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La destra e l’impossibilità di capire il futuro

Leggo su Ffwebmagazine: "Eppure il futuro della democrazia, il futuro della politica è sul web. Piaccia o no, è così. Perché il dibattito, la connessione, l’ascolto, la condivisione (i semi e il sale della democrazia) hanno a disposizione spazi nuovi e ancora inesplorati, liberi (per ora) dalle maglie dei controlli. Si chiamano Google, Youtube, Facebook. Il web è diventato l’agorà del domani. Un domani che non solo non è affatto lontano, ma che in tutto il resto d’Occidente è già oggi. Forse, al di là del merito, la decisione del Tar sulla sospensione dei talk show è un segnale di ritorno alla realtà. Perché va bene la piazza. Ci sta. Ma è il simbolo di una politica invecchiata, che non riesce a capire il futuro e non sa interpretare fino in fondo il presente."

La destra e l'impossibilità di capire il futuro

Questo, dopo una breve analisi del rapporto tra politica e manifestazioni di piazza che, per l’autore, Filippo Rossi, rappresentano un ritorno all’altro ieri perché, oggi, la rete ci dà modo di interagire senza azioni eclatanti e pertanto, le "grandi manifestazioni" e il richiamo del popolo ad adunate d’identificazione, rappresentano, ormai, il passato che, "volenti o nolenti", è superato.

Mi sembra che a Filippo Rossi sfugga qualcosa. Innanzi tutto la rete è ormai da tempo luogo, anche per i partiti, di comunicazione e di dibattito, almeno interno. Aprendo i diversi siti politici si può facilmente capire che, sia i politici sia i cittadini, sono partecipi di un dibattito che, altrimenti, sarebbe impossibile (o meglio si limiterebbe agli aderenti al partito) nella vita quotidiana. E’ vero che non tutti i siti rappresentano una piattaforma ideale dove tutti possano intervenire con le loro idee che possono anche essere di critica.

Alcuni, come il sito del Pdl, lasciano spazio solo agli elettori e ai simpatizzanti:
"SPAZIO AZZURRO è una bacheca dedicata alle opinioni degli elettori e dei simpatizzanti del Popolo della Libertà che frequentano il nostro sito. Tutti i messaggi ricevuti vengono letti e una parte di essi, rappresentativa delle opinioni espresse con maggiore frequenza dai nostri elettori, sono scelti per la pubblicazione, che viene ripetuta diverse volte al giorno. I messaggi pubblicati non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del nostro partito o quella della maggioranza dei suoi elettori, ma offrono a chi legge spunti di riflessione e di discussione".

Di seguito trovate una lista di forum indipendenti ma vicini alle posizioni del Popolo della Libertà, consigliati dai nostri utenti".

O come il sito della Lega Nord dove l’unico dibattito si riduce a: "DILLO ALLA LEGA, Puoi inviarci messaggi che vuoi sottoporre all’attenzione della Segreteria Federale della Lega Nord, anche in forma anonima. Questi messaggi non verranno pubblicati, ma saranno inoltratri alle persone più competenti a seconda della questione. Facciamo presente agli utenti, che qualunque messaggio contenente insulti, ingiurie o offese dirette, non verrà preso in considerazione. Utilizza i campi sottostanti per lasciarci i tuoi messaggi avendo cura di indicare l’oggetto della tua richiesta, ricordando di compilare il campo e-mail per ricevere la risposta. Non è invece obbligatorio lasciare i propri dati anagrafici o il
telefono
".

Altri, come il sito del Partito Democratico dove è possibile interagire attraverso commenti o post avendo la forma di un network, o il sito dell’IDV dove a ogni articolo si puo scrivere un commento.

Come si può leggere, a destra la rete serve solo per comunicazioni di partito a sinistra a coinvolgere il cittadino nel dibattito.

Da ciò si può facilmente arguire che la rete viene utilizzata, da alcuni come supporto di informazione immediata, da altri, oltre che a dare informazione immediata, come momento di partecipazione attiva, trasversale, alla discussione sui problemi.
In questo quadro, l’utilizzo della piazza virtuale dipende dalla visione dei partiti nei confronti del popolo.

Da una parte abbiamo coloro (Sinistra e Udc) che, derivando dai vecchi partiti (PCI, DC, PSI) hanno mantenuto le stesse peculiarità di rapportarsi con la popolazione in nome di un umanesimo rivolto al bene pubblico.

Dall’altra abbiamo coloro (PDL) che, essendo nati dopo la "fine delle ideologie" e contro di esse, si basano su presupposti populistici tipici dei partiti unici tesi a soddisfare esigenze particolari nella, erratamente voluta, convinzione che solo cosi si possa elevare le masse.

Mentre partiti come AN, che deriva da un partito (MSI) di stampo populista/fascista ha finito con il confluire nel PDL, senza peraltro apportare nulla di innovativo in esso ma rafforzando la componente del partito unico. 

Cosa a parte è la Lega Nord che, basandosi su presupposti razzisti, è finita col diventare il baluardo "nazionale" delle componenti sociali nazional/fasciste.

In definitiva, non è vero che i politici non usano la rete, anzi - su internet si possono trovare blog di politici famosi -, la usano e "abusano". Tutto dipende dalle motivazioni.

Pertanto, le manifestazioni di piazza vanno inquadrate nel contesto "ideologico del partito" e non in una visione generale della politica.

Le manifestazioni politiche, di per sé, non sono niente altro che la manifestazione "pubblica" della popolazione a sostegno di un’idea.

E’ vero che vengono anche usate per altri scopi quali, ad esempio, avvalorare "l’idea del capo" qualunque essa sia, ma ciò riguarda quei partiti basati sulla teoria del "partito unico" e che in genere coinvolgono le masse solo per i loro scopi. 

La rete, pur con tutte le sue potenzialità, non può e non deve sostituirsi alla piazza che rimane il fulcro dell’incontro tra individui. La rete è informazione e dibattito, la piazza è incontro e costruzione reale del dibattito.
 

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