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 Home page > Attualità > Politica > La cultura a loro fa paura

La cultura a loro fa paura

La prima cosa fatta in periodo di crisi dalla politica è stata quella di tagliare soldi alla cultura. Posizioni politiche a parte, questo è un dato di fatto. Ah che bella cosa la crisi! Legittima ogni comportamento e provvedimento. Ma in Italia in quanto a cultura si è sempre puntato molto poco, anzi è quasi scomodo parlarne. Perché è risaputo che un popolo acculturato è anche un popolo informato, che ha sempre più voglia di informarsi ed acculturasi. Una specie di circolo vizioso, una sorta di corsa agonistica intellettuale.

Un popolo del genere, è cosa risaputa, è un popolo che conosce quindi i suoi diritti, le sue aspirazioni e vota quindi basandosi su progetti politici ben definiti e programmatici di un futuro. Ma nella politica di oggi quanto spazio c'è per un popolo del genere? Anzi, voglio ribaltare il concetto; in un popolo del genere quanto spazio c'è per la politica di oggi? Ce n'è ben poco direi.

La politica contemporanea è una politica che si basa su populismo, demagogia, luoghi comuni, si basa sul presente e sugli umori che sempre nel presente si muovono nella società. In passato si prendevano i bisogni del popolo e si trasformavano in politiche serie e che si basavano su progetti tesi al futuro. I partiti non sono più in grado di farlo di fronte ad una società così affacciata sul mondo, così proiettata alla comunità globale. Allora meglio un elettorato sempre più ignorante, un popolo che riesca a guardare solo al presente senza chiedersi troppo se è possibile un futuro migliore. Come al solito la "politica del fare" preferisce abbassare ulteriormente il livello culturale di tutti, rispetto a prendere coscienza degli errori e dei limiti di pochi. Altro aspetto da considerare è che una popolazione cosciente dei propri diritti, avrà molta più voglia di amministrare la cosa pubblica con attenzione e questo nella cricca autoreferenziale ed autoreferenziata della politica è virtualmente inammissibile. Come può rinunciare ad avere il monopolio delle soluzioni, dei seggi, delle poltrone e della funzione salvifica che sempre più si ricama addosso? Meglio allora un popolo che si addormenta davanti al Grande Fratello pensando che ci sia al governo quella "personalità provvidenziale" che risolverà tutto in tempi record. Ma l'unica cosa provvidenziale è la crisi che arriva sempre nei momenti più opportuni.

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