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La Casa del Grande Marchionne

Il 98% degli operai ha espresso il proprio voto sull’accordo di Mirafiori. Nella guerra tra poveri non ci sono vincitori ma solamente vinti.

Nella notte del referendum di Mirafiori, tutti gli occhi sono puntati sono puntati su Torino. Alle 23, quando si è chiuso il voto, avevano votato il 98% degli operai. Sembrerebbe un voto da record, da guinnes, ma il dato non è poi così strabiliante. Perché si parla pur sempre della vita delle persone se ce lo siamo scordati, si parla di operai che votano sulla sorte del proprio posto di lavoro e non dovremmo trovarci niente di strabiliante se così tanti si sentono in dovere di votare.

Non è un dato sull'affluenza alle urne per le elezioni politiche, che decideranno quale stagnante coalizione mandare al governo. Questa notte si parla della pelle delle persone, del loro salario, del loro futuro e di quello delle loro famiglie. Non è uno spettacolo da prima serata, non è un reality show nel quale con la chiusura del "Televoto Operaio" si decide chi uscirà dalla "Casa del Grande Marchionne". Il circo mediatico dell'Italietta da televisione commerciale ha completato il suo giro di pista anche questa volta, con un susseguirsi di inviati speciali e politici davanti agli storici cancelli della FIAT.

Ma la realtà è che questo è solo l'inizio di una guerra tra poveri. Una guerra tra chi non vuole cedere al ricatto della disoccupazione in favore di minor diritti e tra chi si sente costretto a cedere a tal ricatto. Non c'è chi ha ragione o torto. Non ci sono vincitori ma soltanto vinti. Non è più una contrapposizione tra diverse interpretazioni di lotta sindacale. Questa è la contrapposizione tra il mondo che era ed il mondo che viene. Il mondo che era fatto di conquiste sindacali e sociali ed il mondo che sarà fatto di rinunce e passi indietro, per far fronte al mercato globale che trasforma i lavoratori in semplice merce da reperire dove conviene. Questo è solo l'inizio cari telespettatori, sarà qualcosa che si ripeterà all'infinito se non cambierà qualcosa a livello di legislatura sovranazionale, se non si farà qualcosa per regolamentare lo spostamento di enormi capitali da un'area all'altra del pianeta senza alcun ritegno per quei paesi che si vanno a sconvolgere. L'economia è almeno un ventennio avanti alle legislazioni dei singoli stati ancora troppo legati alla loro idea di economia domestica in stile Novecento, da non accorgersi del vero miracolo della New-Economy. Il miracolo della sparizione della componente umana. Quindi occhio ai teleschermi signori miei, perché la prossima volta potrebbe toccare a voi il piacere del "televoto" sul vostro futuro, forse però non sarà così seguita da casa.

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