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La crisi economica mondiale detta al telegrafo. L’Unione Europea non resti immobile

Attesa e trepidazione. Tutti stiamo aspettando buone nuove dai mercati azionari. Ancora si discute su quali siano esattamente le cause che stanno portando al crac più attuale di tutti i tempi. La classe media americana ed europea vede erose le sue possibilità di crescita da due moti a spirale che si stanno avvolgendo su se stessi. Da una parte il deprezzamento degli immobili, dall’altra la caduta dei listini di borsa a cui sono stati affidati quei pochi risparmi accumulati nel tempo. Nel tentativo di arginare il panico si cercano paralleli con la crisi del ’29, ma qualcuno avverte che sarebbe come voler spiegare Internet avendo a disposizione il manuale di istruzioni del telegrafo.

L’anomalia è tutta qui, una situazione senza precedenti. La cause scatenanti vengono indicate nella bolla dei mutui subprime impacchettati in chissà quale prodotto finanziario e finiti chissà dove. Nel crollo di fiducia che si è generato tra banche, con un tasso di interscambio tra esse più alto del tasso di interesse a cui il denaro viene concesso ai privati. Nella recessione in atto che minaccia sempre più di trasformare questa crisi finanziaria in crisi economica reale. Tradotto in parole povere: meno denaro circolante sul mercato del credito.

La ripercussione sulle nostre tasche è ancora mascherata. Per ora i maggiori danni si stanno producendo sul mercato finanziario ma il passo verso il nostro tenore di vita già abbondantemente debilitato è veramente breve. In economia esistono le profezie che si auto-avverano, predizioni in grado di guidare i comportamenti della massa in maniera tale da rendere la profezia stessa vera. Anche in questo c’è una parte di virtuale, come virtuale è stata questa crisi fin dal suo primo sorgere.
Adesso resta il panico di vedere tutto quel poco che è stato costruito sfumare in poco tempo. La politica non sa trovare risposte per ora a tutto ciò. Non lo sanno fare gli Stati Uniti nonostante il megapiano da 700 miliardi varato venerdì. Non lo sa fare l’Unione Europea che dopo aver deciso di ‘fare quadrato’ è tornata a casa di in ordine sparso. Resta da solo davanti ad Internet il povero risparmiatore ad osservare l’altalena dei mercati senza poterne intuire funzionamenti e moti.
Sarebbe questo il momento per i paesi del vecchio continente di venire fuori. L’America ha già pagato pegno per potersi accreditare ancora una volta come risolutrice di questa crisi. Nello stesso tempo l’inconsistenza delle politiche europee non è in grado di garantire un’uscita rapida da questa spirale in caduta libera. Occorre uno sforzo di pensiero, un grande sforzo di pensiero per poter pilotare questo nemico invisibile dalle ali lunghe. Occorre anche coraggio, la regola delle profezie che si auto-avverano vale anche al contrario.
Sulla crisi in corso si è espresso anche Benedetto XVI, cercando di ristabilire ordine tra i vari concetti di realtà in gioco. "Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine". "Apparentemente - ha commentato il Pontefice - queste sono le vere realtà, ma questa realtà prima o poi passa: vediamo adesso nel crollo delle grandi banche, che scompaiono questi soldi, che non sono niente". "Di per sé - ha aggiunto - tutte queste cose che sembrano la vera realtà sono solo realtà di secondo ordine e chi costruisce su questo costruisce sulla sabbia". "Solo la parola di Dio è fondamento della realtà e cambia il nostro concetto di realismo: realista è chi riconosce la realtà nella parola di Dio". Laicamente è un invito all’autocritica per ciascuno di noi. Un invito a vivere questo momento come riscoperta dell’essenziale e di tanti valori che fortunatamente non passano alla prima ventata di ribassi in borsa.
 

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