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La XXIX Assemblea Generale per l’Amnesty di oggi e di domani

Antonio Marchesi, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, che legge un messaggio istituzionale di augurio e ringraziamento da parte del Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e, in seguito, il saluto istituzionale di benvenuto dell’assessore Rocco De Franchi a nome dell’amministrazione comunale di Bari: così si è aperta, sotto la presidenza di Amalia Macrì, la XXIX Assemblea Generale di Amnesty Italia.

In un albergo di Bari, dal 25 al 27 aprile, più di trecento attivisti provenienti da tutta Italia si sono confrontati sulle tematiche e le linee programmatiche di Amnesty per il prossimo anno: giovani e meno giovani, soci singoli e delegati, attivisti e membri dello staff, tutti accomunati dal profondo credo in un mondo più dignitoso, hanno messo ancora una volta cuore e anima in progetti e idee per contribuire alla straordinaria mission “amnistiana”.

Le procedure burocratiche di bilancio, che pur nei procedimenti di accountability hanno dato modo e spazio di confronto e democrazia interna, hanno presto lasciato spazio a un’appassionata relazione del Comitato Direttivo e del suo presidente sull’azione e la situazione attuale di Amnesty, seguita dal saluto e dalla dimostrazione d’intenti del neo direttore della Sezione Gianni Rufini. I momenti più appassionati, però, sono stati quelli dedicati alle tematiche di approfondimento con le testimonianze di ospiti che, con il loro attivismo, hanno lasciato un solco profondo nella storia della lotta per i diritti.

Lorenzo Guadagnucci, giornalista e promotore del Comitato Verità e Giustizia per Genova, ha commosso la platea con la sua storia e la sua esperienza all’interno della scuola Diaz di Genova durante il blitz delle forze dell’ordine al G8 del 2001. Mentre Mauro Palma, presidente onorario dell’Associazione Antigone e consigliere del ministero della Giustizia, ha stimolato i presenti a porre l’attenzione sui reali problemi del sistema penitenziario italiano e sulla trasparenza delle forze dell’ordine. Gli interventi di Lorenzo e Mauro hanno aperto la strada ai ragionamenti sulla nuova campagna globale di Amnesty International presentata da Danny Vannucchi, Senior Campaigner presso il Segretariato Internazionale di Amnesty International di Londra, giunto in Italia proprio per l’occasione.

Yvan Sagnet, originario del Camerun, divenuto simbolo della lotta contro lo sfruttamento nei campi a seguito della sua esperienza a Nardò (Puglia), con la sua testimonianza ha avviato i lavori di riflessione e informazione sulla situazione del caporalato, dello sfruttamento dell’immigrazione e delle inadeguate politiche di gestione del fenomeno da parte degli Stati dell’Unione Europea; tematiche, queste, alla base anche della grande mobilitazione che ha animato, nella serata del 26 aprile, una delle piazze principali di Bari sotto lo slogan della campagna “Sos Europe – Non lasciate morire le persone alla nostra porta”.

Infine Porpora Marcasciano, sociologa, presidente del Movimento Identità Transessuale (MIT), ha guidato insieme a Delia Vaccarello, scrittrice e giornalista, le riflessioni e le emozioni legate al tema del transessualismo, l’identità di genere e la lotta alle discriminazioni sessuali e di genere.

Tutte testimonianze, queste, che nel contesto della XXIX Assemblea Generale, hanno mosso i cuori a un atto di fede collettiva in quel che Amnesty ha fatto, sta facendo e farà; una fede collettiva che si è espressa in modo plateale e palese quando, in uno dei momenti più commoventi della tre giorni barese, gli attivisti tutti si sono simbolicamente alzati in piedi in platea, unendosi agli attivisti dei gruppi giovani seguendo l’invito da loro lanciato “Vi chiediamo dunque di trovare assieme a noi l’entusiasmo di cambiare non solo il mondo, ma anche il nostro movimento […] non aspettate di vederci grandi, ma siano grandi le vostre aspettative”.

Giorgio Moranda per "Segnali di Fumo" il magazine dei diritti umani

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