• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La democrazia è giunta al suo limite: e ora?

La democrazia è giunta al suo limite: e ora?

E' da qualche giorno che si propongono discussioni anche provocatorie che in sostanza evidenziano il limite stesso della democrazia, nel senso che la democrazia è anche essa una forma di potere autoritario.
 
Chi parla di dispotismo democratico, chi propone colpo di Stato attraverso la forzatura di quelle regole che connotano la democrazia ma con il fine di salvar la stessa democrazia.
 
Come salvar ciò che è destinato a morire?
 
Ciò che è fallito?
 
Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo. Popolo in senso giuridico del termine.
 
Ovvero il popolo è costituito dagli individui che possiedono lo status di cittadino di un determinato stato.
 
La dittatura può essere intesa come una mera imposizione della propria volontà, delle proprie idee, dei propri interessi. In verità oggi giorno la situazione presente, può essere definita come dittatura della maggioranza nel senso che la maggioranza politica, eletta anche in modo legittimo, ovvero attraverso le regole scritte e votate in sede parlamentare, ed il Parlamento è la massima espressione della democrazia indiretta, la forma di democrazia esistente in Italia, esercita il potere in modo autoritario.

Quindi, si può, si deve, parlare di dittatura della maggioranza.
 
In Italia vige un sistema di democrazia imperfetta. L'imperfezione è data proprio dal modo in cui è esercitato il non potere del popolo che non è più sovrano e probabilmente non è mai stato sovrano. Forzare le regole per salvare la democrazia?
 
In verità oggi giorno si vive un sistema chiuso dentro il recinto della massima espressione del suo potere. La democrazia evidenzia i suoi punti deboli. Si parla di libertà di espressione, ma per motivi di sicurezza si applica la censura. Sicurezza volta a tutelare il potere stesso c.d. democratico.
 
Si parla di libertà d'insegnamento ma si licenzia o si vuole isolare chi esercita la libertà d'insegnamento imponendo il proprio concetto di educazione. Ma nel momento in cui si vuole imporre un modello di educazione come si può esercitare la libertà d'insegnamento?
 
Si parla di diritto del lavoro come fondamento della Repubblica Democratica Italiana, ma in verità si è creato un sistema di norme volte a destabilizzare il diritto del lavoro mutandolo in obbligo sociale alla precarietà.
 
Come vi può essere libertà quando il potere autoritario della maggioranza politica governante il paese Italia, votata da una parte del popolo italiano, perché il Governo oggi vigente attua quel programma politico proposto e votato in sede elettorale, e ciò occorre ricordarlo a chi manifesta tanto stupore, limita de facto la stessa libertà? Ma ciò non è un problema solo di questo governo politico. E' un problema che caratterizza la stessa democrazia.
 
Si attua un programma votato dalla maggioranza degli elettori, non voluto dalla minoranza, che deve subire e patire la volontà impositiva di chi rappresenta solo una parte, anche se maggioritaria, in base alle persone che hanno espresso il voto elettorale, del popolo italiano.
 
Quindi, non vi potrà mai essere piena libertà in stato di democrazia perché vi sarà sempre una dittatura della maggioranza che imporrà il proprio programma politico-economico- sociale, alla minoranza.
 
E' chiaro che oggi giorno si è al limite della tollerabilità del sistema. Si deve andare oltre. Si apriranno due vie. Affermazione piena del potere dispotico democratico. Distruzione del sistema dispotico democratico. In ogni caso una cosa è evidente, la democrazia è fallita ed è inconciliabile con l'affermazione piena ed incondizionata della libertà.
 
Ed ora?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.113) 20 aprile 2011 17:29

                      EMOZIONI

    Risvegliate dalle note di una vecchia canzone partigiana

    note che scuotono l’anima

     riportandomi  alla fanciullezza

    quando dignità  onore  speranza e fratellanza

    erano le uniche ricchezze che avevamo

     valori  che scaldavano il cuore

    come le parole della canzone BELLA CIAO

     INNO  contro gli oppressori del passato e del PRESENTE

    come  una  eco lontana quelle note

     ridestano in me  i ricordi

    riportandomi al sacrificio dei PARTIGIANI

     che si sono immolati per un mondo migliore.

     l’esempio sia di  monito a  tutti

     ha  che la storia non si ripeta.  VITTORIO

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares