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La crisi? Roba per poveracci

L’ottimismo della ditta Berlusconi & Tremonti non attacca, nonostante le campagne propagandistiche sui TG: solo 12 italiani su 100 pensano che la crisi economica sia passata. Forse è tempo di pensare a cambiare agenzia pubblicitaria.
In questo sondaggio di SWG per Affaritaliani.it

"Buona parte (45%) sostiene infatti che la crisi è tuttora in corso e, anzi, molti (43%) sono dell’avviso che il peggio debba ancora venire"

Sempre secondo questo sondaggio

"La sensazione è che la gente sia fortemente in difficoltà e preoccupata, incerta su quello che sarà il proprio futuro e sulle economie che sarà costretta a fare per sopravvivere, la maggioranza infatti sostiene che nei prossimi mesi sarà costretta a tirare la cinghia e solo pochissimi (5%) credono che potranno riprendere a spendere come prima. Ed il disagio sembra non esser circoscritto alla propria situazione familiare, poiché quello che emerge è un vissuto di sfiducia in cui Governo ed istituzioni non sono stati capaci di trovare soluzioni in grado di arrestare la crisi, destinata di conseguenza a produrre un ulteriore e generale calo dei consumi, con tutto ciò che ne deriva". 

Colpa del governo quindi:

"E anche se il 40%, composto esclusivamente da elettori di centro destra sostiene che la dirigenza politica ha evitato il tracollo il 60% è dell’avviso che non abbia fatto nulla, o, ancor peggio, quando si è mossa abbia adottato provvedimenti addirittura dannosi".

Ma chi è quel 12% che fa spallucce alla crisi? Credo che non ci siano dubbi che sono tutti quelli che con la crisi - e con le crisi in generale - si ingrassano, quelli che ne approfittano per alzare i prezzi, per "delocalizzare" la produzione, che altro non vuol dire che licenziare i dipendenti, chiudere le fabbriche per riaprirle nell’est europeo, salvo mettere il bollino del Made in Italy sui prodotti in tutto e per tutto stranieri.

Sono quelli che comprano Gucci e Versace, e poi fanno le poveracce nei negozi di scambio delle borsette in coccodrillo e dei "vestitini" in seta. Quelli che hanno deciso di disertare i ristoranti stellati per le trattorie fuori porta, non perché sono venuti meno i contanti, ma perché è più saggio e chic non esibire i milioni portati all’estero. Quelli che vogliono fuori dai piedi tutti quelli di colore diverso, ma che sono anche disponibili ad accettarli se non chiedono più di 2 euro all’ora, ovviamente in nero. Quelli che disprezzano la scuola pubblica e tagliano i fondi alla ricerca, ma mandano i figli dai Salesiani o dalle Orsoline. Quelli che si riempono la bocca di prodotti italiani, ma viaggiano in Suv BMW e Mercedes. Quelli che inneggiano alla sana moralità del popolo, ma consumano coca ed escort come fossero pane e Nutella.

Insomma, i soliti noti, ignoti solo alle Agenzie delle Entrate.

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