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La corsa agli armamenti si sposta verso Est

Negli ultimi quattro anni, il mercato delle armi, diversamente dai mercati internazionali, non ha conosciuto crisi. Dal 2008 al 2012, il business del commercio di armamenti, tra importazioni ed esportazioni, è passato da 56,5 a 73,5 miliardi di dollari

 

Un aumento del 30 per cento in quattro anni destinato a crescere se si considera che il business delle armi “potrebbe espandersi fino a 100 miliardi di dollari nel 2018, per raddoppiare entro il 2020.“ 

In controtendenza rispetto a queste stime fornite dalla compagnia americana IHS Jane’s, USA e Europa ridimensionano i costi degli armamenti. Gli Stati uniti sono ad oggi il maggior esportatore di armi al mondo ma Obama auspica un alleggerimento nel settore delle armi. La guerra condotta da oltre 10 anni in Afghanistan e in Irak ha infatti notevolmente appesantito l’economia americana. Anche in Europa i fondi destinati ad acquistare armi sono in calo costante. 

La crescita del settore è infatti foraggiata dai paesi di Asia e Pacifico, spostando l’asse della compravendita di armi verso Est. Paul Burton, analista di IHS Jane’s spiega: “I budget di difesa si spostano verso Est e cresce la competizione internazionale nel mercato delle armi.“

Così, in testa alla classifica della corsa agli armamenti si colloca la Cina seguita da India, Giappone, Australia e Corea del Sud. La Cina ha raddoppiato le esportazioni di armi dal 2008 passando dal decimo all’ottavo posto nella classifica dei paesi esportatori. La Corea del Sud, invece, ha aumentato le sue vendite del 688%, piazzandosi nella top 20. 

Questo cambio di rotta è indice di rivolgimenti nell’assetto geopolitico del pianeta. Infatti, sempre secondo il rapporto di IHS Jane’s, i fondi stanziati per l’acquisto di armi dai paesi di Asia e Pacifico supereranno entro il 2021 quelli messi a disposizione da USA e Canada. “Date un decennio all’Asia e al Medio Oriente, e questi paesi venderanno apparecchiature di altissimo livello“, afferma un altro analista di IHS Jane’s. 

Gli analisti spiegano: “Per le grandi compagnie occidentali, le opportunità rappresentate dai paesi dell’Est sono a doppio taglio perché alimentano un movimento che conduce alla perdita della loro supremazia.“ 

Nelle trattative in corso in questi giorni per acquistare i caccia francesi Dassault Rafale, l’India pone le condizioni seguenti: alcuni esemplari devono essere assemblati in India da compagnie indiane. Così l’India, attualmente primo paese per importazione di armi al mondo, si munisce delle tecnologie necessarie per emanciparsi dall’attuale stato di dipendenza dai paesi occidentali.

 

 

 

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