo al lupo" quando non s'intravede neanche in lontananza l' ombra del lupo.

La diminuizione dei flussi in entrata che comporta tale decreto con pene alternative alla carcerazione unitamente all' aumento dei flussi in uscita per periodi di bonus legati alla carcerazione e per buona condotta sarà quell'efficace soluzione per diminuire di parecchie migliaia i detenuti nelle nostre carceri.

La credibilità di una Nazione è costituita anche dal suo sistema carcerario ed ancor prima dal sistema legislativo normativo di quelle pene che devono essere a riscatto di un delitto. Conseguentemente tale riscatto di un delitto tramite "quella pena" deve essere necessariamente quel percorso che coincide in una rieducazione del detenuto affinché questi non possa più delinquere.

Il dovere di quella pena deve obbligatoriamente essere accompagnato dal diritto di quelle norme di vivibilità in tali strutture situazione che spesso non erano esaudite.

Una situazione come l'attuale di quel noto e cronico sovraffollamento imponeva una soluzione oltre per un rispetto a chi riscatta una pena - che è una persona come noi - anche per noi stessi.

La nostra immagine agli occhi di quell' Eurozona che tanto ci osserva ed alla quale dobbiamo equipararci con quelle regole comuni di Eurociviltà imponeva una scelta che non potrà che rendere onore alla nostra Nazione.

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