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La bastonata di Varese

È stato un colpo secco, una fiondata perentoria, un fulmine accecante, una vera e propria bastonata quella che ieri ha dato Alessandro Ballan per vincere il Campionato del mondo di ciclismo sulle strade di Varese. Uno schioppo arrivato ai meno tre dal traguardo, che ha schiantato qualsiasi resistenza e ogni voglia di rimonta.


L’Italia ha vinto meritatamente perché ha corso con una furbizia mai vista così su due pedali. Tutti gli occhi degli spagnoli erano puntati su Paolo Bettini, pomposamente onorato del capitanato assoluto. Dalla mattina Valverde si è incollato alla ruota del Grillo e Freire, anche se più da lontano, guardava soltanto nella sua direzione. Accortosi di questa doppia marcatura a uomo, Ballerini ha deciso ai due giri dal termine di far muovere i comprimari, quasi sicuro che, come alle Olimpiadi, i grandi di Spagna non li avrebbero seguiti. E così è stato. Lo scatto di Ballan sulla penultima ascesa dei Ronchi ha portato fuori una quindicina di corridori, staccando inoltre il temibile Bonen e stancando gli altri belgi accodatisi.

 

A differenza delle Olimpiadi, quando la stessa tattica è stata cucita sulle spalle di Rebellin, questa volta l’Italia aveva più uomini da mandare in questa fuga d’attesa e il miglior Cunego della stagione e l’inossidabile Rebellin si sono prontamente lanciati insieme a Ballan.

 

Un Bettini nervoso nei primi chilometri della fuga altrui ha retto ancora di più il gioco della farsa italiana e gli spagnoli, che in un primo momento potevano colmare il gap, hanno deciso che dovevano essere gli italiani attardati, in primis Bettini a prendere l’iniziativa. Bettini ha fatto il nervoso per un’altra decina di chilometri, facendo finta di chiamare agli ordini i compagni rimasti nel suo gruppo, ma si vedeva lontano un miglio che gli strizzava l’occhietto.

 

Quando Valverde e un Freire in gran forma hanno capito che Bettini stava salutando il gruppo beandosi di dove si trovava, si sono accorti che erano a un minuto dai fuggitivi, ormai imprendibili.

 

A quel punto, la tattica italiana di depistaggio era completata. Restava da fare fuori i pezzi di altre squadre accodatisi alla fuga per vincere facile. Di pericolosi c’erano Wegmann, Pfannberger e Gesink per un colpo d’assolo sull’ultima salita dei Ronchi (anche se era molto difficile perché poteva essere controllato da tre azzurri), Andriy Grivko (in ottima forma ieri), capace di una irresistibile progressione in pianura negli ultimi cinque chilometri, e Joaquim Rodriguez e Matti Breschel per la volata di un gruppo ristretto. Passata la salita dei Ronchi con Rebellin a scandire un passo che non faceva muovere nessuno, si è arrivati in centro città con i nostri che scattavano a ripetizione per stancare chi doveva andarli a riprendere.

 

Ai quattro chilometri dall’arrivo si è assistito ad un vero capolavoro di tattica. Parte Rebellin, inseguito subito da Rodriguez e Grivko. Appena raggiunto si muove Gesink, contrastato da Wegmann, poi parte Cunego deciso e si dannano l’anima Breschel e ancora Rodriguez per riacchiapparlo. Appena Cunego si volta indietro e rallenta perché è ormai ripreso dal gruppo, riparte in contropiede Ballan con una bastonata tra capo e collo fulminea. Rodriguez e Wegmann troppo stanchi per gli sforzi fatti nel riprendere Rebellin e Cunego non si muovono, Gesink e Grivko troppo stanchi per i 200 e più chilometri si guardano e scuotono la testa. L’unico che ha provato a riprendere Ballan è stato Breschel, convinto di vincere in volata. Ma i due italiani a fare da stopper hanno bloccato la sua iniziativa.  

 

A quel punto Ballan doveva solo spingere forte per due chilometri. E lo ha fatto senza sfiancarsi nemmeno troppo.

 

Cunego regola il gruppo, Breschel arriva terzo e Rebellin quarto. Il Piccolo Principe veronese si è reso conto che poteva anche seguire Ballan, portandosi dietro solo Breshel e Rodriguez, e vincere questo campionato in una volata senza storia. Per questo motivo era incazzato nero alla fine della corsa. Alla fine tutti gli italiani hanno avuto il giusto riconoscimento e in trionfo è stato portato Paolo Bettini, che il giorno precedente aveva annunciato il suo ritiro dopo questo Mondiale.

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