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La Tonnara di Scopello adesso è proprietà privata... a norma di legge!

Una notizia che ha già fatto storia. Tempo fa ci chiedevamo: può il privato limitare l’accesso al mare? (il link con l’articolo che a suo tempo si occupò della questione è qui e il dibattito si era aperto anche sul Blog della sezione di Libera del paese, denominato Casellolibero. Il link è qui). Dopo anni di beghe e contenziosi tra i proprietari della Tonnara di Scopello - storica caletta, simbolo di bellezza e motivo di vanto - e il Comune di Castellammare del Golfo, una sentenza del Consiglio di Stato ci ha offerto l’epilogo: i proprietari degli edifici attorno alla Tonnara di Scopello hanno vinto il contenzioso! Proprio così, il Consiglio di Stato ha dato ragione ai proprietari della Tonnara nella diatriba con il Comune, evidenziando che per quel territorio non è prevista la fascia demaniale con cui si garantisce l’accesso al mare, trattasi di proprietà privata a tutti gli effetti! In Sicilia molte proprietà confinano con il mare, ossia non vi è la sopraddetta fascia demaniale: i famosi cinque metri su cui si può camminare ma non sdraiarsi, ed esistendo i quali deve essere garantito l’accesso a mare. La Tonnara confina direttamente con il mare e il Consiglio di Stato l’ha considerata così parte di una proprietà privata a tutti gli effetti. La vicenda potrebbe avere risvolti inaspettati: essendo privatizzata a norma di legge vige il detto che ognuno a casa propria fa entrare chi vuole lui e pone tutte le condizioni che vuole. Così, se il Comune non presenterà ricorso o si attiverà in qualche modo, i proprietari potrebbero decidere di trasformare la spiaggia in un servizio esclusivo, destinato a chi affitta lì una stanza e usufruisce degli appartamenti dentro la Tonnara stessa o in una location per il danaroso turista che potrà acquistare i biglietti dagli alberghi convenzionati! 
 
Vero è che l’accesso dal mare non verrebbe comunque intaccato (lo specchio d’acqua è di tutti - la tonnara ne aveva proprietà solo quando si calavano le reti - e quindi tutti possono teoricamente arrivare dal mare, sostare e fare il bagno) ma chi accede dal mare ha però il diritto di attraccare o scendere solo in caso di emergenza come prescrive il codice della navigazione.
 
Come si è arrivati a ciò? A vendere la Tonnara all’asta nel 1874 fu il Governo Italiano e il privilegio di confinare col mare e chiudere quindi calette e spiagge risale addirittura ai tempi di Federico II; i gattopardi hanno avuto sempre l’astuzia di far ratificare tale diritto dai vari dominatori e Governi successivi e il risultato si legge benissimo nell’epilogo di questa vicenda.
 
Adesso si aspetta una reazione del Comune di Castellammare del Golfo che permetta almeno il parziale godimento del bene (reazione che puntualmente non arriverà) ma ancora più importante di ciò sarebbe l’avvio, da parte degli organi istituzionali competenti a cui fa capo Marzio Bresciani, di una ricognizione delle fasce demaniali esistenti per obbligare i proprietari – dove ce n’è diritto - a lasciare il passaggio per l´accesso alla fascia demaniale.
 
Se l’azione del Comune langue non tardano ad arrivare però le reazioni della cittadinanza, specie dei più giovani. Su facebook è nato anche il gruppo "Che la Tonnara di Scopello diventi patrimonio dell’umanità" e in svariati post pubblicati in giro sul social network fioccano i commenti: c’è chi propone ironicamente di fare della Tonnara un bel Casinò e mettere gli ascensori che portino ai faraglioni; chi, indignato, afferma che non si può porre un divieto alla bellezza che è di tutti; molti intervenuti propongono di andare tutti a fare il bagno nella splendida caletta per protesta e c’è chi, come Giacomo, replica amareggiato: “Chi si opponeva al disegno delle privatizzazioni è stato negli ultimi anni mortificato e talvolta anche deriso, talora anche additato. Questo stesso disegno, o meglio sarebbe dire teorema, si estende anche ai luoghi del sapere (vedi scuola e università) e interessa anche beni comuni come l’acqua. Per concludere, voglio farvi riflettere sulla necessità di costruire un luogo di pensiero dove mettere assieme valori condivisi, conoscenze e compentenze per creare una generazione di persone che rifiutano l’idea delle privitazzazioni selvagge. L’auspicio è quello di contibuire a cambiare il nostro paese senza limitarsi a qualche protesta che finisce il giorno dopo. Nelle ultime elezioni comunali soltanto alcuni si sono interessati di problematiche quali privatizzazioni e accessi al mare negati e sappiamo tutti come è andata a finire”. 
 
Così sul noto social network si solleva l’indignazione per una vicenda che fa però già giurisprudenza: può succedere, nell’Italia che ci siamo scelti, che una spiaggia storica (bene che dovrebbe essere patrimonio dell’umanità) diventi una mera proprietà privata!

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