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La Questione Meridionale - Il ministro Brunetta al workshop Ambrosetti

E’ passata ormai una settimana dall’intervento del ministro Renato Brunetta al workshop Ambrosetti a Cernobio, intervento in cui ha illustrato il suo «Piano per il Sud», oggi oggetto di riflessione politica. Dal resoconto di un noto quotidiano, il punto di partenza del ministro è stato il suo recente saggio Sud – Un sogno possibile e l’idea di una nuova spedizione dei Mille per correre in soccorso della complicata macro regione meridionale. Innanzitutto mettere fine all’imponente emorragia di talenti, che vede i migliori soggetti meridionali emigrare; poi, per ridurre il divario dal resto del Paese, riportare «Stato, sicurezza e legalità» mediante la trasparenza delle Amministrazioni, degli appalti e dei contratti pubblici, nonché la semplificazione burocratica e l’innovazione della Pubblica Amministrazione.

Tutto questo molto saggio ed appropriato, ma, forse, qualcosa di essenziale sfugge all’analisi del ministro.

E’ innegabile che la Costituzione sia la stessa per tutto il Paese; e lo stesso vale per le Istituzioni statali, dalle Poste all’Arma dei Carabinieri, passando per le Prefetture, le Questure e l’Agenzia delle Entrate. Anche la televisione nazionale è identica: le reti Rai, quelle Mediaset, la rete Sette e Sky. Nelle edicole gli stessi giornali, nelle librerie gli stessi libri. Ed anche parrocchie e luoghi di culto sono sostanzialmente indistinguibili. Gli italiani fanno gli stessi sogni, sia al Sud sia al Nord. Perché, allora, tanto abisso economico, culturale, civile, sociale, umano insomma fra Nord e Sud ?

Mentre il ministro parlava a Cernobio dell’emorragia di talenti del Meridione, un vero e proprio esercito di ingegneri, di dentisti, di insegnanti, di chimici e così via, stava concludendo le proprie vacanze nelle località d’origine meridionali e si apprestava ad invadere aerei, treni, traghetti ed autostrade per ritornare nel Settentrione. E’ un fenomeno consolidato, ormai alla seconda o addirittura alla terza generazione: come in un immenso pulsare, essi percorrono la penisola dal Nord verso il Sud all'inizio delle ferie estive, di quelle natalizie e di quelle pasquali e poi, di ritorno, dal Sud verso il Nord alla loro fine.

Si è così avuto il formarsi di persone che, come talune specie di piante tropicali, hanno più di una radice: quella d’origine, per gli affetti familiari e per le ferie, e quella per la vita corrente e per il lavoro.

Fra le curiosità, la seguente. Le Ferrovie dello Stato accettano prenotazioni solamente a partire dal sessantesimo giorno precedente la data richiesta per il viaggio; questo comporta che, il giorno D-Day di inizio delle vacanze natalizie meno sessanta, gli addetti delle agenzie di viaggio si recano in ufficio nottetempo, si collegano su Internet per le prenotazioni e già alle sei di mattina ogni posto disponibile sui treni risulta assegnato. Lo stesso vale per il D-Day di fine delle stesse vacanze.

E’ evidente che questa sorta di periodica transumanza nasce dalla abissale differenza di contesto fra le varie regioni del Paese, che vede spesso e volentieri i meridionali non trovare condizioni di vita dignitosa nelle loro terre d’origine e trovarle altrove. L’arte cinematografica ci ha lasciato le parole di Philippe Noiret al ragazzino di Nuovo Cinema Paradiso: «Te ne devi andare da qui; e non devi più tornare»!

Questa emigrazione intellettuale non è una causa del degrado meridionale, bensì un effetto; e compito della politica non è quello di rimarcarne i tanti lati negativi e gli altissimi costi materiali ed immateriali, bensì quello di ricercarne le cause e di proporre adeguati, concreti rimedi. Non appare altra via percorribile per realizzare il sogno della rinascita del Meridione: i nuovi Mille, dopo lo sbarco a Marsala, devono sapere quale nemico devono combattere ed essere pronti ed attrezzati per farlo. E se uno dei problemi è la mancata formazione civica e culturale di una larga fascia di popolazione, privata di sogni e di ambizioni, di consapevolezza e di rappresentanza politica, allora i nuovi Mille dovranno essere innanzitutto filosofi, istruttori ed educatori; ed il loro nemico sarà l’ignoranza.

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